GIYO at icmag
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Lasciatemi sproloquiare su 'sto argomento delle ore di luce, perchè ci credo.
Magari ne nasce una discussione interessante.
Chiedo solo un minimo di apertura mentale, insomma preclusioni ridotte al minimo.
(PARLO DI PIANTE REGOLARI, NON AF)
Io vi parlo un po’ di tempo fa, quando si facevano i primi esperimenti con luci al neon prima e a pressione poi.
La tendenza generale era dare 24/0.
L’esigenza di fermare gli impianti per qualche ora sorse dopo, quando dai primi impianti artigianali si svilupparono realtà a carattere quasi industriale e che introdussero le 1000 watt, che ovviamente per ambienti ad uso personale non venivano nemmeno prese in considerazione.
Impianti di quelle dimensioni e con magari diverse 1000, hanno l’assoluta esigenza di un periodo di cool down (raffreddamento) e a tal proposito venne presa in considerazione l’ipotesi di fermare tutto per qualche ora (4/6).
Da lì a scriver nelle guide che la pianta ha necessità di qualche ora di buio il passo è breve.
(Ma questa magari è solo la mia interpretazione)
Io parto da una considerazione: la mia lampada, diversamente dal sole, ha una capacità di penetrazione che cala al quadrato rispetto alla distanza e quindi devo avere come obiettivo quello di far rimanere la pianta il più compatta possibile in modo che anche gli ultimi rami, quelli più bassi, ricevano una luce sufficiente per sviluppare fiori decenti.
Per farlo la pianta deve stretchare il meno possibile sia in veggin che in fioritura.
La soluzione (che mi vengono in mente) sono due:
1 aumentare il wattaggio
2 aumentare le ore di luce
Il punto 1 ha come controindicazione il costo della bolletta
Il punto 2 ha come controindicazione il fatto che nelle ore di buio la pianta aumenta la produzione di radici, l’allargamento delle fan leaves, l’ingrossamento del tronco e lo stretching.
Se l’assenza di stretching credo sia comunque positiva, sento già le critiche sulle prime tre questioni.
Il discorso è che con solo qualche giorno in più di vegging io ottengo pari massa radicale (e fogliare) di una pianta a 18/6 con la differenza però che la mia è rimasta compatta, con distanza internodale minima.
In generale tutta la pianta sarà più “vicina” al bulbo e quindi il prodotto sarà decisamente più omogeneo.
Anche i rami più bassi saranno in grado di dare prodotto decente.
Posso crescere in piccoli cabinet genetiche che altrimenti renderebbero la coltivazione un incubo (sative pure).
Questo è quello che io ho sperimentato.
Quello che qualche volta mi son sentito controbattere è che le piante a 18/6 crescono più velocemente ma per me è un misunderstanding.
Cioè lo vedo anche io che crescono più velocemente… in altezza.
Ma se parliamo di internodi davvero non ci siamo e, da quanto ne so, i fiori nascono sui rami e non sul tronco quindi:
Più rami = più fiori.
Più centimetri di tronco = più nulla.
Di nuovo: che scopo abbiamo?
A voi.
Magari ne nasce una discussione interessante.
Chiedo solo un minimo di apertura mentale, insomma preclusioni ridotte al minimo.
(PARLO DI PIANTE REGOLARI, NON AF)
Io vi parlo un po’ di tempo fa, quando si facevano i primi esperimenti con luci al neon prima e a pressione poi.
La tendenza generale era dare 24/0.
L’esigenza di fermare gli impianti per qualche ora sorse dopo, quando dai primi impianti artigianali si svilupparono realtà a carattere quasi industriale e che introdussero le 1000 watt, che ovviamente per ambienti ad uso personale non venivano nemmeno prese in considerazione.
Impianti di quelle dimensioni e con magari diverse 1000, hanno l’assoluta esigenza di un periodo di cool down (raffreddamento) e a tal proposito venne presa in considerazione l’ipotesi di fermare tutto per qualche ora (4/6).
Da lì a scriver nelle guide che la pianta ha necessità di qualche ora di buio il passo è breve.
(Ma questa magari è solo la mia interpretazione)
Io parto da una considerazione: la mia lampada, diversamente dal sole, ha una capacità di penetrazione che cala al quadrato rispetto alla distanza e quindi devo avere come obiettivo quello di far rimanere la pianta il più compatta possibile in modo che anche gli ultimi rami, quelli più bassi, ricevano una luce sufficiente per sviluppare fiori decenti.
Per farlo la pianta deve stretchare il meno possibile sia in veggin che in fioritura.
La soluzione (che mi vengono in mente) sono due:
1 aumentare il wattaggio
2 aumentare le ore di luce
Il punto 1 ha come controindicazione il costo della bolletta
Il punto 2 ha come controindicazione il fatto che nelle ore di buio la pianta aumenta la produzione di radici, l’allargamento delle fan leaves, l’ingrossamento del tronco e lo stretching.
Se l’assenza di stretching credo sia comunque positiva, sento già le critiche sulle prime tre questioni.
Il discorso è che con solo qualche giorno in più di vegging io ottengo pari massa radicale (e fogliare) di una pianta a 18/6 con la differenza però che la mia è rimasta compatta, con distanza internodale minima.
In generale tutta la pianta sarà più “vicina” al bulbo e quindi il prodotto sarà decisamente più omogeneo.
Anche i rami più bassi saranno in grado di dare prodotto decente.
Posso crescere in piccoli cabinet genetiche che altrimenti renderebbero la coltivazione un incubo (sative pure).
Questo è quello che io ho sperimentato.
Quello che qualche volta mi son sentito controbattere è che le piante a 18/6 crescono più velocemente ma per me è un misunderstanding.
Cioè lo vedo anche io che crescono più velocemente… in altezza.
Ma se parliamo di internodi davvero non ci siamo e, da quanto ne so, i fiori nascono sui rami e non sul tronco quindi:
Più rami = più fiori.
Più centimetri di tronco = più nulla.
Di nuovo: che scopo abbiamo?
A voi.