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Ciò che non vedi nei tg

kenshiro

Active member
Veteran
posto qua un'articolo apparso oggi sul corriere, madonna che mi tocca leggere

'la marjiuana fa male all'ambiente'

in realtà quello che scrive è vero ma messa così sembra che la colpa sia come al solito 'nostra' e non del proibizionismo, come se a me facesse piacere pagare bollette salate tutti i mesi...
 

skunk92

Member
Oddio che mi rocca leggere.......se la legalizzassero vedi che poche persone la coltiverebbero In.
Sapete come potete abbattere costi sulla bolletta e ambientali??
Con 200 euro vi comprate 1 pannello solare da 25 volt, regolatore di carica, batteria da 12 volt di quelle per la macchina per immagazinare l'energia prodotta dal pannello e un inverter per invertire la corrente da 12 volt a 220 volt x prese normali!!
Aprirei un topic per spiegarlo!!
 

makico

Member
Sapete come potete abbattere costi sulla bolletta e ambientali??
Con 200 euro vi comprate 1 pannello solare da 25 volt, regolatore di carica, batteria da 12 volt di quelle per la macchina per immagazinare l'energia prodotta dal pannello e un inverter per invertire la corrente da 12 volt a 220 volt x prese normali!!
Aprirei un topic per spiegarlo!!
allora aprilo,secondo me sarebbe interessante e d'aiuto a molti,scusate l'OT :tiphat:
 
M

maranano

Piantare Marijuana a Fukushima potrebbe aiutare ad eliminare le radiazioni

Piantare Marijuana a Fukushima potrebbe aiutare ad eliminare le radiazioni

Anche se non ci piace l’idea di esporre la cannabis alle radiazioni nucleari, la verità è che questa pianta dai molti talenti potrebbe significativamente contribuire a ridurre gli alti livelli di radiazioni riscontrati nel settore della prefettura di Fukushima. Ad oggi è stata prevista una zona di evacuazione di 20 -30 km attorno alla centrale, in quanto l’indice di radiazioni rilevato entro questo raggio sarebbe mortale per chiunque. Qualcosa di simile successe a Chernobyl, in Russia, dove vennero utilizzate diverse tipologie di piante per assorbire le radiazioni del terreno e quindi ripulirlo. Fù nel 1998, a 12 anni dalla fatale esplosione dell’impianto di Chernobyl, che la Consolidated Growers and Processors (PMC) , la Phytotech, e l’Institute of Bast Crop of Ukraine si unirono per iniziare la sperimentazione dell’uso di piante per ripulire il terreno circostante alla centrale dai metalli pesanti ancora presenti. L’obiettivo era di verificare se le piante, alimentandosi con i nutrienti del sottosuolo, potessero assorbire anche questi metalli, in un processo noto come fitorimediazione. Alcune piante hanno la proprietà di assorbire i metalli attraverso le loro radici, e catturarne alcuni che sono particolarmente dannosi per l’uomo come l’uranio o il ranelato 90. Una volta assorbiti, tali elementi vengono accumulati nelle foglie.

Tra i test effettuati sulle piante spiccavano i risultati della marijuana e del girasole che hanno ripulito fino all’80% dei metalli nocivi nella zona interessata. Dopo aver completato il processo di assorbimento, le piante, devono essere incenerite e, successivamente, le ceneri trattate come rifiuto radioattivo. La cattiva notizia è proprio questa, la buona notizia è che una volta portato a termine il loro eroico lavoro, la zona sarebbe decontaminata – Un’ulteriore prova dei benefici portati dalla cannabis all’umanità.

http://www.climatrix.org/2011/04/piantare-marijuana-fukushima-potrebbe.html
 

skunk92

Member
E non solo........ho sentito che la marijuana ha un DNA flessibile, si potrebbe estraporarlo e farla diventare antiradioattiva, l'ho sentito da qualche parte!!
 

meditatore

Member
ahahah mitica ali!
ho smesso di guardare il calcio a 14 anni, ma l'ultima squadra che ho tifato è stata proprio la roma: ce l'ho ancora nel cuore, quindi quoto in pieno anch'io! :D
 

BadSeed

Active member
Veteran
Droga, lo strappo antiproibizionista di Bolzano

LEGGETE!

Dpa rilancia marcia della vita in contrapposizione alla Millennium Marijuana March

Si terra' a Roma giovedi' prossimo, la conferenza stampa di apertura di "In marcia per la vita - Liberi dalle droghe", che dara' il via alla staffetta nazionale che tocchera' tutte le regione italiane.
Il progetto, finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga, e' stato realizzato in collaborazione con l'Istituto del Credito Sportivo, l'Associazione Nazionale di Promozione Sportiva nelle Comunita' e il Comitato Olimpico Nazionale.
La marcia, che attraversera' tutto il territorio nazionale e vedra' protagonisti maratoneti e bikers provenienti dalle Comunita' di recupero, rappresenta l'occasione per portare nelle strade la testimonianza di migliaia di ragazzi in programma terapeutico, in mezzo alla gente e, attraverso lo sport, per riscoprire emozioni e gioie perdute a causa del consumo di droghe.
La staffetta prendera' il via contemporaneamente da Trieste e da Marsala il 14 maggio, per concludersi il 3 giugno a Roma. I 3.000 km saranno distribuiti su 35 tappe, in corrispondenza delle quali si daranno il cambio utenti e operatori delle Comunita' Terapeutiche. Le tappe saranno contornate da manifestazioni culturali e musicali, momenti di sensibilizzazione e informazione, occasioni di aggregazione sociale.
"Abbiamo accolto e sostenuto con molto piacere - afferma Giovanni Serpelloni, capo del Dpa - l'idea di questa marcia, che simbolicamente rappresenta il percorso svolto dai pazienti all'interno delle comunita' finalizzato al miglioramento della propria vita attraverso l'impegno e l'esercizio. L'iniziativa ha inoltre come obiettivo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della droga e della tossicodipendenza ma anche di unire in un unico abbraccio ed intento di lotta alla droga le comunita' e i centri pubblici e privati che sono impegnati quotidianamente nel recupero dei nostri ragazzi".

DPA mobilitazione contro gli incidenti stradali

Il Dipartimento politiche antidroga (Dpa), la cui delega e' affidata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, aderisce alla campagna di sensibilizzazione europea dal titolo 'Uniti per fermare le stragi sulle strade - Decennio per la sicurezza stradale 2011-2020 per salvare milioni di vite', che prendera' il via domani in tutta Europa.
"Come rilevato dall'Oms - sottolinea in una nota il Dpa - gli incidenti dovuti alla circolazione sono un problema crescente in materia di salute e di sviluppo, che riguarda tutti i Paesi, e questa iniziativa offre una cornice per una risposta piu' incisiva. Per questo e' stato chiesto a molti Paesi e comunita' di adottare delle misure decisive per salvare le vite sulle nostre strade e autostrade e, per l'occasione, sono state attuate delle linee d'azione atte a migliorare la sicurezza delle strade e dei veicoli, a potenziare i servizi di emergenza e piu' in generale a perfezionare la gestione della sicurezza stradale, prevedendo inoltre un rafforzamento della legislazione e della sua applicazione per quanto riguarda l'utilizzo del casco, delle cinture di sicurezza e di altri dispositivi di sicurezza per bambini, la guida in stato di ebbrezza e l'eccesso di velocita'".
Dal punto di vista della sicurezza stradale il Dpa "ha sempre sostenuto che la droga corre e uccide anche sulla strada - sottolinea - e proprio in seguito a un'attenta valutazione dei tassi di incidentalita', e alla luce dei risultati ottenuti nel corso della sperimentazione del protocollo 'Drugs on street', realizzato dallo stesso Dpa, si e' deciso di estendere il progetto a 50 Comuni italiani in collaborazioni con le Prefetture.
"L'estensione del Protocollo in altre citta' - secondo il Dipartimento - ha contribuito a definire in maniera piu' esaustiva la dimensione del fenomeno della guida in stato di alterazione psicofisica nel nostro Paese. D'altronde l'approvazione delle nuove norme del Codice della Strada non fa che confermare la necessita' di attivare protocolli come 'Drugs on street' e programmi atti a combattere alcol e droga che vengono considerati proprio tra le cause principali degli incidenti stradali".

Droga e riduzione danno. Giovanardi: non si cura malato con altri veleni
"Quale medico puo' curare un malato con altro veleno? Cosi' si cronicizza il paziente e si espongono gli altri al pericolo di una persona sotto l'effetto di sostanze". Con queste parole, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alle politiche antidroga, Stefano Giovanardi, intervistato dalla 'Stampa', commenta la sperimentazione avviata dal Centro per la prevenzione delle dipendenze della Provincia di Bolzano, che prevede la distribuzione di sostanze stupefacenti a persone che hanno gia' sviluppato una tendenza, restando pero' all'interno di un percorso sanitario per ridurne il bisogno.
"Non mi sembra una grande novita' - osserva Giovanardi - la terapia scalare del metadone parte dalla stessa teoria". E si dice dunque contrario a dare "dosi di veleno della mutua", ricordando: "Le neuroscienze hanno ormai accertato i danni cerebrali che provoca il consumo di droghe. Presenteremo un documentario sugli effetti della cocaina: cervelli a gruviera, palati con i buchi, nasi rifatti dalla chirurgia perche' finiti in putrefazione".
Per l'esponente di governo, "la strada maestra nella lotta alle droghe restano la prevenzione e la dissuasione dei giovani. E infatti - riferisce il sottosegretario alle politiche antidroga - le rilevazioni dimostrano che c'e' stato un calo del 25% dell'uso di droghe in Italia".

http://www.sciencedaily.com/releases/2007/04/070417193338.htm
Studio dell'Harvard University conosciuta e famosa, ce ne sarebbero molti altri.
 

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