ROKOS
Active member
Salve ragazzi, come un novello Watson apro questo thread per cercare il mio Sherlock Holmes, voi non avete idea di quanto vorrei sentirmi dire: “…elementare Rokos…elementare…”.
Quello che vorrei presentarvi è un fenomeno che mi è capitato costantemente in tutti i cicli da me fatti (6), ad eccezione del primo probabilmente. Si tratta un fenomeno la cui comprensione mi sembra decisamente complessa, o almeno lo è per me. A forza di osservare il fenomeno, di provare a gestirlo e risolverlo, cercando informazioni e riscontri, sono giunto ad una serie di conclusioni che vorrei sottoporvi, anche perché, stanti le mie scarse conoscenze in tutta una serie di ambiti, non ho una piena capacità di valutarla in maniera critica.
Ultima cosa prima di iniziare, mi spiace se sarò prolisso, molto, ma come ho detto la cosa è complessa e lunga e quindi è necessario descriverla con una certa accuratezza.
In primis vi riassumo il setup negli elementi che penso possano essere chiamati in causa:
GROWBOX
Superbox V.2 - 90x60x180
ILLUMINAZIONE
Diversi bulbi da 250w a 400w sia MH che AGRO che HPS
Riflettore Cooltube Prima Klima Spudnik
Alimentatore Gavita Dimmerabile (250/275/400/440)
VENTILAZIONE e GESTIONE CLIMA
Estrazione Centrifuga Prima Klima 425 m³/h 125mm (PK125 MES) + Dimmer
Immissione Elicoidale Blauberg Bi-Turbo 100 cm - 145/190 m3/h + Dimmer
2 x Ventilatori Clipfan SJ 20cm 2 velocità
Umidificatore Cornwall 6L
Iniziamo dalla fenomenologia.
Tutte le volte che effettuo lo switch, a prescindere dalle condizioni delle piante, dopo qualche giorno comincio ad osservare un impallidimento delle foglie dei nuovi getti, a partire da quelli più alti e vicini alla luce ma che poi in misura minore va a coinvolgere anche i nuovi getti più bassi.
La sintomatologia è molto simile ad uno sbiancamento da overlight o ad una carenza di Magnesio/Ferro/Zinco che poi evolve in una carenza di Azoto con l’ingiallimento totale e successivo deterioramento delle foglie (parliamo però sempre dei getti superiori in particolare). Il fenomeno peraltro è accentuato nelle piante più esposte all’illuminazione: quelle sul lato più buio sono sempre meno colpite, almeno all’inizio. Il tutto poi si è spesso accompagnato da successivi disordini nutrizionali in misura variabile da ciclo a ciclo.
Qui sotto vi metto qualche foto ma sul mio diario o nel mio album ne potete trovare numerose altre.
STADIO INIZIALE
STADIO EVOLUTO
Si è sempre verificato in tutti i cicli ad eccezione del primo forse. Può essere naturalmente che essendo il mio primo ciclo non sia stato in grado di “vedere” certe cose, ma anche riguardando le foto e rileggendo il thread mi sembra di poter dire che il fenomeno non ci sia stato. Su questo comunque tornerò dopo perché questa cosa mi ha fornito ulteriori spunti di riflessione.
Non sto qui a ripercorrere tutti i cicli che si sono susseguiti al primo, posso però dirvi che inizialmente ho pensato fosse un problema nutrizionale collegato ad una mia scarsa capacità di gestire sotto tale profilo la fase di stretch. Ma proprio pensando ad un problema nutrizionale durante questi cicli ho usato substrati diversi (anche nel corso dello stesso ciclo), fertilizzanti e stili nutrizionali differenti, sempre con genetiche differenti, ed il fenomeno si è sempre replicato uguale a prescindere da tutti questi cambiamenti “nutrizionali”.
A questo punto ho cominciato allora a pensare che il problema fosse principalmente di illuminazione.
Ho cambiato bulbi e tra un ciclo ed un altro ho cambiato la lampada usata allo switch. Sono passato diretto da MH ad HPS, ci ho messo di mezzo una AGRO, ed in questi ultimi due cicli ho fatto lo switch lasciandole sotto MH. Inutile che vi dica che con il progredire dei cicli ho sempre fatto più attenzione alla distanza che tenevo tra piante e bulbo anche se avevo temperature buone grazie al riflettore raffreddato. Niente, nulla è cambiato, il fenomeno torna sempre, sempre uguale, sempre allo switch.
Veniamo quindi a quest’ultimo ciclo.
Cambiamento totale sotto il profilo nutrizionale. Faccio un bel substrato seguendo la ricetta dell’amico Cream, bello carico a base di Atami Kilomix e cambio anche nuovamente la linea di fertilizzanti prendendo i Sensi Grow e Bloom A+B.
Dopo un paio di settimane sotto neon faccio il travaso e le passo sotto MH 400w. Naturalmente i primi giorni ho tenuto la lampada molto alta, poi l’ho abbassata ma comunque mai sotto i 25 cm di distanza dalle piante. Faccio passare altre 3 settimane, come sempre tutto sembra andare mediamente bene, le piante crescono, nessun segno di sbiancamenti od altro, anzi, in questo caso le piante vengono su belle scure, al punto che pur senza aver mai fertilizzato alcune hanno qualche puntinatura sulle foglie, altre qualche uncinamento lieve. Insomma piante che di certo non avevano problemi di mancanza di nutrimenti.
Vado a fare lo switch, sempre sotto MH 400w tenuta a circa un 25/30cm, passano pochi giorni ed ecco che di nuovo il fenomeno inizia a ripresentarsi. Alzo subito la lampada fino ad oltre 40cm e la cosa sembra funzionare, l’impallidimento si arresta, le piante ai lati restano anche di un buon verde.
Alla fioritura cambio il bulbo e metto il Philips a 400w lasciando la distanza inalterata e, nell’arco di pochi giorni ecco che di nuovo l’impallidimento ricomincia ad estendersi. Cambio immediatamente il wattaggio a 250w + SL lasciando uno spazio superiore ai 40 cm ed il fenomeno nuovamente tende a stabilizzarsi anche se ormai le piante al centro (sotto al riflettore) hanno sbiancato visibilmente. Quelle ai lati invece molto meno.
Ad oggi ho abbassato progressivamente la distanza fino ad arrivare ad un 25 cm e mi sembra che il fenomeno non sia ripreso, ma sono sempre con 250w+SL.
A questo punto quali possono essere le cause?
Disordini nutrizionali?
Questa è stata la mia prima spiegazione, anche perché spesso comunque si sono susseguiti problemi anche di nutrizione. Ci sono molti “però” rispetto a questa spiegazione. Sempre genetiche diverse, piante in substrati diversi, stili e prodotti di fertilizzazione sempre diversi, eppure il fenomeno è sempre uguale. Quest’ultimo ciclo inoltre mi ha convinto che non può essere un problema di “eccesso di consumo in fase di stretch”: le piante erano scure, molto cariche, e soprattutto alle due che avevano dato i primi sintomi di impallidimento ho fatto anche una fertilizzata con 2ml/lt di sensi biogrow. No, non sono per nulla convinto possa essere un problema nutrizionale l’origine del fenomeno, semmai può essere una derivata, una conseguenza successiva, magari una concausa, ma l’origine è da un’altra parte per me.
Illuminazione?
Il problema di overlight è divenuto presto la mia spiegazione principale. Anche qui però ci sarebbero delle cose che non mi spiego e che quindi mi lasciano dubbioso: è possibile che 400w a 25/30 cm producano overlight? E soprattutto, perché solo al momento dello switch!!?? Le piante stanno sotto 400w alla medesima distanza anche in vegetativa e tutto va bene, e piante giovani dovrebbero accusare di più un fenomeno di overlight.
Avendo escluso ormai un'origine nutrizionale in questi giorni mi sono concentrato di più sull’aspetto dell’eccesso di illuminazione e vengo quindi (e finalmente) a dirvi quello che ho ipotizzato io.
Scusate la semplificazione ma sto ancora cercando di capirci qualcosa, cosa non semplice viste le mie scarse conoscenze in materia di illuminazione e botanica, per non parlare del mio inglese. Quindi chiedo scusa in anticipo se dirò qualche cavolata o se banalizzerò troppo.
Le piante hanno un range di assorbimento della luce. Il limite minimo, “compensation point”, è il limite sotto al quale la quantità di luce non è sufficiente per la fotosintesi, il limite massimo è invece il “saturation point” ed è il limite oltre il quale l’illuminazione fornita alla pianta è superiore al fabbisogno della fotosintesi. Il livello ottimale tra questi due parametri è ovviamente quello in cui il processo di fotosintesi è massimizzato il più possibile, vicino al saturation point.
Cosa accade se c’è troppa illuminazione?
Accade che il carico energetico è troppo alto e la pianta deve smaltirlo (photo inibition) e se supera un certo livello si arriva al photodamage, la clorofilla si danneggia irreparabilmente (light bleaching delle foglie) con ulteriore riduzione della capacità di fare la fotosintesi.
A questo punto ho dovuto per forza addentrarmi nei concetti di PPF (photosynthetic photon flux) e PPFD (photosynthetic photon flux density) . Senza che mi dilungo troppo in cose che peraltro mi appartengono poco diciamo che il numero di fotoni che raggiunge la superficie delle foglie incide sul livello di fotosintesi. Esiste un dibattito acceso su quale sia il livello ottimale per la cannabis in merito al quale non ho gli strumenti conoscitivi necessari per esprimermi.
Io uso 400w in un box 90x60x180, un wattaggio non basso per le dimensioni del box, anzi. Posso permettermelo in virtù del fatto che uso uno Spudnik come riflettore, e grazie anche al fatto che il box è in un luogo che nei mesi invernali ha temperature basse. Questo Spudnik però sono stato costretto ad usarlo in “senso invertito” a causa delle sue dimensioni: è al centro del box ma i lati deboli dell’illuminazione (punta e retro del bulbo) sono rivolti sul lato lungo del box (90cm) mentre invece le parti laterali del bulbo sono nel senso dei 60cm (anche se questa cosa l’ho sistemata da poco riuscendo a metterlo nel verso giusto). Se a questo aggiungiamo che lo Spudnik, in quanto riflettore raffreddato, ha il bulbo incassato, mi viene da supporre che ci possa essere soprattutto una concentrazione molto alta di illuminazione in una zona ristretta del box. E difatti le piante sul lato più in ombra, quello rivolto all’attacco del bulbo, hanno sempre manifestazioni del fenomeno meno rilevanti.
Questa ipotesi risponderebbe alla domanda “ma è possibile con soli 400w?”, ma rimarrebbero aperte due domande fondamentali:
1 - Ma perché solo al momento dello switch? Questo fenomeno non dovrebbe impattare anche prima, quando uso 400w di MH su piante più giovani?
Cercando un po’ in giro ho scoperto che le MH hanno valori di PPF decisamente inferiori a quelli delle HPS:una 400w MH ha circa 450 PPF mentre una HPS circa 750. La Philips che ho usato ad esempio 850. Questo vuol dire che, a distanza invariata, le mie piante potevano ricevere un corretto quantitativo di fotoni con la MH, ed eccessivo con la HPS. Se aggiungiamo anche che magari durante lo stretch basta poco (un’assenza di qualche giorno) per far accorciare troppo la distanza ecco che la spiegazione potrebbe diventare convincente. Non è lo switch in quanto tale, è il cambiamento della lampada.
Questa spiegazione mi convince, ma comunque fino ad un certo punto, secondo me c’è anche una correlazione tra i cambiamenti nel metabolismo della pianta dovuti al cambiamento di fotoperiodo e l’irraggiamento luminoso, ma non sono riuscito ad individuarli.
2 - Perché al primo ciclo non è successo nonostante abbia usato i 400w di una AGRO?
Perché la fotosintesi non dipende solo dalla luce, ma anche dallo spettro luminoso, dai nutrienti, dall’acqua, dalle temperature, ed infine, dalla CO2: è un equilibrio complesso che dipende da più fattori. Soffermiamoci un attimo su quest’ultima, perché ho trovato diversi riscontri rispetto al fatto che il “light saturation point” è direttamente collegato alla disponibilità di CO2. Più CO2 è disponibile e più si alza il limite rispetto al quantitativo di fotoni utili ad una buona fotosintesi.
Nel primo ciclo ho messo solo 4 piante, dal secondo in poi sempre 6 piante (troppe).
Questo secondo me potrebbe aver prodotto due effetti:
- Il primo è che, essendo aumentata la densità della vegetazione in quanto le piante sono più ammassate, la luce non penetra perché trova uno schermo che gli impedisce di diffondersi verso il basso e questo schermo è quindi soggetto a maggior irraggiamento e di conseguenza più facilmente le foglie possono aver raggiunto il limite di tolleranza.
- Il secondo è che con l’aumentare delle piante si è ridotto il livello di CO2 disponibile e di conseguenza si è ridotta la capacità di fare la fotosintesi e quindi di utilizzo dei fotoni, cosa che ha portato un wattaggio prima magari “tollerabile” in termini di fotosintesi a non esser più tale.
Ringrazio chiunque vorrà darmi un aiuto ed un contributo a capire se le ipotesi che sto facendo hanno un senso, chiaramente se volete altre info io sono qui, ciao ragazzi!
************************* [EDIT: ho aggiunto qualche foto di come si evolve] *************************
Quello che vorrei presentarvi è un fenomeno che mi è capitato costantemente in tutti i cicli da me fatti (6), ad eccezione del primo probabilmente. Si tratta un fenomeno la cui comprensione mi sembra decisamente complessa, o almeno lo è per me. A forza di osservare il fenomeno, di provare a gestirlo e risolverlo, cercando informazioni e riscontri, sono giunto ad una serie di conclusioni che vorrei sottoporvi, anche perché, stanti le mie scarse conoscenze in tutta una serie di ambiti, non ho una piena capacità di valutarla in maniera critica.
Ultima cosa prima di iniziare, mi spiace se sarò prolisso, molto, ma come ho detto la cosa è complessa e lunga e quindi è necessario descriverla con una certa accuratezza.
In primis vi riassumo il setup negli elementi che penso possano essere chiamati in causa:
GROWBOX
Superbox V.2 - 90x60x180
ILLUMINAZIONE
Diversi bulbi da 250w a 400w sia MH che AGRO che HPS
Riflettore Cooltube Prima Klima Spudnik
Alimentatore Gavita Dimmerabile (250/275/400/440)
VENTILAZIONE e GESTIONE CLIMA
Estrazione Centrifuga Prima Klima 425 m³/h 125mm (PK125 MES) + Dimmer
Immissione Elicoidale Blauberg Bi-Turbo 100 cm - 145/190 m3/h + Dimmer
2 x Ventilatori Clipfan SJ 20cm 2 velocità
Umidificatore Cornwall 6L
Iniziamo dalla fenomenologia.
Tutte le volte che effettuo lo switch, a prescindere dalle condizioni delle piante, dopo qualche giorno comincio ad osservare un impallidimento delle foglie dei nuovi getti, a partire da quelli più alti e vicini alla luce ma che poi in misura minore va a coinvolgere anche i nuovi getti più bassi.
La sintomatologia è molto simile ad uno sbiancamento da overlight o ad una carenza di Magnesio/Ferro/Zinco che poi evolve in una carenza di Azoto con l’ingiallimento totale e successivo deterioramento delle foglie (parliamo però sempre dei getti superiori in particolare). Il fenomeno peraltro è accentuato nelle piante più esposte all’illuminazione: quelle sul lato più buio sono sempre meno colpite, almeno all’inizio. Il tutto poi si è spesso accompagnato da successivi disordini nutrizionali in misura variabile da ciclo a ciclo.
Qui sotto vi metto qualche foto ma sul mio diario o nel mio album ne potete trovare numerose altre.
STADIO INIZIALE
STADIO EVOLUTO
Si è sempre verificato in tutti i cicli ad eccezione del primo forse. Può essere naturalmente che essendo il mio primo ciclo non sia stato in grado di “vedere” certe cose, ma anche riguardando le foto e rileggendo il thread mi sembra di poter dire che il fenomeno non ci sia stato. Su questo comunque tornerò dopo perché questa cosa mi ha fornito ulteriori spunti di riflessione.
Non sto qui a ripercorrere tutti i cicli che si sono susseguiti al primo, posso però dirvi che inizialmente ho pensato fosse un problema nutrizionale collegato ad una mia scarsa capacità di gestire sotto tale profilo la fase di stretch. Ma proprio pensando ad un problema nutrizionale durante questi cicli ho usato substrati diversi (anche nel corso dello stesso ciclo), fertilizzanti e stili nutrizionali differenti, sempre con genetiche differenti, ed il fenomeno si è sempre replicato uguale a prescindere da tutti questi cambiamenti “nutrizionali”.
A questo punto ho cominciato allora a pensare che il problema fosse principalmente di illuminazione.
Ho cambiato bulbi e tra un ciclo ed un altro ho cambiato la lampada usata allo switch. Sono passato diretto da MH ad HPS, ci ho messo di mezzo una AGRO, ed in questi ultimi due cicli ho fatto lo switch lasciandole sotto MH. Inutile che vi dica che con il progredire dei cicli ho sempre fatto più attenzione alla distanza che tenevo tra piante e bulbo anche se avevo temperature buone grazie al riflettore raffreddato. Niente, nulla è cambiato, il fenomeno torna sempre, sempre uguale, sempre allo switch.
Veniamo quindi a quest’ultimo ciclo.
Cambiamento totale sotto il profilo nutrizionale. Faccio un bel substrato seguendo la ricetta dell’amico Cream, bello carico a base di Atami Kilomix e cambio anche nuovamente la linea di fertilizzanti prendendo i Sensi Grow e Bloom A+B.
Dopo un paio di settimane sotto neon faccio il travaso e le passo sotto MH 400w. Naturalmente i primi giorni ho tenuto la lampada molto alta, poi l’ho abbassata ma comunque mai sotto i 25 cm di distanza dalle piante. Faccio passare altre 3 settimane, come sempre tutto sembra andare mediamente bene, le piante crescono, nessun segno di sbiancamenti od altro, anzi, in questo caso le piante vengono su belle scure, al punto che pur senza aver mai fertilizzato alcune hanno qualche puntinatura sulle foglie, altre qualche uncinamento lieve. Insomma piante che di certo non avevano problemi di mancanza di nutrimenti.
Vado a fare lo switch, sempre sotto MH 400w tenuta a circa un 25/30cm, passano pochi giorni ed ecco che di nuovo il fenomeno inizia a ripresentarsi. Alzo subito la lampada fino ad oltre 40cm e la cosa sembra funzionare, l’impallidimento si arresta, le piante ai lati restano anche di un buon verde.
Alla fioritura cambio il bulbo e metto il Philips a 400w lasciando la distanza inalterata e, nell’arco di pochi giorni ecco che di nuovo l’impallidimento ricomincia ad estendersi. Cambio immediatamente il wattaggio a 250w + SL lasciando uno spazio superiore ai 40 cm ed il fenomeno nuovamente tende a stabilizzarsi anche se ormai le piante al centro (sotto al riflettore) hanno sbiancato visibilmente. Quelle ai lati invece molto meno.
Ad oggi ho abbassato progressivamente la distanza fino ad arrivare ad un 25 cm e mi sembra che il fenomeno non sia ripreso, ma sono sempre con 250w+SL.
A questo punto quali possono essere le cause?
Disordini nutrizionali?
Questa è stata la mia prima spiegazione, anche perché spesso comunque si sono susseguiti problemi anche di nutrizione. Ci sono molti “però” rispetto a questa spiegazione. Sempre genetiche diverse, piante in substrati diversi, stili e prodotti di fertilizzazione sempre diversi, eppure il fenomeno è sempre uguale. Quest’ultimo ciclo inoltre mi ha convinto che non può essere un problema di “eccesso di consumo in fase di stretch”: le piante erano scure, molto cariche, e soprattutto alle due che avevano dato i primi sintomi di impallidimento ho fatto anche una fertilizzata con 2ml/lt di sensi biogrow. No, non sono per nulla convinto possa essere un problema nutrizionale l’origine del fenomeno, semmai può essere una derivata, una conseguenza successiva, magari una concausa, ma l’origine è da un’altra parte per me.
Illuminazione?
Il problema di overlight è divenuto presto la mia spiegazione principale. Anche qui però ci sarebbero delle cose che non mi spiego e che quindi mi lasciano dubbioso: è possibile che 400w a 25/30 cm producano overlight? E soprattutto, perché solo al momento dello switch!!?? Le piante stanno sotto 400w alla medesima distanza anche in vegetativa e tutto va bene, e piante giovani dovrebbero accusare di più un fenomeno di overlight.
Avendo escluso ormai un'origine nutrizionale in questi giorni mi sono concentrato di più sull’aspetto dell’eccesso di illuminazione e vengo quindi (e finalmente) a dirvi quello che ho ipotizzato io.
Scusate la semplificazione ma sto ancora cercando di capirci qualcosa, cosa non semplice viste le mie scarse conoscenze in materia di illuminazione e botanica, per non parlare del mio inglese. Quindi chiedo scusa in anticipo se dirò qualche cavolata o se banalizzerò troppo.
Le piante hanno un range di assorbimento della luce. Il limite minimo, “compensation point”, è il limite sotto al quale la quantità di luce non è sufficiente per la fotosintesi, il limite massimo è invece il “saturation point” ed è il limite oltre il quale l’illuminazione fornita alla pianta è superiore al fabbisogno della fotosintesi. Il livello ottimale tra questi due parametri è ovviamente quello in cui il processo di fotosintesi è massimizzato il più possibile, vicino al saturation point.
Cosa accade se c’è troppa illuminazione?
Accade che il carico energetico è troppo alto e la pianta deve smaltirlo (photo inibition) e se supera un certo livello si arriva al photodamage, la clorofilla si danneggia irreparabilmente (light bleaching delle foglie) con ulteriore riduzione della capacità di fare la fotosintesi.
A questo punto ho dovuto per forza addentrarmi nei concetti di PPF (photosynthetic photon flux) e PPFD (photosynthetic photon flux density) . Senza che mi dilungo troppo in cose che peraltro mi appartengono poco diciamo che il numero di fotoni che raggiunge la superficie delle foglie incide sul livello di fotosintesi. Esiste un dibattito acceso su quale sia il livello ottimale per la cannabis in merito al quale non ho gli strumenti conoscitivi necessari per esprimermi.
Io uso 400w in un box 90x60x180, un wattaggio non basso per le dimensioni del box, anzi. Posso permettermelo in virtù del fatto che uso uno Spudnik come riflettore, e grazie anche al fatto che il box è in un luogo che nei mesi invernali ha temperature basse. Questo Spudnik però sono stato costretto ad usarlo in “senso invertito” a causa delle sue dimensioni: è al centro del box ma i lati deboli dell’illuminazione (punta e retro del bulbo) sono rivolti sul lato lungo del box (90cm) mentre invece le parti laterali del bulbo sono nel senso dei 60cm (anche se questa cosa l’ho sistemata da poco riuscendo a metterlo nel verso giusto). Se a questo aggiungiamo che lo Spudnik, in quanto riflettore raffreddato, ha il bulbo incassato, mi viene da supporre che ci possa essere soprattutto una concentrazione molto alta di illuminazione in una zona ristretta del box. E difatti le piante sul lato più in ombra, quello rivolto all’attacco del bulbo, hanno sempre manifestazioni del fenomeno meno rilevanti.
Questa ipotesi risponderebbe alla domanda “ma è possibile con soli 400w?”, ma rimarrebbero aperte due domande fondamentali:
1 - Ma perché solo al momento dello switch? Questo fenomeno non dovrebbe impattare anche prima, quando uso 400w di MH su piante più giovani?
Cercando un po’ in giro ho scoperto che le MH hanno valori di PPF decisamente inferiori a quelli delle HPS:una 400w MH ha circa 450 PPF mentre una HPS circa 750. La Philips che ho usato ad esempio 850. Questo vuol dire che, a distanza invariata, le mie piante potevano ricevere un corretto quantitativo di fotoni con la MH, ed eccessivo con la HPS. Se aggiungiamo anche che magari durante lo stretch basta poco (un’assenza di qualche giorno) per far accorciare troppo la distanza ecco che la spiegazione potrebbe diventare convincente. Non è lo switch in quanto tale, è il cambiamento della lampada.
Questa spiegazione mi convince, ma comunque fino ad un certo punto, secondo me c’è anche una correlazione tra i cambiamenti nel metabolismo della pianta dovuti al cambiamento di fotoperiodo e l’irraggiamento luminoso, ma non sono riuscito ad individuarli.
2 - Perché al primo ciclo non è successo nonostante abbia usato i 400w di una AGRO?
Perché la fotosintesi non dipende solo dalla luce, ma anche dallo spettro luminoso, dai nutrienti, dall’acqua, dalle temperature, ed infine, dalla CO2: è un equilibrio complesso che dipende da più fattori. Soffermiamoci un attimo su quest’ultima, perché ho trovato diversi riscontri rispetto al fatto che il “light saturation point” è direttamente collegato alla disponibilità di CO2. Più CO2 è disponibile e più si alza il limite rispetto al quantitativo di fotoni utili ad una buona fotosintesi.
Nel primo ciclo ho messo solo 4 piante, dal secondo in poi sempre 6 piante (troppe).
Questo secondo me potrebbe aver prodotto due effetti:
- Il primo è che, essendo aumentata la densità della vegetazione in quanto le piante sono più ammassate, la luce non penetra perché trova uno schermo che gli impedisce di diffondersi verso il basso e questo schermo è quindi soggetto a maggior irraggiamento e di conseguenza più facilmente le foglie possono aver raggiunto il limite di tolleranza.
- Il secondo è che con l’aumentare delle piante si è ridotto il livello di CO2 disponibile e di conseguenza si è ridotta la capacità di fare la fotosintesi e quindi di utilizzo dei fotoni, cosa che ha portato un wattaggio prima magari “tollerabile” in termini di fotosintesi a non esser più tale.
Ringrazio chiunque vorrà darmi un aiuto ed un contributo a capire se le ipotesi che sto facendo hanno un senso, chiaramente se volete altre info io sono qui, ciao ragazzi!
************************* [EDIT: ho aggiunto qualche foto di come si evolve] *************************