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Perchè le forze “dell’ordine” sono nostre (in senso ampio) nemiche

taffy86

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La mafia lucra perchè la gente vuole sballare, non c'è molto da dire, potete costruirvi tutti i castelli che volete, potete essere dei consumatori di maria consapevoli e responsabili ma resta il fatto che siamo la minoranza dei consumatori. Ormai vanno tutti di bong.

Io sono contrario all'accanimento nei nostri confronti e alle pene che si rischiano per l'autoproduzione a scopo personale come al tempo stesso sono contrario alla liberalizzazione come nei Paesi Bassi.
Sostituire nella nostra cultura l'alcool con la canapa, anzi sommarli, di sicuro non porterebbe benefici (se non a noi) perchè la situazione angosciante in cui versiamo spinge troppo verso gli eccessi.

Non si possono guardare le situazioni altrui, ognuno caghi nel proprio prato e se in Olanda sono avanti anni luce in termine di servizi al cittadino, pari opportunità etc etc dobbiamo anche renderci conto dei nostri limiti e che al momento liberalizzare l'erba in Italia è utopico quanto l'anarchia. Del resto il sangue di Cristo è vino, non erba, abbiamo avuto questa sfortuna, saremo tutti induisti nella prossima vita (karma permettendo) :)

W la jolla del relax alla sera, lo spriz di libertà quotidiano. Fanculo a chi tutti i giorni ci dà di roor e ci fa passare tutti per tossici drogati, fanculo alla polizia che ci tratta tutti come tali. :tiphat:

p.s.
Basta politicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :moon:
 

growoo7

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@taffy86 rispetto il tuo pensiero che potrebbe anche essere condiviso ma non da me però ricorda che nessuno e obbligato ad andare nel coffee shop nessuno e obbligato a fumarsi una canna e quindi nessuno è obbligato a vietarlo. per me la depenalizzazione non è minimante paragonabile all'anarchia.
e poi non vivo nessuna situazione angosciante che mi spinge a farmi di più o di meno.
pareri diversi.
 

taffy86

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Io non mi riferivo alla depenalizzazione, quella sarebbe sacrosanta ma alla liberalizzazione e ad ogni modo il mio ragionamento non era riferito a nessuno nello specifico, è solo che vedo l'aria che tira ed è pessima.
Sono stato già un paio di volte nei Paesi Bassi ed è vero che gli olandesi ci danno dentro con alcool e ganja ma è altrettanto vero che hanno un senso civico decisamente più sviluppato del nostro.

Legalizzare e quindi permettere l'apertura dei coffeeshop in Italia attualmente significherebbe legalizzare la mafia che avrebbe le risorse subito pronte per prendersi la grande fetta del mercato, già mi immagino gli scandali per le licenze.

A me basterebbe anche solo sentirmi dire puoi tenere una pianta senza rischiare il carcere ma anche questa per il momento è pura utopia.
O cambiano le cose o possiamo iniziare a coltivare ricino, sarà il mercato del futuro! :help:
 

growoo7

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anche a me basterebbe solo quello ma ci sarà sempre qual'cuno che non può tenere una pianta per vari motivi e la dovrebbe comprare, e così rinizia il disco e la musica è sempre la stessa o no?
 

Wolv

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Ma oh? Tutti questi post e non c'è ne mezzo che dica cose nuove, intelligenti o interessanti. Forse non lo sapete ma sulla tastiera non c'è scritto: "devi per forza scrivere qualcosa".
E poi cavolo almeno noi la smettiamo di credere al lavaggio del cervello dei mass media? L'erba non è una droga e non c'entra proprio nulla con l'alcool.
E poi taffy86 frasi come questa... cito:"Sono stato già un paio di volte nei Paesi Bassi ed è vero che gli olandesi ci danno dentro con alcool e ganja ma è altrettanto vero che hanno un senso civico decisamente più sviluppato del nostro."
Sai perchè l'Italia è una merda? Perchè tutti noi critichiamo gli "italiani"(entità sempre più misteriosa ed evanescente) e mai nessuno però critica se stesso. Parli di senso civico? Sai cos'è ad esempio senso civico? Non acchiapparsi una pianta che non si sa di chi sia, dicendo che tanto è spontanea o che è in un campo di un privato (se è guerriglia per forza non la faccio a casa mia). E lo vedi sul forum come ci rimangono le persone a cui inculano la guerriglia e malgrado la sofferenza palpabile che si avverte nelle loro parole, tu non ti sei posto il dubbio e se mi sbaglio, e se è di qualcuno...
E poi ancora: "Fanculo a chi tutti i giorni ci dà di roor e ci fa passare tutti per tossici drogati, fanculo alla polizia che ci tratta tutti come tali."
Ecco bravo invece di prendertela con polizia, politici&co prendiamocela con chi si fuma il roor tutti i giorni, perchè NOI TUTTI siamo etichettati come drogati per colpa loro.... Ma ce la fai? Siamo etichettati come drogati a prescindere che fumiamo 5 grammi in un giorno o in un mese, quindi fare ste distinzioni è stupido, e anche ottuso, perchè sembra quasi che stai dicendo: "io faccio così e va bene, se però qualcuno fuma più di me è un drogato". Tra l'altro non ho un roor, ma fumo bong tutte le sere, non so ora dimmi tu se sono o meno un drogato.
Aggiungo che chiederò a un mod di cancellare un po' di post da questo 3D.
Se volete contribuire e un giorno trovassi un post, non so ad esempio sui pro e contro del nucleare, sarei davvero felicissimo, però per cortesia domani non fatemi trovare altri post con stupidate, che vorrei smettere di fare l'acido e buttare tempo nel cesso a rispondere a chi pensa che qua fra cervello e mani ci si un collegamento diretto.
 

Wolv

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perfetta commistione di argomenti... sarò monotono, ma che ci posso fare?!

perfetta commistione di argomenti... sarò monotono, ma che ci posso fare?!

Da: http://www.infoaut.org/articolo/il-blitz-propagandistico-al-csoa-officina-99

Tra provocazione e propaganda

La destra comincia la sua campagna elettorale suonando una cover vecchissima: quei "drogati dei centri sociali"....!

Con un'operazione palesemente telecomandata e una giornalista de il Roma "Embedded", intorno alle 12 di oggi alcuni personaggi in borghese poi qualificatisi come appartenenti alla guardia di Finanza sono entrati all'interno del Csoa Officina 99 di Via Gianturco per verificare sulla base di "segnalazioni ricevute" la presenza di piante di Canapa. Guarda caso il giorno dell'avvio della festa annuale in strada, probabilmente per avere piu pubblicità...

Dopo una lunga perquisizione sono state sequestrate alcune piante presenti sul terrazzo e identificate tutte le persone presenti dentro e fuori il centro sociale, che lavoravano alla preparazione della 1 giornata di "adunata Sediziosa" XI festa dell'autorganizzazione e dell'antagonismo campano.

Le 7 persone impegnate con la cucina sono state addirittura portate nella caserma di via Gianturco perchè, a differenza di chi allestiva gli stands, era dentro il palazzo!! Un presidio con decine di attivisti si è immediatamente costituito fuori la caserma per chiederne l'immediato rilascio!

Per gli avvocati sarebbe tragicomico se, in uno spazio sociale aperto a tutti, 6 persone impegnate nella cucina, si vedano assegnata qualche responsabilità particolare per delle piante trovate sul terrazzo. In un altro qualunque momento ne avrebbero trovate altre venti, di persone, o anche migliaia durante un'iniziativa come stasera.

Tutti sanno invece che da anni sul terrazzo del centro, del tutto pubbliche e visibili, ci sono alcune piante di canapa come simbolo e provocazione politica contro le leggi proibizioniste che continuano a fare morti e profitti per le organizzazioni mafiose. E' politicamente e moralmente vergognoso che in una città come la nostra dove il proibizionismo consegna uin potere enorme alle narcomafie si facciano blitz farsa come questo a scopo di propaganda.

Il centro sociale che da anni ha un consolidato riconoscimento nel quartiere, che svolge in continuazione attività, corsi e serate, cui la cittadinanza riconosce un ruolo chiave nella salvaguardia ambientale dell'area, continua ad essere attaccato per una battaglia politica che continuerà a svolgere, contro una legge infame, la Fini-Giovanardi, che sta riempiendo le carceri di giovani consumatori senza risolvere i problemi e contro la demonizzaziuone della canapa che ha solo ragioni speculative.

Venerdi 17 settembre alle ore 12.30 all'interno del c.s.o.a. Officina 99 conferenza stampa
 

zomboweed

UnDead Member
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non penso affatto che l'eventuale apertura di coffee shop in italia sarebbe dare il via libera alla mafia. Come non lo è stato in USA quando è finito il proibizionismo. Ci sarebbe sicuramente un lungo periodo di assestamento, ma poi le cose dovrebbero migliorare. I tabaccai non hanno mai acquistato dai trafficanti di sigarette, nonostante avrebbero sicuramente potuto e sicuramente avrebbero strappato dei buoni prezzi. La regolamentazione e il dover pagare delle tasse documentabili dovrebbero sicuramente aiutare.
Non dimentichiamoci che il sistema olandese è tutt'altro che perfetto.. i coffee vendono legalmente ma acquistano illegalmente nonostante l'olanda sia sicuramente più "civica" e regolamentata dell'italia. In olanda non è possibile, a parole e per legge, coltivare in casa con la lampada... poi le cose stanno come stanno, ma la legge è ben diversa. anche li ci sono voluti anni per eliminare tutti i coffee "sgrausi" e gli spacciatori dalle strade. negli anni 80/90 la situazione era ben diversa che oggi... centinaia di spacciatori, decine di coffee shop sordidi e quasi pericolosi. Con anni di regolamentazione le cose sono migliorate ma ancora lontane dalla perfezione, dato che i coffee comprano ancora da organizzazioni criminali e da coltivatori che potrebbero essere arrestati, viste le vigenti leggi.

Sul discorso del senso civico, purtroppo condivido il fatto che gli italiani non ne hanno. Ho passato 10 gg a salisburgo l'anno scorso... il venerdi e il sabato sera i ragazzi giovani si trovano tutti lungo il fiume, con bottiglie di vino, alcolici, ganja. Il mattino dopo non c'e' una bottiglia ne una cartaccia per terra, nessuno annega nel fiume, non senti urla ne schiamazzi. da noi avremmo un porcilaio, un accoltellato a sera, due annegati nel fiume. E' purtroppo la fottuta realtà. sono un popolo di testoni, anche un po' scemi forse, chiusi e .. quasi ottusi, ma hanno senso civico. noi no.
La domenica le edicole sono chiuse.. la notte del sabato passa un camioncino che appende dei bustoni di plastica con i giornali ai lampioni con una gettoniera dove mettere i soldi.. la sera della domenica la riprende . Penso vi immaginate tutti cosa succederebbe se questo sistema venisse applicato da noi. durerebbero due ore.
No way, secondo me. Dovrebbe cambiare la testa dell'italiano medio. e ci vorrebbero secoli purtroppo. Siamo più furbi, più adattabili forse, ma ci piace troppo la via facile . e ci manca l'idea di BENE COMUNE. il bene comune è mio, pensiamo tutti. Sono molto dispiaciuto da questo, cerco di insegnare queste cose a mio figlio, non ho mai rubato niente che fosse di tutti e non ho mai vandalizzato niente.. ma la goccia nel mare serve a poco.. anche se sono molte gocce. Esistono gli sbirri normali e comprensivi, ma la polizia e i carabinieri nel loro totale non lo sono.

Guardate il fenomeno smart shop... tutto bene, vendevano sostanze di tutti i generi, e secondo me nel suo privato ognuno può fare quell0 che gli pare ... ma cosa hanno portato? Io ho provato la salvia divinorum, a casa mia e con il setting giusto.. non mi è piaciuta, non l'ho usata per molto, mi è piaciuta l'esperienza ma non gli effetti collaterali. ma sono stati affari miei privati.
Poi arriva il ragazzino stupido che la porta in gita, e salta dal balcone. questo diventa un affare pubblico. e la salvia viene proibita. Gli smarts shop vengono presi di mira e chiusi perchè le persone "normali" li ritengono rivendite di droghe rivolte ai ragazzini stupidi. Se ci fosse una giusta informazione , e il giusto senso civico, queste cose non succederebbero. Ma l'informazione è falsata da giornalisti e "parlatori" stupidi e ignoranti, il senso civico non esiste. troppe cose da cambiare, secondo me in questo paese.
Anche l'approccio all'alcool, di cui abbiamo una cultura millenaria e tradizioni. viene distorto e causa quello che causa. Li però ci sono capitali in gioco e tutto viene lasciato com'è, quando l'informazione dovrebbe esserci anche li. e del senso civico , anche.
 

Wolv

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Questo è il motivo per cui "i miei ci credono ancora"...

Questo è il motivo per cui "i miei ci credono ancora"...

... aloro Pertini, a noi Napolitano...

http://www.senzasoste.it/anniversar...-la-strada-bruciata-delle-magliette-a-strisce

La battaglia di Genova 50 anni dopo: "La strada bruciata delle magliette a strisce"

Sono passati esattamente cinquant'anni dalla rivolta dei ragazzi in maglietta a strisce scesi piazza a Genova per impedire un congresso di neofascisti. Un convegno voluto anche dall'allora governo del democristiano Tambroni, che da pochi mesi era diventato presidente del Consiglio grazie ai 14 voti dei parlamentari dell'Msi. La determinazione dei manifestanti fecero fallire quel tentativo di sdoganare, per la prima volta dal dopoguerra, gli eredi del tragico ventennio. Quel convegno fu infatti annullato. Nell'estate del 1960 ci fu un terremoto, di quelli imprevisti, violento e allo stesso tempo liberatorio. In prima fila negli scontri di piazza, da Genova a Catania, da Reggio Emilia a Palermo, da Roma a Bologna, c'erano giovani sui vent'anni, operai figli di operai che pagarono cara la loro voglia di farsi sentire. La pagarono con il sangue. In undici rimasero sull'asfalto, crivellati dalle sventagliate dei mitra e dai colpi di pistola. Altre centinaia finirono in ospedale o sul banco degli imputati come pericolosi sovversivi e condannati a scontare anni di carcere. Sapevano di rischiare grosso eppure scesero in piazza convinti che andasse fatto, che quello era il loro dovere, l'unico modo per dire no al ripetersi della storia. Per questo motivo i ragazzi con le magliette a strisce rimasero impresse nel mio cervello appena ne venni a conoscenza.

Sentii parlare di loro, per la prima volta in vita mia, quando indossavo con orgoglio la mia nera corazza punk. Fu il libraio Primo Moroni che mi spiegò bene cosa accadde il 30 giugno 1960 a Genova. “Andammo sulle barricate a fare a cazzotti con i celerini e carabinieri che difendevano i fascisti. Eravamo tutti giovani, generosi e intransigenti, portavamo i jeans, avevamo il mito dell'America e siccome i soldi in tasca erano pochi ci vestimmo con delle magliette comprate per trecento lire nei grandi magazzini. Non ci interessava una vita passata solo lavorando, preferivano guadagnare meno ma avere più tempo libero, però quando ci fu da protestare non ci tirammo certo indietro.” Era uno dei suoi strepitosi racconti orali che per noi ventenni di allora rappresentava una specie di rappresentazione cinematografica a dir poco epica, con i moti dei movimenti operai come protagonisti. C'era stato anche lui a Genova quando aveva 24 anni e partecipò agli scontri in prima fila dopo aver mal interpretato una telefonata del responsabile del servizio d'ordine di una sezione della Fgci milanese alla quale era iscritto. Inutile dire che per noi punk, che consideravamo i nostri vestiti come uno dei pochi strumenti per esprimere rabbia e ribellione, quelle magliette a strisce furono una precisa indicazione sui nostri futuri doveri. D'altronde, come tentò sempre di sottolinearci Primo, non avevamo inventato proprio niente. Già il grande poster incorniciato che il libraio teneva alla sue spalle ci consigliava di guardare un po' oltre la nostra divisa. Era infatti una foto d'epoca che ritraeva la Banda Bonnot, anarchici francesi nonché rapinatori di banca che vestivano in nero come noi, che vivevano in una comune ed erano vegetariani come noi. (Ai quei tempi noi punk stavamo tutti al Virus di via Correggio). A Milano poi c'erano stati i giubbotti di pelle della Volante Rossa, i capelloni beat che inneggiavano al libero amore, gli studenti con l'eskimo e infine i trench bianchi della famosa banda Bellini...

Le magliette a strisce orizzontali bianche e blu o bianche e rosse furono un segno distintivo che riunì i giovani contro il ritorno del fascismo, in una lotta fino all'ultimo sangue come quello dei Morti di Reggio Emilia, (7 luglio 1960), immortalati nella celebre canzone di Fausto Amodei.
Cosa portò alcuni ragazzi a scegliere un indumento come simbolo di una rivolta contro l'autorità costituita? Cosa li mosse? Non erano bandiere rosse quelle che sventolavano, erano semplici magliette comprate al discount. Ma soprattutto perché dopo il 1960 non ci fu più niente di così dirompente nel rapporto tra i simboli della rivolta e l'impegno politico?
Dopo tanti anni si potrebbe anche affermare che noi non siamo stati capaci di tramandare l'importanza dell'adottare nuovi simboli in grado di rappresentare un'opposizione intransigente alle attuali derive totalitarie. Resta il fatto che i ragazzi con le magliette a strisce non furono mai così irrimediabilmente ostacolati dai loro rappresentanti istituzionali come invece capitò alla mia generazione. Per farvi un esempio vi vorrei riportare le parole che l'allora deputato del Psi Sandro Pertini, pronunciò a Genova il 28 giugno 1960. Sarà ricordato come “u brighettu”, il fiammifero, a significare che accese la fiamma della sollevazione popolare. Sandro Pertini arrivò attraversò Piazza della Vittoria a Genova strinse la mano ai vecchi compagni partigiani e salì sul palco accolto dall'ovazione di trentamila antifascisti. “Le autorità romane sono impegnate a trovare quelli che ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazione di antifascismo” gridò con tutto il fiato che aveva in gola. “Non c'è bisogno che s'affannino. Lo dirò io chi sono i nostri sobillatori. Eccoli qui: sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime e delle risate sadiche dei torturatori.” Gli applausi lo interruppero per diversi minuti. Poi Pertinì continuò. “Io nego che i missini abbiano il diritto di tenere a Genova il loro congresso. Ogni iniziativa. ogni atto, ogni manifestazione di quel movimento è una chiara esaltazione del fascismo. Si tratta, del resto, di un congresso qui convocato, non per discutere ma per provocare e contrapporre un passato vergognoso ai valori politici e morali della Resistenza” Pertini chiese a tutti di scendere in piazza per tutelare la libertà conquistata con il sacrificio di migliaia di innocenti. “Oggi i fascisti la fanno da padroni, sono di nuovo al governo, giungono addirittura a qualificare come un delitto l'esecuzione di Mussolini. Ebbene, io mi vanto di aver ordinato la fucilazione di Mussolini, perché io e gli altri membri del CLN non abbiamo fatto altro che firmare una condanna a morte, pronunciata dal popolo italiano vent'anni prima.” Pertini comunque non fu il solo a stare a fianco dei ragazzi in rivolta, lo dimostra il fatto che al processo sui fatti di Genova e quelli siciliani o di Reggio Emilia, gli imputati per gli scontri furono difesi dai migliori avvocati dell'apparato del Pci, tra cui Umberto Terracini che aveva redatto la Costituzione e il capo partigiano Giovanbattista Lazagna. Inoltre i vertici del partito togliattiano cominciarono una seria autocritica interna per capire lo scollamento tra il movimento spontaneo e la strategia del Pci. “Non bisogna perdere il contatto con le masse entrate in lotta” dicevano. Le testimonianze che dimostrano tutta la lacerazione di quel dibattito sono riportate da molti libri. Il primo è uscito da qualche settimana e s'intitola Al tempo di Tambroni di Annibale Paloscia per Mursia, poi c'è lo stupendo romanzo del 2008, L'estate delle magliette a strisce di Diego Colombo per Sedizioni e infine un capitolo del breviario di racconti orali di Cesare Bermani, Il nemico interno per Odradek, dove potete trovare le ragioni della telefonata mal interpretata da Primo Moroni. Vedere i dirigenti del Pci barcamenarsi tra i Teddy boy e le magliette a strisce presumibilmente usate da personaggi trasgressivi come Picasso e Brigitte Bardot, fa oggi morire dal ridere. Emilio Sereni s'interrogava sulla “gioventù sotto una direzione che non è la nostra.” E in effetti le iscrizioni alla Fgci erano in calo mostruoso (365 mila nel '56, 229 mila nel 1960). C'era chi accusava i giovani di aver subito una “deteriore influenza dal clericalismo e dall'americanismo” e chi invece sosteneva il dialogo, certamente non fu facile per tutti loro controbattere alle tesi dello scrittore Carlo Levi apparse sul settimanale “ABC”. “Spingere con la forza e non tacere. Dovete usare la vostra forza per sovvertire, protestare. Fatelo voi che siete giovani.” diceva Levi e quindi, rivolto ai dirigenti del Pci notava. “Questi fatti impongono a tutti un esame approfondito, e l'elaborazione, o la modificazione di programmi e di metodi: lo studio preciso di fini concreti, nati dalla coscienza popolare. La fiducia, rinata attraverso l'azione, è un bene prezioso che non può essere deluso e dissipato”. Su quelle magliette a strisce, e in senso più ampio sulla passione per i modelli trasgressivi dell'american way of life trasmessi dai film come The Wild one o con le scosse del Rock 'n' Roll, nessuno dei dirigenti comunisti o socialisti riuscì mai a capirci qualcosa. Eppure non erano in pochi quelli che avevano compreso quanto quei modelli erano sedimentati tra i giovani e quanti immaginari di società diverse e vissuti generazionali affascinanti avessero sprigionato.
Negli ultimi 50 anni i partiti che avrebbe dovuto rappresentare i diritti dei lavoratori e delle fasce più deboli della società si sono trasferiti piano piano dall'altra parte della barricata, ormai è palese. Durante gli anni Settanta furono impegnati a spegnere ogni fuoco possibile che nasceva spontaneo tra le masse diseredate, ripiegando sulla criminalizzazione dei sobillatori, come a dire: “Se non ci fossero gli estremisti di sinistra, il mondo sarebbe perfetto.” Poi, dopo essersi battuti soprattutto per dimostrare di essere all'altezza della modernità, di essere persone raffinate e di buone maniere e amici del business globale, hanno raggiunto l'apice nel dopo G8 2001, (ancora una volta a Genova), con la deleteria questione della nonviolenza. E lì è crollata la maschera.
È vero che da parte nostra, e intendo ragionare sui quei pochi punk e autonomi che restarono a galla durante gli anni del riflusso, non ci fu la capacità di smontare i meccanismi di cancrena sociale che si svilupparono attorno alle nostre roccaforti liberate. Forse non capimmo bene ciò che si nascondeva dietro la gelateria dei gusti colorati e degli stili di vita che stava prendendo piede nelle nuove generazioni. Non capimmo neanche la danza degli spettri dei rave nel limbo fluorescente di una bolla destinata prima o poi a scoppiare, senz'altro fummo travolti dal bling bling degli anni '00 con il luccicare delle fibbie dolcegabbana a simboleggiare la resa definitiva del nostro futuro. Non sta a me provare a fare analisi, sono solo un grande appassionato delle magliette a strisce e di tutte le creature simili che si sono susseguite nel corso del tempo. Però di una cosa ne sono sicuro, noi fummo contrastati in primo luogo da ciò che rimaneva dell'apparato dell'ex partito comunista italiano teso nella sempre più spasmodica ricerca di un paese normale...
Purtroppo oggi l'orologio della storia è ritornato brutalmente indietro e i fascisti non solo sono stati ampiamente sdoganati, ma hanno addirittura riconquistato il potere e l'egemonia culturale. Ora che l'insolente corruzione dei politicanti e la tracotanza padronale hanno dilagato, sono ancora pochi coloro disposti a non naufragare di fronte alla paura nei confronti della passione per la libertà e l'uguaglianza. E noi continuiamo a essere orfani di quelle magliette strisce, che oltre a difendere i diritti già acquisiti, riuscirono a rilanciare sul futuro per conquistarne nuovi.

"Per sua stessa natura la giovinezza è stata da sempre incaricata di rappresentare il futuro: la perenne caratterizzazione mediatica dell'adolescente come genio o mostro continua a veicolare le speranze e le paure degli adulti su quanto accadrà in futuro. Ignorare chi spicca come precursore a favore di chi resta fedele allo status quo significa rifiutare l'impegno preso con il futuro, se non addirittura equivocare la natura stessa della giovinezza. Io vado fiero del mio romanticismo in materia, quanto meno perché spero in un mondo migliore."
(Jon Savage - L'invenzione dei giovani)

Intervento dedicato a Valerio Marchi, storico, skinhead, ultrà della Roma, studioso del conflitto e fratello dei ragazzi di strada, che verrà ricordato in questi giorni nel suo quartiere San Lorenzo di Roma.

Marco Philophat
 

Wolv

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La solita infornata di buone notizie....

La solita infornata di buone notizie....

Da: http://piemonte.indymedia.org/article/10058
SAlerno: la polizia uccide

Un poliziotto fuori servizio ha una colluttazione con un uomo , ubriaco e molesto.
Gli avrebbe "tirato un cazzotto davanti alla sua bambina"
L'uomo viene malmenato ed immobilizzato. Interviene un altro poliziotto solidale con il collega ferito nell'orgoglio. A terra, oramai inoffensivo, con un piede in faccia, l'uomo cerca di parlare, ma i poliziotti lo obbligano a stare zitto. L'uomo perde i sensi tra lo schifo dei passanti che cercano di non far precipitare la situazione. Senza che i poliziotti se ne accorgano, muore. Probabilmente per crisi respiratoria dovuta all'immobilizzazione coatta.
Segue comunicato farsa e ricostruzione fantasiosa
SALERNO (22 settembre) - Sarà l'autopsia, disposta dalla procura della repubblica di Salerno, a stabilire le cause del decesso di Roberto Collina, salernitano di 40 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio, morto ieri sera, intorno alle 23,15 dopo essere stato bloccato da due poliziotti. Secondo quanto reso noto dalla questura di Salerno, Collina aveva assunto comportamenti aggressivi e molesti nei confronti di alcuni passanti nel centro storico, generando paura tra la gente che si era raccolta in piazza Largo Campo in occasione della festa di San Matteo, patrono della città. L' uomo avrebbe lanciato qualche bottiglia vuota verso alcuni esercizi pubblici. La scena sarebbe stata vista da un poliziotto della Questura di Napoli fuori servizio, che si trovava a Salerno assieme ai suoi familiari.
L' agente, anch' egli preso di mira dal 40enne, dopo essersi qualificato, avrebbe cercato di dissuaderlo, provocando però una violenta reazione. L' agente, assieme ad un altro collega intervenuto è riuscito a immobilizzare Collina che però ha perso conoscenza e si è accasciato al suolo. Quando sul posto è giunto un medico del servizio 118, Roberto Collina era già morto. Sul posto è intervenuto il capo della squadra mobile della questura di Salerno, vice questore Carmine Soriente per le prime indagini. Il magistrato inquirente ha disposto l'autopsia.

Da: http://piemonte.indymedia.org/article/10063
Venezia: detenuto 22enne si impicca in cella, da inizio anno sono 45 i suicidi in carcere
Venezia: detenuto 22enne si impicca in cella, da inizio anno sono 45 i suicidi in carcere Apcom, 22 settembre 2010 Nel carcere di Venezia si è impiccato un ragazzo di 22 anni, marocchino, detenuto per violazione della legge degli stupefacenti, divideva una cella con altri sei, lo riferisce Radiocarcere, sottolineando che così salgono a 38 i detenuti suicidi nel 2010. “Naib, persona detenuta di 22 anni e di nazionalità marocchina, si è impiccato questa mattina verso le 11.00 nella sua cella del carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia, utilizzando un lenzuolo”, lo annuncia in una nota Riccardo Arena, che cura la rubrica Radiocarcere su Radio Radicale e Ristretti Orizzonti. “Da quanto si è appreso - continua Radiocarcere - pare che Naib avesse già in precedenza tentato diverse volte il suicidio, tanto che era sottoposto al regime di Grande sorveglianza, accorgimento che evidentemente non è servito a impedirgli il suicidio”. Naib, che viveva in una cella occupata da altre sei persone detenute, si trovava in carcere per violazione della legge sugli stupefacenti. Da poco infatti la Corte d’Appello di Venezia aveva confermato la sua condanna a 4 anni di reclusione. Radiocarcere e Ristretti Orizzonti sottolineano che il carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia è vecchio e sovraffollato: si tratta di una struttura la cui data di entrata in funzione risale al 1926, e che potrebbe ospitare solo 111 detenuti, ma che oggi ne contiene 361. Ovvero vi è recluso il 325% di detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Da inizio anno a livello nazionale salgono così a 45 i detenuti suicidi nelle carceri italiane (38 impiccati, 5 asfissiati col gas, 1 morto dissanguato dopo essersi tagliato le vene e 1 avvelenato con dei farmaci), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause “da accertare” arriva a 126 (negli ultimi 10 anni i “morti di carcere” sono stati 1.686, di cui 603 per suicidio).


Poi ora con tutti sti drogati che stanno arrestando perchè, udire udire, coltivavano marijuana, le carceri saranno ancora più piene, di ragazzi come me e come molti di voi...

Un'altra cosa interessante secondo me è fare ogni giorno un giro sul sito di Repubblica, basta leggere i titoli degli articoli. Su 10, 11 sono brutte notizie dall'Italia e dal Mondo, mai una buona, mai che si parli di vite salvate, bastardi imprigionati o paradisi naturali preservati. Questo è il prodotto dell'uomo, il grande mago che rende un cancro tutto ciò con cui ha a che fare!
 
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