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(Oggetto: sue dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa del 22 marzo 2011)
Gentile Dottoressa, sono venuto a conoscenza delle dichiarazioni da lei rilasciate in conferenza stampa di cui all’ oggetto, alla presenza delle maggiori agenzie del paese e successivamente diffuse, a mezzo stampa, internet e radio.. Risulta allo scrivente che è stato da lei affermato testualmente: “ci stanno bombardando di studi sulla pericolosità della marijuana, ma spesso gli studi se li inventano o manipolano i dati”.
Purtroppo ritengo tali affermazioni francamente diffamatorie e lesive dell’ immagine e della reputazione personale e professionale, in quanto mi si accusa di inventare e quindi fornire dati falsi o addirittura alterare, mediante manipolazione volontaria e consapevole, dati già esistenti.
Nel rigettare, quindi, il fatto che mi vengano da lei attribuiti comportamenti di falsificazione e manipolazione di dati scientifici, in quanto non corrispondente al vero, dandole ampia facoltà di provare le sue affermazioni,prima di procedere con le appropriate forme di tutela nelle opportune sedi, le chiedo, cortesemente, di circostanziare le sue affermazioni con dati e fatti concreti e reali che provino e supportino le sue gravi affermazioni.
Le chiedo inoltre di smentire immediatamente e contestualmente tali sue dichiarazioni, attraverso le stesse vie mediatiche, paritetiche per diffusione e rilevanza, utilizzate alla loro prima diffusione.
Le comunico inoltre che il sottoscritto non ha fatto altro che riportare, come potrà facilmente visionare e verificare, articoli derivanti dalla letteratura scientifica accreditata e da una serie di ricerche altamente professionali.
Infine, tengo a precisare che sono disponibile ad un eventuale incontro presso la nostra sede Dipartimentale per qualsiasi confronto e chiarimento in merito alle vostre proposte relative alla coltivazione domestica della cannabis, anche se personalmente non le condivido. Tutto questo però all’interno di una discussione che non valichi mai i confini del rispetto della persona, delle proprie idee e della buona educazione oltre ad escludere l’uso dellla diffamazione gratuita per sminuire i propri avversari.
In attesa di un suo cortese e formale riscontro, anche se negativo e nei termini previsti dalla legge, porgo cordiali saluti
Giovanni Serpelloni
Gentilissimo Dottor Serpelloni, purtroppo le cose non stanno come da lei indicato nella sua lettera del 25 marzo 2011; è stata estrapolata una frase dal contesto nel quale ciò che io sostengo, e che ho più volte sostenuto in pubblico, non è esattamente ciò che lei riporta. Non si vuole togliere alcun crisma di rispettabilità e di veridicità a singoli studi, come pochi minuti dopo ho precisato, nel corso della stessa conferenza stampa. Più semplicemente, la falsificazione dei dati si compie nel momento in cui si citano sempre gli stessi 2 o 3 studi su decine di migliaia esistenti sull’argomento, la maggior parte validi e rispettabili quanto quelli da voi prediletti.Questo per quanto riguarda la pericolosità della canapa per la salute e per quanto riguarda l’ esistenza di una “dipendenza” da canapa. Su altri dati, vale ciò che ho risposto già alla vostra nota, attraverso comunicato stampa, e che le riporto qui sotto; potrebbe non averlo visto, vista la poca diffusione che generalmente hanno i miei comunicati.La ringrazio dell’invito, che accetto, e del quale le chiedo di precisare tempi e modi Claudia Sterzi
Cavoli ma sono attivi come pochi all'Ascia! Mi sento uno stronzo a non aver firmato...
Massimo appoggio!
E grazie Alice che ci tieni sempre aggiornati!!!
Del secondo comunicato del DPA, per mano del capo-dipartimentale prof. Serpelloni e indirizzato a Claudia Sterzi, la frase che più abbiamo tenuto in considerazione dopo la netta chiusura che era stata espressa nel primo, è la seguente:
“Infine, tengo a precisare che sono disponibile ad un eventuale incontro presso la nostra sede Dipartimentale per qualsiasi confronto e chiarimento in merito alle vostre proposte relative alla coltivazione domestica della cannabis, anche se personalmente non le condivido. Tutto questo però all’interno di una discussione che non valichi mai i confini del rispetto della persona, delle proprie idee e della buona educazione oltre ad escludere l’uso dellla diffamazione gratuita per sminuire i propri avversari.“
Ritenendoci delle persone educate, rispettose e soprattutto corrette abbiamo così risposto:
Egregio Prof. Serpelloni, essendo venuti a conoscenza della Sua lettera alla Dott.ssa Claudia Sterzi ed avendo assistito alla trasmissione Matrix, in cui Lei ha potuto di nuovo esprimere, con argomentazioni contraddittorie, la Sua contrarietà all’uso di cannabis, non possiamo esimerci dal risponderLe, notando con rammarico di come Lei non tenga in considerazione il motivo per cui la conferenza stampa svoltasi alla Camera dei Deputati è stata indetta e la motivazione che ci spinge a stimolare il dibattito sulla canapa e precisamente, per denunciare il carattere estremamente repressivo della legge “Fini-Giovanardi” e per evidenziare la necessità di regolamentare la coltivazione domestica, il cui unico benefico effetto sarebbe quello di liberare migliaia di onesti cittadini dalla criminalizzazione delle proprie esigenze terapeutiche o dei loro stili di vita. Vorremmo precisare che nella conferenza stampa nessuna mancanza di rispetto è stata effettuata nei Suoi confronti, né nei confronti delle ricerche che vengono citate nella Sua risposta, ma è solo stato affermato che con troppa superficialità vengono presi in esame dal DPA gli studi a favore della canapa e con eccessiva serietà vengono invece adottati quelli che la demonizzano, rasentando qualche volta il puro terrorismo psicologico e la fobia persecutoria, cosa che purtroppo si è notata palesemente anche durante la trasmissione Matrix, sia con le velate minacce di una spiacevole sorpresa per i titolari di growshops e sia per la disinvoltura con cui si è glissato sul parere di un noto e riconosciuto studioso come il prof. Grinspoon e di altri esimi colleghi. Infine, essendo la “la regolamentazione della coltivazione domestica della canapa” obiettivo dell’opera di sensibilizzazione che la nostra Associazione sta effettuando nei confronti della società civile, ci sentiamo in dovere di accettare il Suo cortese invito per un sereno confronto e chiarimenti sulla nostra proposta. In attesa di un Suo gentile riscontro La salutiamo cordialmente.
Il prof. Serpelloni ci ha risposto quasi immediatamente dichiarandosi disponibile dopo la pausa pasquale.
Citazione:
La marijuana è la sostanza stupefacente più consumata negli Stati Uniti e nel mondo. Numerosi studi hanno evidenziato i fattori di rischio che possono determinare il consumo di tale droga: tuttavia, un ruolo determinante nelle abitudini di consumo di marijuana nei giovani sembrerebbe essere rappresentato anche dal livello di approvazione o di disapprovazione della società. E’ il risultato dello studio condotto su 986.003 adolescenti, che hanno partecipato alle indagini ‘Monitoring the Future’ realizzate negli Stati Uniti dal 1976 al 2007, che è stato presentato il 25 maggio a Palazzo Chigi dai sottosegretari Gianni Letta e Carlo Giovanardi e dal capo del Dipartimento politiche antidroga Giovanni Serpelloni. “Abbiamo scelto di presentare lo studio americano – ha spiegato Serpelloni – perché dimostra che un livello elevato di disapprovazione del consumo di marijuana durante l’adolescenza determina una minore probabilità di farne uso. A livello di popolazione, sono state create due variabili che indicano la proporzione di studenti che disapprovano il consumo di marijuana ogni anno e all’interno di ogni gruppo di nascita. I risultati hanno evidenziato che il ruolo significativo nella previsione del rischio di consumare marijuana è proprio rappresentato dal livello di disapprovazione. Questo non fa che confermare la nostra volontà di proseguire nella azione di contrasto alla droga per tutelare e salvaguardare la salute dei nostri ragazzi”. Nel corso della conferenza è stato proiettato un video che ha mostrato le lesioni gravissime nei confronti di chi fa uso di cocaina, che ha subito delle lesioni estetiche e funzionali capaci di distruggere e corrodere le strutture interne del volto.