Un vapo a temp>200° non ha senso nemmeno progettarlo, se non per far sembrare che generi più vapore degli altri.
Di certo ti sei fatto meno male rispetto al fumare, ma non l'hai evitato.
Beh questo lascialo dire a chi progetta i vapo...
Secondo la mia modesta opinione c'è un motivo se alcuni vapo (guardacaso i più rinomati e costosi), hanno la possibilità di aggiustare la temperatura oltre i 200°c.
Ricordiamoci infatti che il flusso di aria calda non incontra IL singolo tricoma pieno di resina, ma deve infiltrarsi in una "spugna" fitta, il materiale vegetale, su cui sono poggiate le sfere di resina. Questa spugna contiene una percentuale di umidità, e tutti questi ostacoli sommati fanno si che il sistema abbia un pò di inerzia...
Se là dentro ci fosse resina pura basterebbe la temperatura da te indicata per farla evaporare, ma visto che così non è, e che il sistema deve vincere una resistenza, l'hanno progettato per "puntare" alto, nonostante basti una temperatura minore. (E' una tecnica comune in questo tipi di processo termometrici)
Inoltre ti faccio notare che se leggi "230°c" sullo schermino del vapo, questo non necessariamente significa che il materiale sia a quella temperatura effettiva. Una sonda cosi minuta e sensibile da risultare posizionabile in mezzo alla mista risultando ininfluente, costerebbe da sola quanto il vapo che hai in mano...e comunque non riusciresti a poggiarla sul singolo tricoma...
Meglio rischiare di non far evaporare parte dei principi attivi o vale forse la pena stare più alti di qualche decina di grado per ridurre gli sprechi?
The pen ti ha dato uno spunto molto interessante...
ti ricordi quando ti dicevo che i vapo sono per loro stessa natura "inefficienti"...
Il problema è che tu immagini che ci sia un raggio laser a 180°c che attraversa alla velocità della luce la mista estraendo solo i principi attivi...mentre nella realtà è un fascio di aria calda che ci mette del tempo e non riesce ad estrarre tutto e subito.