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Autopilot: ON

The.Cook

Member
[FONT=&quot]Avete presente il detto "il tempo non basta mai"? Ecco, io vorrei presentarvi il set-up che ormai da qualche anno a questa parte mi sta salvando la vita.[/FONT]

[FONT=&quot]E' un problema che mi sono trovato ad affrontare dopo qualche anno dal primo cultivo: trovare un modo per portare a termine un ciclo dall'inizio alla fine con un intervento umano davvero ridotto ai minimi termini.
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[FONT=&quot]Quanto minimi? Ovviamente è stata un po' un'evoluzione, dai coni d'argilla blumat passando per il drain to waste. Nella sua "final release" è gestibile con circa 30 minuti ogni 7 giorni.[/FONT]
[FONT=&quot]Chiaramente un'occhiata in più non guasta: un timer che ha smesso di funzionare, un interruttore lasciato distrattamente su "off" insomma, shit can happen, ma salvo imprevisti quello è il tempo che devo dedicarci.[/FONT]
[FONT=&quot]Ammetto che un sistema automatico toglie un po' di magia, ma aggiunge un elemento che per quanto mi riguarda è fondamentale: la ripetibilità. Il tutto diventa molto schematico, programmato, non si va quasi mai "a spanne".[/FONT]
[FONT=&quot]Bene, finite le premesse partiamo dallo spazio, nel mio caso un classico box 80x80x180[/FONT]

[FONT=&quot]Illuminazione: ultimamente faccio MH da 250W per la crescita e HPS 400W per la fioritura.[/FONT]
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[FONT=&quot]Aria: un filtro da 125mm fissato sul tetto del box, un cooltube da 125mm e un estrattore centrifugo sempre da 125mm.[/FONT]
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[FONT=&quot]Ambiente: un umidificatore di quelli con igrostato integrato più una ventolina a clip per far girare un po' l'aria.[/FONT]
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[FONT=&quot]Vasi:> io uso dei classici vasi tondi in plastica marrone. D=25cm H=20cm. Quelli che vedete in tutte le foto. In ogni caso l'importante è stare tendenzialmente sul piccolo.[/FONT]
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[FONT=&quot]Substrato:> fibra di cocco, di quella pre-lavata con ec zerovirgola. Se non lo fosse (e mi è capitato ad esempio con i brick dell'ikea che avevano un ec di tipo due e mezzo) bisogna portarcela a forza di lavaggi, ed è una rottura di palle. Con le caratteristiche di cui sopra riesco a reperire facilmente Coco Mix della Canna e Cocos Premium della Plagron. Io preferisco il primo ma onestamente credo sia più per un discorso affettivo.[/FONT]
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[FONT=&quot]Perchè proprio la fibra di cocco? Perchè in vasi piccoli diventa concettualmente molto simile ad un qualsiasi sistema idroponico, ma con un paio di peculiarità che la rendono particolarmente adatta ad un sistema "low effort" La prima è la sua elevata capacità di scambio cationico. Significa che la fibra di cocco è in grado di catturare e rilasciare ioni da e verso la soluzione nutritiva, fungendo sostanzialmente da buffer sia per quanto riguarda macro e micro elementi, sia (aspetto molto interessante) per quanto riguarda gli ioni idrogeno, ossia il pH.> E non doversi preoccupare del pH in un sistema idroponico è tanta roba.[/FONT]
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[FONT=&quot]In secondo luogo ha comunque una buona capacità di trattenere l'acqua. Significa che se si rompe una pompa o un timer avrete comunque qualche giorno di autonomia prima che la situazione diventi irrecuperabile.[/FONT]
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[FONT=&quot]I blocchetti di sale misto fibra di cocco dell'Ikea.[/FONT]

[FONT=&quot]Il sistema di irrigazione è a ricircolo: Riserva->pompa->spaghetti->substrato->vassoio di drenaggio->riserva.[/FONT]
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[FONT=&quot]Come si può intuire, il ricircolo è a gravità. Molto affidabile ma costringe a tenere i vasi sollevati e quindi a perdere altezza preziosa all'interno del box. Quanto sollevati dipende dal livello all'interno della riserva, quindi meglio un contenitore largo piuttosto che alto. Io ho utilizzato un bidone da 45lt.[/FONT]
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[FONT=&quot]La pompa è di quelle sommergibili che si usano per le fontanelle e che si trovano sui 20/25€.[/FONT]
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[FONT=&quot]Per l'areazione della soluzione nutritiva utilizzo una pompa ad aria (di quelle per acquario) con 2 pietre porose . E' vero che non parliamo di un dwc e che le radici stanno a bagno giusto quei 2-3 min che dura l'irrigazione, poi il substrato drena e si riempie di ossigeno, ma questo significa anche che la soluzione nutritiva resta ferma nella riserva per il 99,9% del tempo, e siccome non voglio allevare rane...[/FONT]
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[FONT=&quot]Spaghetti vs gocciolatori: inizialmente, almeno sulla carta, mi sembrava più logico utilizzare dei gocciolatori, due per vaso: il substrato che si bagna in maniera molto uniforme e tutto il resto.
Per i primi cicli ho fatto in questo modo, provando vari modelli tra quelli che si possono trovare nel reparto giardinaggio di qualunque negozio di fai da te. Il problema vero è che sono sostanzialmente imprevedibili.
Tra quello che si incanta per 2-3 min perchè ci è finita una bolla d'aria e quell'altro che è talmente incrostato da far uscire una goccia ogni 30 secondi, fare in modo che tutte le piante ricevessero sempre la medesima quantità di acqua era diventato un delirio.
A un certo punto ho deciso di togliere i gocciolatori e lasciare uno spaghetto per vaso: non sono più tornato indietro. Peraltro ho notato che un'irrigazione veloce (2/4min vs 8/16 min) contribuisce in maniera eccezionale a mantenere il substrato pulito e ossigenato.[/FONT]

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SEGUE--->>>
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The.Cook

Member
[FONT=&quot]Per il drenaggio utilizzo uno di quei classici vassoi neri quadrati a cui ho fatto un foro sul fondo, in un angolo. Al foro ho poi fissato un raccordo a cui è collegato il tubo di drenaggio.[/FONT]
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[FONT=&quot]Con lo stesso principio ho ricavato entrata e uscita alla base del contenitore utilizzato come riserva.[/FONT]
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[FONT=&quot]Fertilizzanti: Personalmente con Canna cocco A+B ho trovato la mia pace interiore. La bottiglia col dosatore poi è il tocco di classe. Per il resto credo sia questione di gusti. Prima di Canna cocco ho usato per parecchio tempo Dutch Formula e non posso dire di essermi trovato male, anzi. In fin dei conti qualsiasi fertilizzante adatto a colture idroponiche può potenzialmente andare bene.[/FONT]
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[FONT=&quot]Infine infine infine.... timer luci e timer irrigazione. Il timer luci è quello classico con step da 15min mentre quello irrigazione è di quelli digitali che permettono di programmare accensioni e spegnimenti su base settimanale con risoluzione fino al minuto. Nel mio caso parliamo di un'affare da circa 15€.[/FONT]
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[FONT=&quot]Per quanto riguarda la gestione delle irrigazioni e della fibra di cocco in sè, io generalmente procedo in questo modo: dopo aver riempito i vasi con la fibra di cocco effetto vari lavaggi con acqua del rubinetto.
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[FONT=&quot] Questo permette di iniziare a saturare almeno in parte la grande capacità di scambio ionico propria della fibra di cocco e di rimuovere le fibre polverizzate che altrimenti finirebbero nella riserva insieme ai primi "n" drenaggi.[/FONT]
[FONT=&quot] Fatto questo preparo la soluzione nutritiva e faccio partire il programma di irrigazione già nel momento di mettere il seme, se possibile anche qualche giorno prima. In questo modo la soluzione nutritiva avrà modo di fare qualche passaggio nel substrato prima che il seme germogli, saturando così ulteriormente la capacità di scambio ionico del nostro substrato (e non solo con ioni ca++, questa volta)[/FONT]
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[FONT=&quot]Per quanto riguarda il programma di irrigazione parto solitamente con 2/3min ogni 24 o 48 ore. Se molto caldo ogni 24 ore, più facilmente ogni 48. Successivamente, man mano che la pianta cresce e chiede più acqua, vado ad aumentare la frequenza delle irrigazioni. Ma aumentare quanto?
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[FONT=&quot] La cosa interessante è che in realtà la "zona verde" è piuttosto ampia. Una volta che le radici hanno ben colonizzato il substrato è quasi impossibile ritrovarsi con un problema di overwater e differenti intervalli di irrigazione produrranno differenti risultati: irrigazioni più frequenti ed un substrato sempre tendenzialmente umido stimoleranno la pianta a crescere in grandezza, ben ramificata e cespugliosa. Al contrario, irrigazioni più distanziate ed un terreno che alterna il molto umido al quasi asciutto costringerà le piante a rimanere più basse, meno cespugliose, a produrre meno ramificazioni e concentrarsi su poche cime, che diventeranno però in proporzione molto più grandi.[/FONT]
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[FONT=&quot]Personalmente ho fatto alcuni cicli in cui sono arrivato fino a 3 irrigazioni al giorno e altri in cui il timer è rimasto su un irrigo ogni 2 giorni fino alla fine della fase di stretch, per poi passare a 1 irrigo al giorno nella fase di accrescimento delle cime e poi nuovamente 1 ogni 2 giorni dalla fase di maturazione fino al taglio.[/FONT]
[FONT=&quot]Ecco un esempio di questi due estremi:[/FONT]
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[FONT=&quot]Tre Tengerine Dream della Barney's prossime al raccolto. Per buona parte del ciclo hanno ricevuto 3 irrigazioni al giorno[/FONT]

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[FONT=&quot]Una delle Fast Bud della Sweet Seeds cresciute con intervalli di irrigazione abbastanza ampi dopo un primo giro di forbici.
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[FONT=&quot]Lo stesso strain in condizioni di irrigazione più intensa ha sempre presentato una struttura che rendeva pressochè impossibile trimmare la pianta da intera.[/FONT]

[FONT=&quot]Spero che questo thread possa essere utile e ovviamente qualsiasi commento, consiglio o critica è assolutamente ben accetto.[/FONT]
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[FONT=&quot]Peace.[/FONT]
 

Famine

Well-known member
Complimenti, ottimo lavoro e sistema. Anche se a me non piace il cocco. Noto delle grandi potenzialità nel tuo sistema. Usare dei vasi quadrati non riusciresti a gestire meglio lo spazio?
 

The.Cook

Member
Complimenti, ottimo lavoro e sistema. Anche se a me non piace il cocco. Noto delle grandi potenzialità nel tuo sistema. Usare dei vasi quadrati non riusciresti a gestire meglio lo spazio?

Grazie Bro!

Guarda secondo me la fibra di cocco o la ami o la odi. Il problema è che a primo impatto può essere abbastanza contro intuitiva e la preparazione iniziale è spesso sottovalutata. Una volta saturati adeguatamente i colloidi al suo interno però ha una capacità di tamponare EC e pH che è impressionante, con apporti di ossigeno e nutrienti paragonabili ai sistemi idroponici "classici".

Dai un'occhiata ai coltivi di Noreason su fibra di cocco: roba da paura.

https://www.icmag.com/ic/showthread.php?t=236023

Per quanto riguarda i vasi ti dico la verità, nel tempo ho progressivamente ridotto il numero di piante: da 4 poi a 3 e gli ultimi cicli 2, quindi diciamo che utilizzare vasi tondi non mi crea particolari limiti.
 
Last edited:

Famine

Well-known member
Grazie Bro!

Guarda secondo me la fibra di cocco o la ami o la odi. Il problema è che a primo impatto può essere abbastanza contro intuitiva e la preparazione iniziale è spesso sottovalutata. Una volta saturati adeguatamente i colloidi al suo interno però ha una capacità di tamponare EC e pH che è impressionante, con apporti di ossigeno e nutrienti paragonabili ai sistemi idroponici "classici".

Dai un'occhiata ai coltivi di Noreason su fibra di cocco: roba da paura.

https://www.icmag.com/ic/showthread.php?t=236023

Per quanto riguarda i vasi ti dico la verità, nel tempo ho progressivamente ridotto il numero di piante: da 4 poi a 3 e gli ultimi cicli 2, quindi diciamo che utilizzare vasi tondi non mi crea particolari limiti.

Infatti io la odio la fibra di cocco! Lo provata un paio di cicli ma non riesco a capirla. Conseguenza sono passato al DwC dove ho trovato la mia quadra:biggrin:

Anche tu ti dedichi a poche piante ma fatte bene, piuttosto che tante fatte male.

Una curiosità xke trattare il cocco, quando vendono già cocco trattato?
 

Alogeno

Post apocalyptic grower
Ottimo setup, potrebbe essere di valida ispirazione per i molti che coltivano "a scadenza" che poi puntualmente finisce che vanno lunghi per un motivo o per l'altro.
L'aspetto "vissuto" di molti componenti mi fa pensare che l'hai ben rodato nel tempo, quindi deve fare bene il suo in automatico.
Grazie della condivisione!
 

The.Cook

Member
Una curiosità xke trattare il cocco, quando vendono già cocco trattato?

È quì che il cocco risulta un po' controintuitivo rispetto sia all'idro che alla terra..

Una fibra di cocco pulita,che ha un ec di 0,1-0,3, continuerà ad assorbire i sali disciolti in forma di ioni nella soluzione nutritiva finchè non sarà in equilibrio con la soluzione stessa. Da lì in poi agisce come un tampone assorbendo e rilasciando gli elementi nutritivi e gli ioni idrogeno (pH), smorzando così le eventuali fluttuazioni nella soluzione nutritiva.

Puoi vedere questo scambio di ioni tra fibra e soluzione un po' come se fossero dei vasi comunicanti, ecco.

Il fatto è che una fibra pulita ha veramente tanto spazio a disposizione per immagazzinare questi ioni e occorrono parecchi passaggi e tanto tempo per riempirla.

Invece di sprecare un sacco di soluzione nutritiva faccio dei passaggi con acqua di rubinetto che è solitamente ricca di calcio, uno ione con cui la fibra è particolarmente affine. Il resto della capacità si riempirà gradualmente entro le prime 2 settimane.

Una conseguenza di queste caratteristiche un po' controintuitivez ad esempio, è che io parto da seme con un EC di 2.1/2 2 che poi rimane tale fino alla fine.

Non so se sono riuscito a spiegarmi...
 

The.Cook

Member
Ottimo setup, potrebbe essere di valida ispirazione per i molti che coltivano "a scadenza" che poi puntualmente finisce che vanno lunghi per un motivo o per l'altro.
L'aspetto "vissuto" di molti componenti mi fa pensare che l'hai ben rodato nel tempo, quindi deve fare bene il suo in automatico.
Grazie della condivisione!

Grazie fra! Si considera che primi cicli ce li ho fatti nel 2015 in dtw per poi passare quasi subito al sistema a ricirco. A me ogni tanto capita di dover stare via per qualche giorno e salva la vita!
 

hazepadano

Padre Sereno
figo il parrot!!!! funziona? era un mio trip, ora non lo fanno più (o meglio la parrot non lo fa più), ci sono simil cineserie che tutt'ora mi affascinano.
 

Srebedebede

Member
Ottimo setup....sicuramente stai perdendo meno tempo di me che sto cercando di istruire la moglie, che c ha un pollice nero!!
 
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