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ANTIPROIBIZIONISMO

peppetto

minigrower & sinner
Veteran
fumo said:
Ingroia: "Legalizzare la cannabis. Da giovane ho provato.articolo completo da leggere interessante,http://www.liberoquotidiano.it/news/...o-provato.html

no fumo, nooooooooooooo!!!!! :cry:

libero noooooooooooooo! :D

quest' "articolo" fa il solito giochetto:
il triste "mezzuccio" ("alla Taormina", direbbe qualcuno..... ; ) :*) del "non puoi dirmi "A" su qualsiasi aspetto della mia condotta se in passato hai commesso un qualsiasi errore"..

in questo caso è "te non potresti giudicare nessuno, sei venuto anche te meno alla legge (pappappero!)"
come se ad un ipotetico giudice, perfetto, infallibile ed impeccabile, che ama andare in motorino senza casco gli venisse detto che non può sbattere dentro Al Capone perchè non del tutto ligio!

..ridicolo, a mio avviso..

...ed inoltre, è fin troppo facile intuire il perchè di un simile approccio da quarto anno di scuola dell'obbligo...
(per chi non fosse a conoscenza..)

wikipedia said:
Antonio Ingroia (Palermo, 31 marzo 1959) è un magistrato e giornalista italiano.
Indice


Biografia

Si forma professionalmente a Palermo, sua città natale, a partire dal 1987, nel pool di Falcone e Borsellino[1]. Quest'ultimo l'aveva espressamente voluto al proprio fianco[2][3]. Sostituto procuratore a Palermo dal 1992[4][1] con Gian Carlo Caselli, diviene un importante pubblico ministero antimafia, si occupa di noti casi legati alla malavita organizzata, come il caso Contrada[5], e conduce processi di una certa rilevanza sui rapporti tra la mafia e il mondo della politica e dell'economia[1][4]. Una delle indagini che fanno capo a lui riguarda l'attuale senatore del PdL Marcello Dell'Utri, che avrebbe fatto da ponte tra mafia del sud e mondo imprenditoriale del nord[6], attraverso mafiosi come Salvatore Riina e i fratelli Graviano[7].

Ingroia ottiene una prima condanna per Dell'Utri nel 2004 a nove anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa[7][8], confermata in appello il 29 giugno 2010 con una riduzione di due anni; il senatore è però assolto per le condotte successive al 1992, poiché i giudici hanno giudicato non provato il "patto di scambio" politico-mafioso con Cosa Nostra[9]. Durante l'indagine preliminare fu indagato anche Silvio Berlusconi, ma poi la sua posizione fu archiviata[10].

Nel 2009 è stato nominato procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo[1][11]. Il 17 aprile 2011 l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) lo ha insignito del Premio Renato Benedetto Fabrizi[12]. Il 18 maggio del 2012 è uscito nelle librerie la sua nuova opera, "Palermo", edito da Melampo: in questo scritto, il magistrato racconta la sua città con gli occhi di chi ha scelto di rimanere e contribuire con l'ausilio della legge a trascinarla fuori dalla morsa della mafia, compiendo quello che può essere definito un vero atto d'amore, tenendo presente l'esempio del Suo maestro, Paolo Borsellino. È forse lo scritto più intimo del Procuratore Ingroia; lo scritto che scava dentro l'animo di un palermitano sensibile e fortemente innamorato del suo mondo. Lo scritto che più di ogni altro lascia tanto al lettore e che consente di operare una riflessione su quelli che possono essere i sacrifici di un uomo che allo Stato ha deciso di dare tutta la sua vita. Nel maggio del 2012 in commemorazione dei 20 anni dalla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino pubblica il racconto I giorni del dolore e del riscatto inserito all'interno della raccolta Dove Eravamo. Vent'anni dopo Capaci e Via D'Amelio (Caracò Editore, 2012). Dal 18 maggio 2012 è iscritto all'Ordine dei Giornalisti[13]. Dal 25 giugno, il Procuratore Ingroia è giornalista pubblicista. Diverse sono state le collaborazioni con redazioni giornalistiche. Tra le più recenti, ricordiamo quella con la testata siciliana "Live Sicilia" dove il Procuratore ha tenuto una rubrica "Fuori dal Bunker" e la più recente con il quotidiano "L'Unità". Al momento della consegna della scheda, il procuratore ha affermato: Non scrivo pero' romanzi, come sostiene qualche uomo politico alludendo a nostre recenti indagini.
Partecipazione al convegno del Pdci

Nell’ottobre del 2011 partecipa al convegno politico organizzato dal Partito dei Comunisti Italiani, dove dichiara: “…Un magistrato deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni ma io confesso che non mi sento del tutto imparziale. Anzi, mi sento partigiano, sono un partigiano della Costituzione…”. La sua partecipazione e le sue dichiarazioni hanno suscitato forti polemiche [14].

...inoltre sarebbe bello che questi mentecatti si firmassero, in calce a questi articoli pressocchè imbarazzanti..

ma , del resto , il secondo commento all'articolo, di tale francoruggieri , la dice lunga: "DA GIOVANE CI HA PROVATO? Ah , ecco, ora capisco tante cose"..
... e cos'altro potevamo aspettarci da uno che è iscritto al forum di Libero??????

..solo un commento così imbarazzante ad un articolo agghiacciante, ma che l'anonima e molliccia firma ritiene dissacrante!
già me lo immagino, mentre ancora una volta si stupisce, dando gomitate d'intesa al collega, di fronte le sue abilità giornalistiche , dopo aver partorito un occhiello di tale caratura (per chi non avesse letto, "RICORDI (S)FUMATI")
ragazzi, qui siamo di fronte alla genialità più pura! :D

:wave:

P
 

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
Legalizziamo la marijuana
di Roberto Saviano

Per battere il narcotraffico l'Uruguay regolerà il commercio delle droghe leggere: lo Stato controllerà produzione e distribuzione. In Italia invece non si fa nulla. E le organizzazioni criminali ne approfittano

Qualche giorno fa a Scampia la polizia ha smantellato le cosiddette "stanze del buco": locali attrezzati dalla camorra nelle Vele per il consumo di eroina, acquistata nella vela gialla e consumata nella vela celeste. Non sono sale di consumo attrezzate - ce ne sono in giro per il mondo, ma in Italia è fantascienza -, luoghi igienici dove viene fornito supporto psicologico a chi fa uso di sostanze stupefacenti. No, le stanze del buco sono luoghi di degrado. Stanze sporche, fatiscenti, terribili. Su Internet è possibile vedere delle foto. Ritraggono situazioni agghiaccianti che quando vivevo a Napoli ho visto mille volte. Qualcosa di sbagliato nelle politiche unicamente repressive riguardo alle droghe deve esserci, se in tanti anni non c'è stato miglioramento, ma tanti passi indietro.

Sui social network, quando affronto la questione e lo faccio spesso, i commenti sono agghiaccianti come le foto che vi invito a guardare: "Cazzi loro", "Se muore un tossico è selezione naturale". Migliorare le condizioni di vita di chi fa uso di sostanze stupefacenti avrebbe ricadute positive per tutti i cittadini, anche quelli che consumatori non sono. I primi a beneficiarne sarebbero le centinaia di migliaia di persone che condividono le loro vite con tossicodipendenti, poi ne beneficeremmo tutti in quanto a salute (diminuzione della diffusione di malattie come epatiti e Aids) e sicurezza pubblica. Immagino che molti lettori staranno pensando: «Caro Saviano, ma con tutti i problemi che abbiamo noi, persone sane, persone "perbene", lavoratori onesti, liberi cittadini, tu ci vieni a parlare dei tossicodipendenti e dei loro diritti?».

UNA SOCIETÀ, PER DIRSI sana e poter funzionare, deve prestare attenzione a tutte le sue parti. Non possono esistere compartimenti stagni. Non voler affrontare il problema del consumo di droghe, se non come un problema di repressione, ha ricadute e costi che il nostro Paese non può sostenere: i tribunali si riempiono di cause e la popolazione carceraria aumenta, mentre le organizzazioni criminali continuano a guadagnare mercati e quattrini.C'è chi è più avanti di noi. In Sudamerica, per esempio, dove il costo del narcotraffico lo si paga quotidianamente con il sangue, una breccia si sta aprendo. Il governo dell'Uruguay è pronto ad adottare una legge che regolamenti il commercio della marijuana attraverso un rigido controllo statale su produzione e distribuzione. Negli Stati limitrofi se ne sta discutendo. Ma c'è anche un esempio europeo, in Spagna, Serra De Cardó, Catalogna: a Rasquera, paesino idilliaco immerso nei campi, la disoccupazione è una piaga e il consiglio comunale, con l'appoggio di opposizione e cittadinanza, ha deciso in febbraio di appaltare dei terreni a un'associazione che coltiva marijuana per scopi terapeutici e di autoconsumo. Gli incassi per l'amministrazione sono stati di 36 mila euro alla firma del contratto e 550 mila all'anno. Il governo del partito popolare si oppone e Rasquera resta un'eccezione.

DUNQUE, IN SITUAZIONI di estrema necessità è possibile avviare un dibattito che può dare anche risultati virtuosi: sottrazione di guadagni e del mercato della marijuana alle organizzazioni criminali. Che è possibile trovare un percorso condiviso su argomenti spesso troppo difficili da trattare, come la legalizzazione delle droghe leggere. In Italia è un argomento impronunciabile. Le istituzioni non se ne occupano, i nostri media non se ne occupano, con l'unica eccezione, credo, del "Notiziario antiproibizionista" di Radioradicale. Quanto ci metteremo a comprendere che questa è davvero un'emergenza? Legalizzare non significa incentivare, ma sottrarre mercato alle mafie. La legge sull'aborto fece sparire quasi del tutto gli aborti clandestini, una politica di legalizzazione toglierebbe ricchezza ai criminali. Maurizio Prestieri, ex boss di Secondigliano ora collaboratore di giustizia, mi disse una volta durante un'intervista: con tutto il fumo che i ragazzi "alternativi" napoletani compravano da noi, sostenevamo le campagne elettorali dei politici di centrodestra in provincia.

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/legalizziamo-la-marijuana/2185832

Ed ecco la risposta del nostro EROE:

''Roberto Saviano ritiri "la proposta indecente" sulla legalizzazione della cannabis. Lo chiede Carlo Giovanardi, responsabile politiche antidroga del Pdl. "Dopo la diffusione del documento sottoscritto dalle 18 piu' importanti societa' scientifiche italiane sui gravi danni che la cannabis produce alle persone ed alla societa', spero che Roberto Saviano, con onesta' intellettuale, ritiri la sua proposta indecente di legalizzarne il consumo", e' l'auspicio di Giovanardi.
"Purtroppo negli ultimi tempi, invece di rafforzare l'indispensabile opera di prevenzione, informazione e di educazione sui pericoli delle droghe, troppi media, con il settimanale Espresso in testa, - lamenta Giovanardi - hanno dato spazio ad improvvisati opinionisti che purtroppo non sanno di cosa parlano o peggio, in nome di vetuste ideologie libertarie, danno spazio e fiato alla malavita organizzata che proprio dalla maggiore espansione possibile dell'uso dalla droga raccoglie gran parte dei profitti dei suoi sordidi traffici".

Carlo Giovanardi


A seguire la replica di Roberto Saviano oggi su Facebook:
''Io alla mia libertà di pensiero non rinuncio. Non ritiro la proposta fatta. Magari da Giovanardi venisse un mea culpa sulla legge che porta il suo nome e che sta riempiendo le carceri italiane di consumatori e piccoli spacciatori lasciando le organizzazioni criminali libere di continuare a gestire il narcotraffico arruolando nuove leve e trovando sempre nuovi acquirenti. Continuo a credere che l'unico modo per combattere le droghe sia legalizzarle.''

Giovanardi è senza ritegno.
 

peppetto

minigrower & sinner
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basta, dopo questa , ho dovuto cambiare la mia firma!
:D

.... fanno un po' schifo da vedere, ma è meglio.. per chi ancora non avesse ben focalizzato il bersaglio, qualora se li trovasse sotto tiro!
:p

:wave:

edit: ho dovuto togliere le "foto segnaletiche" di quei due stronzi dalla mia firma dopo neanche una settimana.. sporcavano troppo il forum con le loro facciacce (....per essere buoni!) :D

P
 
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fumo

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Ortenzi: cannabis ai malati di tumore per ridurre le atroci sofferenze,ed ecco che le marche si muovono nel senso giusto,speriamo che tra un po ci sia una legge emanata dal parlamento in modo serio ed inequivocabile,la cannabis éééééé un FArmacoooo,qualsiasi farmaco usato in modo sbagliato da effetti collaterali seri o meno,solo la cannabis non ha effetti ne seri ne mortali e nemmeno assuefazione,quindi basta sempre lo stesso dosaggio,avanti tutta

visto l'ultimo articolo:va bene la fonte ora?senno ditemi voi dove devo pescare le notizie vere,hahahahahahha
 

fumo

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ne vogliamo parlare?http://droghe.aduc.it/comunicato/semi+cannabis+materiale+coltivazione+vendita+online_20561.php

Nuova pronunzia di un giudice di merito che esclude che la vendita online di semi di cannabis -pur in presenza anche di altri prodotti utili alla eventuale coltivazione- configuri violazione della normativa in materia di stupefacenti.
E giusto ricordare uno dei motivi di carcerazioni facili provocate dalla fini giovanardi,la vergogna del nostro paese insieme a tutti i proibizionisti che negano le cure a chi soffre
 

fumo

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Comunicato ASCIA

Dalle ultime vicende, relative al confronto sulla possibile regolamentazione della cannabis, non possiamo che prendere atto che al fronte proibizionista non resta che tentare di far tacitare in qualsiasi modo l’eretico di turno.

Questo è avvenuto con i vari attacchi nei confronti di Saviano e del prof. Veronesi, con i procuratori Deidda e Ingroia ed altrettanto avviene nei confronti di chi in nome della libertà individuale e del diritto all’autodeterminazione, svolge dai propri siti un’opera di controinformazione continua, per confutare le innumerevoli menzogne che vengono propinate quotidianamente dal DPA e dai parlamentari che ne condividono l’anacronistico oscurantismo.

Apprendiamo dell’iniziativa del senatore Caligiuri, con richiesta di monitorare ed eventualmente oscurare i siti che fanno apologia della sostanza proibita: http://droghe.aduc.it/notizia/droghe+sen+caligiuri+fumare+reato+evoca+censura+web_125879.php

E’ il secondo invito che il senatore Caligiuri rivolge al ministro Cancellieri con lo stesso obiettivo e vogliamo precisare che nessun sito presente in web e tanto meno quelli gestiti dalla nostra associazione fa apologia all’uso di cannabis, al contrario, come i nostri disclaimer evidenziano, invitiamo tutti al rispetto delle leggi, ma non possiamo per questo esentarci dall’impegno perché queste vengano modificate in nome del buon senso.

La firmataria associazione, come già affermato nella conferenza stampa tenuta al Senato della Repubblica lo scorso marzo, rivendica come suo diritto organizzare l’indignazione delle incalcolabili vittime della Fini-Giovanardi ed indirizzarla verso coloro che di questa repressione sono complici, come il senatore in questione.

Ecco un altro ignorante e per di più senatore,ma chi ca...o ci rappresenta nel mondo,ma devo giustificarlo se non altro per l'età,via dal parlamento gli ignoranti fascisti nazisti e chi attenta alla costituzione che sancisce i diritti dei cittadini e questi la svergognano,via via,apologia pfui,crede che siamo tutti ignoranti come lui
 

fumo

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Comunicato ASCIA

Dalle ultime vicende, relative al confronto sulla possibile regolamentazione della cannabis, non possiamo che prendere atto che al fronte proibizionista non resta che tentare di far tacitare in qualsiasi modo l’eretico di turno.

Questo è avvenuto con i vari attacchi nei confronti di Saviano e del prof. Veronesi, con i procuratori Deidda e Ingroia ed altrettanto avviene nei confronti di chi in nome della libertà individuale e del diritto all’autodeterminazione, svolge dai propri siti un’opera di controinformazione continua, per confutare le innumerevoli menzogne che vengono propinate quotidianamente dal DPA e dai parlamentari che ne condividono l’anacronistico oscurantismo.

Apprendiamo dell’iniziativa del senatore Caligiuri, con richiesta di monitorare ed eventualmente oscurare i siti che fanno apologia della sostanza proibita: http://droghe.aduc.it/notizia/droghe+sen+caligiuri+fumare+reato+evoca+censura+web_125879.php

E’ il secondo invito che il senatore Caligiuri rivolge al ministro Cancellieri con lo stesso obiettivo e vogliamo precisare che nessun sito presente in web e tanto meno quelli gestiti dalla nostra associazione fa apologia all’uso di cannabis, al contrario, come i nostri disclaimer evidenziano, invitiamo tutti al rispetto delle leggi, ma non possiamo per questo esentarci dall’impegno perché queste vengano modificate in nome del buon senso.

La firmataria associazione, come già affermato nella conferenza stampa tenuta al Senato della Repubblica lo scorso marzo, rivendica come suo diritto organizzare l’indignazione delle incalcolabili vittime della Fini-Giovanardi ed indirizzarla verso coloro che di questa repressione sono complici, come il senatore in questione.

Ecco un altro ignorante e per di più senatore,ma chi ca...o ci rappresenta nel mondo,ma devo giustificarlo se non altro per l'età,via dal parlamento gli ignoranti fascisti nazisti e chi attenta alla costituzione che sancisce i diritti dei cittadini e questi la svergognano,via via,apologia pfui,crede che siamo tutti ignoranti come lui,:ma baciami :moon:
 

MicroSpy

Weed Warfare
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Continua il DELIRIO di Serpelloni coadiuvato dal DPA:

Cancro polmone, Dpa: “Una canna aumenta rischio quanto 20 sigarette”

Giovanni Serpelloni (Dpa): "E' necessario incentivare la ricerca scientifica in questo settore, ma anche la comunicazione alla popolazione per ampliare la conoscenza, la percezione dei rischi per la salute e il numero delle evidenze scientifiche legate alle conseguenze dannose per l’organismo, associate al consumo di cannabis"

''Cancro al polmone; l’uso costante di cannabis comporta un rischio di sviluppare tale tumore 20 volte di più rispetto al fumo di sigarette. Questo il risultato dello studio pubblicato di recente dalla British Lung Foundation (The Impact of cannabis on our lungs”, June 2012) che ha anche documentato la bassa percezione di questo grave rischio nei fumatori di cannabis”. E’ il Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa), la cui delega è affidata al Ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, a sottolinearlo, evidenziando “come questa ricerca, dimostri che i rischi della cannabis sono ancora notevolmente sottostimati dalla popolazione britannica”.

“Il 32% degli intervistati, infatti, non ritiene, sbagliando, che fumare cannabis sia dannoso per la salute. Questo dato percentuale – rileva il Dpa in una nota – sale a circa il 40% nella fascia di età compresa tra i 35 e i 40 anni. Il report compie una delle più ampie revisioni degli studi scientifici disponibili sul tema e, secondo i ricercatori della British Lung Foundation, la mancanza di consapevolezza nella popolazione sui rischi derivanti dalla cannabis rappresenterebbe un dato preoccupante”. I giovani, in particolare, “fumano cannabis senza sapere che, per esempio, ogni spinello fumato aumenta la probabilità di sviluppare un cancro tanto quanto un intero pacchetto da 20 sigarette”.

“Condividiamo pienamente non solo la preoccupazione della British Lung Foundation – ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa – ma anche l’invito di aumentare la divulgazione di linee di indirizzo per la salute pubblica riguardo i numerosi danni che l’uso di cannabis e le sostanze stupefacenti possono produrre soprattutto tra i più giovani. E’ necessario – continua – incentivare la ricerca scientifica in questo settore, ma anche la comunicazione alla popolazione per ampliare la conoscenza, la percezione dei rischi per la salute e il numero delle evidenze scientifiche legate alle conseguenze dannose per l’organismo, associate al consumo di cannabis. Questo Dipartimento inoltre, ha già da tempo evidenziato la potenzialità di danni evolutivi derivanti dall’uso precoce di questa sostanza nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo celebrale”. Studi scientifici portati avanti anche dal Dpa “hanno mostrato conseguenze tanto più gravi quanto più precoce è la prima assunzione e quanto questa è più frequente e duratura. Inoltre, la gravità dei danni risente anche della sempre maggiore concentrazione di principio attivo presente nei prodotti e l’uso contemporaneo di altre droghe sinergizzanti e di alcol. Mai come oggi – conclude – diventa sempre più necessario proseguire nell’opera di comunicazione per aumentare la consapevolezza di come il problema legato al fumo di cannabis è ormai un problema di sanità pubblica, che non può essere sottovalutato anche perché vengono continuamente diffuse informazioni distorte e spesso strumentali, che si basano solo sui supposti benefici di questa droga”. Nei giorni scorsi diciotto società scientifiche italiane hanno firmato un documento per chiarire i danni dell’uso di cannabis.

Fonte - Adnkronos Salute


http://www.ilfattoquotidiano.it/201...-volte-in-piu-rispetto-alle-sigarette/302438/
 

pasqsn

GuerrillaLifestyle
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Carceri e tossicodipendenti. Radicali: Serpelloni ne discute in Usa anche a nome del ministro italiano della Giustizia?

Marco Perduca (senatore radicale) e Giulio Manfredi (Direzione Radicali Italiani):
Lo scorso 20 luglio, presso gli uffici della Casa Bianca in Washington, Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento Antidroga, si è incontrato con esponenti dell’amministrazione Obama che hanno ringraziato “gli amici italiani per il ruolo chiave che hanno a livello internazionale ed in particolare europeo nel portare avanti, con grande leadership, un approccio innovativo e globale di lotta alla droga”. A noi ci pare sempre il vecchio e perdente proibizionismo, magari coniugato in gergo medico-specialistico per confondere chi vuole essere confuso. Su questo richiediamo nuovamente al governo Monti e al ministro Riccardi se è in atto una tacita delega a Serpelloni sull’impostazione delle politiche sulle tossicodipendenze. Una delega totale e deresponsabilizzante, visto che il governo Monti è il primo governo da 22 anni a questa parte a non avere adempiuto nei termini prescritti (entro il 30 giugno) all’obbligo di legge (art. 131 DPR 309/90) della presentazione in Parlamento della Relazione annuale sulle tossicodipendenze e non sembra nemmeno disponibile a convocare entro l’anno la Sesta conferenza nazionale in materia, anch’essa prevista per legge (art. 1, comma 15, DPR 309/90).
Ma non finisce qui: negli USA Serpelloni ha discusso con i suoi amici americani della possibilità di esportate in Italia le Drug Courts (tribunali speciali per reati connessi all'uso di droghe per incentivare la riabilitazione ed evitare la carcerazione dei tossicodipendenti). Al di là del merito della questione, noi poniamo un problema di merito, preliminare e imprescindibile: Serpelloni, oltre alla delega del ministro Riccardi, ha anche la delega del ministro della Giustizia, Paola Severino? Serpelloni ha già avuto contatti in merito con il Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino? In caso affermativo, ci troveremmo di fronte ad un governo di tecnici che delega tutto a un “super-tecnico”. In caso negativo, potremmo dire rozzamente ma non sbagliando che Serpelloni l’ha fatta fuori dal vaso… e non sarebbe la prima volta.

http://droghe.aduc.it/notizia/carceri+tossicodipendenti+radicali+serpelloni+ne_125893.php


CARCERI: CORLEONE (COORDINATORE NAZIONALE GARANTE DETENUTI), SUBITO LEGGE SU DROGA E AMNISTIA PER FATTI LIEVE ENTITA’

Firenze, 23 lug – “I detenuti in quasi tutte le carceri italiane hanno preso la parola in modo civile e non violento per denunciare le insopportabili condizioni di vita e la situazione di illegalità nelle carceri. Dignità e decenza della politica obbligano a una risposta. E’ da irresponsabili confidare sul senso di responsabilità infinito sulla protesta pacifica illimitata. La ministra Severino evoca il ricorso a misure alternative in un modo assolutamente rituale e senza prospettive concrete e incisive. Il Coordinamento dei Garanti ha denunciato da tempo che la responsabilità del sovraffollamento è determinata dalla legge Giovanardi sulle droghe che provoca ingressi e presenze in carcere di consumatori, piccoli spacciatori e tossicodipendenti nella misura di oltre il 50% dei detenuti. Per questo i Garanti chiedono un provvedimento immediato per cambiare le norme più repressive e quelle che impediscono gli affidamenti terapeutici ai tossicodipendenti sulla base della proposta Cavallaro alla Camera e Ferrante della Seta al Senato e contestualmente un’amnistia per i fatti relativi al V comma dell’art. 73 sulla detenzione di sostanze stupefacenti del D.P.R. 309/90. Il Governo deve sentire la responsabilità di rispondere a questa richiesta tenendo conto che nel 2006 fu approvata la svolta proibizionista con un decreto legge senza urgenza mentre oggi le condizioni di necessità sono assolutamente drammatiche”.

Lo afferma in un comunicato Franco Corleone Coordinatore nazionale dei Garanti dei detenuti.

fonte: http://www.agenparl.it
 

pasqsn

GuerrillaLifestyle
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Una canna, anche una sola, puo’ compromettere la vostra vita

Abbiamo riportato puntualmente le notizie delle dichiarazioni di Saviano prima e di Veronesi poi, siamo stati in osservazione quando altre voci si sono levate aggiungendosi al coro delle persone favorevoli alla legalizzazione, come il procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda o Il magistrato (Procuratore aggiunto di Palermo) Antonio Ingroia, abbiamo letto gli articoli di “la Repubblica”, “l’Espresso” e “Il Tirreno”, tutti a favore di una regolamentazione dell’uso di canapa a scopo personale e ci siamo stupiti per quanti sentivano il bisogno di esporsi tutti insieme per cercare di far ragionare l’apparato governativo.

Non ci siamo invece stupiti affatto nel leggere le solite, ovvie e scontate repliche da parte del fronte proibizionista, istituzionale o meno, e come al solito non possiamo non applicare la riflessione ed elaborare alcune considerazioni.

Iniziamo con il senatore Antonio Gentile (PDL), ormai noto per le sue sporadiche uscite “no-sense” e che prima o poi raccoglieremo in una gustosa raccolta di sproloqui sulla cannabis e sui pericoli che ne deriverebbero. Davanti a certe frasi bisognerebbe andare avanti, e farsi una sonora risata, sennonchè a pronunciarla è stato un senatore della repubblica, che già si era distinto tempo fa per la proposta di vietare le cartine e per essersela presa con il festival spagnolo sulla canapa Spannabis.

Il senatore, afferma senza indugio che: “La cannabis distrugge il cervello. Non lo dico io, che non sono un medico, ma oltre duecento pubblicazioni scientifiche.”

“Anche l’alcool fa molto male, ma a 18 anni una birra o un mezzo bicchiere di vino rosso nei pasti puo’ essere addirittura benefico, ma una canna, anche una sola, puo’ compromettere la vostra vita“.

“La prevenzione e’ mostrare ad ognuno di voi ragazzi i danni che la cannabis (o marijuana, e’ la stessa cosa ) produce al cervello. Basta andare su you-tube e verificarlo. “

La sua indulgenza nei confronti delle droghe di Stato, addirittura in questo caso dichiarate ‘benefiche’, e la sua dipendenza ideologica da quanto viene dichiarato di volta in volta dal Dipartimento Antidroga, ci crea una sorta di imbarazzo: come si fa a replicare ad una persona incapace di intendere?Divertente è il fatto che dopo averci propinato le sue personali ‘teorie’ su alcol e cannabis, e trattato di ‘pubblicazioni scientifiche’, ci inviti ad andare su Youtube a verificare la pericolosità della marijuana, sennonchè su youtube si trovano ben altre informazioni sulla cannabis.

Continuiamo con la dura presa di posizione della comunità di S. Patrignano, che in un suo comunicato lancia anatemi e scomuniche contro tutti coloro che si sono pronunciati a favore della legalizzazione. Inutile controbattere punto per punto le infondate argomentazioni che vengono espresse nel comunicato, ma un dato ci ha particolarmente incuriosito: “Il giro d’affari mosso dalla vendita delle cosiddette droghe leggere rappresenta solo l’1,5 per cento del volume di soldi illeciti in mano alle organizzazioni criminali“.

Ci sorge una legittima domanda: ma a S. Patrignano sono in possesso del bilancio delle organizzazioni criminali? E se le droghe leggere rappresentano l’1,5% del volume dei soldi in mano alla criminalità, sarebbero così gentili da farci conoscere anche le altre percentuali di introiti derivati dalle altre attività illecite? Ma ancor di più saremmo curiosi di sapere quanto le attività della fabbricazione di pellicce, dell’allevamento di cavalli e della produzione di vino pregiato renda al bilancio di S. Patrignano e di quanto invece viene erogato in stipendi e salari ai ragazzi ospiti della comunità, che quei lavori svolgono, perché ci sorge il dubbio che grazie a questa legge, se si ha la ‘fortuna’ di non finire dietro le sbarre, molti pacifici fumatori di marijuana si ritrovino ad essere, loro malgrado, manovalanza a basso costo per attività lucrose e di discutibile gusto!

Ed infine di ieri l’intervento del Modavi (Movimento delle Associazioni di Volontariato), di cui non comprendiamo il fine, che commenta: “leggendo tra le colonne dell’Espresso che, oggi, la droga cosi’ detta ‘leggera’ rappresenta un tabu’ (sic!). Noi, al contrario, combattiamo attivamente, da tempo, la normalizzazione culturale per cui fare uso di droga e’ diventata cosa assolutamente accettata e normale, appunto. Riteniamo che questo stato delle cose sia inaccettabile da un punto di vista etico e civile, e ci piace parlare, in questo senso, di prevenzione del danno.”

Combattere contro la normalizzazione di un comportamento che non arreca danno a nessuno, come appunto quello di consumare cannabis, oltre ad essere altamente reazionario e altamente pericoloso come principio, e da considerarsi un atto di intolleranza e di soppruso verso la libertà di scelta dell’individuo.

Noi che della libertà di autodeterminazione, ne facciamo una battaglia civile, vogliamo legalizzare la canapa invece perchè è assurda la proibizione per una sostanza che crea meno danni di altre legalmente in commercio ed ha inoltre una cultura millenaria di utilizzo.

Una sostanza che è stata ‘tolta’ dal mercato per assecondare interessi economici di compagnie petrolifere e farmaceutiche in primis, nonchè per favorire il commercio illegale che portasse introiti utilizzati per rimpinguare le casse delle banche internazionali sempre pronte ad ‘inglobare’ moneta senza preoccuparsi minimente della sua origine.

Dobbiamo insistere nel fare informazione corretta sulla canapa per controbattere le esagerazioni sulla pericolosità, se non vere e proprio leggende vecchie e nuove, utilizzate per terrorizzare e minacciare gli utilizzatori.

Vite vengono devastate ogni giorno, ci sono stati morti ammazzati, durante i controlli, nelle caserme, nelle carceri, più le migliaia di casi di violenze che non vengono mai riportate, quasi mai denunciati, per paura delle rappresaglie minacciate a quattr’occhi.

E tutto solo perchè si detiene qualche grammo oltre i limiti (prefissati in modo totalmente antiscientifico) o ci si coltiva per i fatti propri qualche piantina, senza dar noia a nessuno se non alla criminalità organizzata e soci (case farmaceutiche e dipartimento politiche antidroga inclusi, a quanto pare).

Anche con le sole sanzioni amministrative, molto spesso a catena, dopo aver perso il passaporto e la patente, si perdono lavoro, custodia dei figli, casa, famiglia, salute, dignità, in una spirale perversa senza via d’uscita.

Ecco il motivo che impone di legalizzare e dichiarare la pace, l’insostenibilità di questo livello di violenza contro cittadini innocenti. “No victim, no crime”, dice il principio fondante della giurisprudenza anglosassone. Il resto viene percepito come apologia della pianta, sappiamo bene come reagiscono alle rivendicazioni che la canapa è meno dannosa di altre ‘droghe’, avendo posto la cannabis nella stessa tabella di altri stupefacenti.

In questo momento di crisi grave e profonda poi, non è ammissibile che lo Stato spenda tanti soldi dei contribuenti per queste politiche barbare contro milioni dei propri cittadini, mentre taglia servizi sociali ed ospedali. Li spendessero per curare i malati, piuttosto. E con il bel risultato che, dopo anni di guerra ai “drogati” delle più feroci e sanguinarie in Europa, siamo diventati i secondi consumatori pro capite al mondo dopo le isole Palau, ed anche le nostre cosche non sono da meno nel mondo, avendo già conquistato la politica e la finanza del nostro paese.

ASCIA

Pubblicato anche su: http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=4156


Lettera aperta a Saviano, Deidda, Ingroia di stima e ringraziamenti – ASCIA

Alla cortese attenzione degli Illustrissimi:
Dott. Deidda
Dott. Saviano
Dott. Ingroia
Dott. Veronesi
Con la presente, l’Ascia (Associazione per la Sensibilizzazione sulla Canapa Autoprodotta in Italia), concordando pienamente con quanto da Voi affermato nei giorni scorsi riguado la cannabis, la lotta alle mafie, la salute pubblica, l’ordine sociale e l’eventuale legalizzazione e regolamentazione del consumo delle cosiddette ‘droghe leggere’, intende esprimerVi stima, vicinanza, solidarietà, sostegno e supporto.
Con l’augurio di poter vedere sempre più persone che come Voi portano avanti il loro importante ruolo e lavoro, con deontologia, impegno, solerzia ed obiettività professionale, ma soprattutto con una spiccata umanita’ di fondo e forti del coraggio della verità.
Aprendoci ad ogni possibilità di collaborazione, confronto e dibattito sull’argomento correlato porgiamo i più calorosi e cordiali saluti.
Direttivo A.S.C.I.A
L’Ascia è un’associazone nata nel 2010 che oggi conta un cospicuo numero di tesserati. Alleghiamo di seguito il Manifesto che ci rappresenta.

“Per lo Stato siamo criminali o nella migliore delle ipotesi dei fuorilegge! Noi non vogliamo essere né criminali né fuorilegge! Per questo chiediamo la revisione della legge varata dal governo Berlusconi e denominata Fini-Giovanardi.
Premesso che siamo fermamente convinti che nessun frutto del Creato possa essere proibito in quanto patrimonio dell’umanità, dobbiamo constatare che fino all’entrata in vigore della legge Fini-Giovanardi, che fu inserita all’ultimo momento nel pacchetto di norme relative alle Olimpiadi Invernali di Torino (2006) ed approvata in fretta e furia dal Parlamento, centinaia di migliaia di cittadini, colpevoli di avere solo abitudini diverse da quelle convenzionalmente accettate, erano tollerati e in qualche modo tutelati dalla differenziazione che la precedente legge (Craxi-Jervolino-Vassalli da cui vennero cancellate dal referendum del 93′ le parti relative alla modica quantita’) prevedeva tra droghe leggere e droghe pesanti.
Aver abolito quella distinzione ha reso il discorso sulla pericolosità delle droghe confuso ed inconcludente, poiché avendo creato un bacino di potenziale criminalità che coinvolge tutti gli strati sociali, cittadini di ogni età, di ogni professione e di ogni regione italiana in virtù di un crimine inesistente, si è perso il filo conduttore che mirava ad individuare un disagio sociale ed è rimasto solo un fenomeno amplificato da una discutibile legge che colpisce indiscriminatamente sia gli spacciatori e sia gli autoproduttori e consumatori di canapa.
Condividiamo il profilo che la signora Mikki Norris, responsabile negli USA del Cannabis Consumers Campaign, traccia del consumatore abituale di canapa:
“Osservo da anni i fumatori di cannabis, e sono colpita dal fatto che sono tra le persone più intelligenti, talentuose, interessanti, divertenti, lavoratrici, affettuose, dignitose, di successo, oneste che io conosca. Vivono la loro vita semplicemente come ogni altro. Lavorano, pagano le tasse, si occupano della famiglia e contribuisconoalla comunità.Poi penso che tutte queste persone sono considerate dei criminali agli occhi della legge… non ha senso!I cosiddetti “drug-test” determinano se qualcuno è adatto o no per fare un lavoro, partecipare in attività scolastiche, essere un genitore o stare fuori di prigione, al di là di quelle che sono le sue qualifiche, la sua storia lavorativa, le referenze e i risultati conseguiti. In pratica, siamo giudicati dalle nostre urine, dal sudore, dalla saliva, dai capelli piuttosto che dalle nostre azioni e dal nostro comportamento. Questa è discriminazione.”
Riconoscendoci perfettamente nella descrizione della signora Norris e condividendo le sue conclusioni chiediamo di stimolare un confronto sulla legge Fini-Giovanardi di cui avvertiamo una urgente necessità di revisione a causa del suo carattere persecutorio_Ogni giorno decine di persone finiscono nelle maglie della Giustizia, costrette a subire l’umiliazione della schedatura, della detenzione in isolamento e del conseguente processo alla stregua di qualsiasi malfattore.O in alternativa, si rischia di essere soggetti a sanzioni amministrative che con il ritiro della patente e passaporto e l’eventuale sequestro dell’autovettura rende chiunque impossibilitato a svolgere la propria attività professionale e participare con serenità alle relazioni sociali, oltre al rischio di perdere l’affidamento dei figli, il porto d’armi, il diritto a donare sangue e a svolgere attivita’ sportiva…
Crediamo sia doveroso rispettare qualsiasi legge che non contravvenga alla dichiarazione universale dei diritti umani approvata dall’ ONU:
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti (I° articolo, anno1948) … essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Alla luce di questa dichiarazione, affermiamo che l’attuale legge denominata Fini-Giovanardi è offensiva persino nei confronti di questo primo ed innocuo principio.
Riteniamo altresì che la legge sia lesiva delle norme e delle leggi che regolano il diritto alla privacy, in quanto essendo sia la coltivazione che l’uso di canapaa scopo esclusivamente privato, mette in stato di criminalizzazione gli stili di vita e gli aspetti culturali che milioni di persone praticano e condividono.
Paradossalmente, l’applicazione fobica della legge può paragonarsi al crimine di girare nudi in casa propria con le tapparelle abbassate, essere spiati dal buco della serratura e denunciati per “oltraggio al pudore”!
Riteniamo la legge Berlusconi-Fini-Giovanardi responsabile di favorire il mercato dell’illegalità, in quanto, dando la possibilità alle organizzazioni criminali di gestire la distribuzione e la diffusione di qualsiasi sostanza ritenuta illegale, permette di spacciare sullo stesso mercato droghe leggere e pesanti, alimentando il “culto dello sballo” che nulla ha a che vedere con l’uso consapevole e cosciente della canapa.Questa legge alimenta la confusione e l’ignoranza e per la criminalità organizzata, specialmente l’ignoranza è, come tutti ben sanno, fonte di grandi proventi.
Chiediamo di valutare non solo i danni subiti da onesti cittadini che amano solo coltivare in proprio una pianta assurdamente proibilta, ma anche di considerare il danno che la legge Fini-Giovanardi provoca di riflesso anche alle strutture dello Stato.Se è vero che un detenuto su quattro è in stato di detenzione per “droga”, possiamo presupporre che almeno uno su dieci sia in prigione o agli arresti domiciliari per essere semplicemente un coltivatore o consumatore in proprio di canapa e ricordando che la precedente legge non criminalizzava questi comportamenti, aver creato una nuova criminalità, ha causato di conseguenza un preoccupante ingolfamento dei Tribunali, un ingiustificato affollamento nelle carceri e un inutile dispendio di uomini e mezzi delle forze dell’ordine impegnate a reprimere una criminalità di fatto inesistente.
Vogliamo infine confutare la teoria che considera la cannabis come il trampolino di lancio verso droghe pesanti e letali. Molti di noi sono genitori con figli ventenni o adolescenti e ci rendiamo conto che non affrontare il tema delle droghe con estrema obiettività ed onestà intellettuale, non fa altro che alimentare confusione intorno al problema e non fornisce indispensabili elementi di conoscenza in grado di evitare il pericolo, pensiamo che debba esserre fatta conoscere ai nostri giovani la differenza che passa tra una lucertola ed un coccodrillo, poiché senza questa conoscenza si rischia di venire ingoiati.”
 

pasqsn

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Salvare la Sicilia? Con la cannabis

La Sicilia è in bancarotta, notizia che non stupisce, per le spese pazze che la regione autonoma si è concessa alle spalle dei cittadini, non solo Siciliani. Il mal governo, deviato dalla malavita organizzata, è responsabile davanti ai cittadini, per i posti di lavoro che si perderanno e l' economia dell'isola a rischio paralisi.
In una condizione analoga, in California, è stato votato un referendum sulla legalizzazione della cannabis; questo provvedimento avrebbe ridotto l' influenza dei narcos messicani sullo Stato, rimpinguato lautamente le casse dello stato e previsto numerosi risparmi per la gestione della sicurezza pubblica, poiché gli arresti per detenzione, uso e produzione di cannabis non sarebbero più stati perseguiti.
Paese che vai, esperienza che trovi. Recentemente anche la Spagna ha trovato nella cittadina di Rasquera, una popolazione colpita dalla crisi economica che vuole superare i propri problemi concedendo spazio a coltivazioni di cannabis per uso terapeutico. Gli obiettivi di questo provvedimento sono la creazione di nuovi posti di lavoro affinché i giovani, specialmente, non abbandonino la terra e possano trarre vantaggio da una nuova industria farmaceutica.
La Sicilia può fare propria l'esperienza californiana e spagnola; la crisi del debito che sta colpendo questa regione potrebbe essere la più grande opportunità che la Sicilia abbia avuto in tempi moderni. L'autonomia della regione e la possibilità di un dialogo diretto con i Ministeri al fine di risolvere la crisi in tempi brevi, rendono la Sicilia la regione ideale per lanciare una politica di ampio respiro.
Con le recenti approvazioni di leggi sulla cannabis terapeutica e i dibattiti apertisi nelle regioni che ancora non hanno adottato una politica sanitaria coerente con la gestione dei problemi legati all'utilizzo di cannabis, la Sicilia potrebbe trovarsi favorita nel dialogo diretto con le istituzioni nazionali per vedersi approvare velocemente licenze per la coltivazione di cannabis medica per le forniture dei Servizi Sanitari Regionali Italiani.
E' una opportunità unica per la Regione Sicilia: nuovi posti di lavoro, un mercato nel quale si può creare un "campione nazionale" a livello industriale, sostituendosi alle industrie importatrici e un mercato nazionale vasto da potere fornire. Una simile politica è anche sostenuta da modelli economici dove il guadagno collettivo dell'ingresso di un produttore nazionale a sostituzione di un importatore per un dato prodotto aumenta il benessere della società nel suo complesso (modello di Odagiri).
La via per l' uscita dalla crisi economica può essere solo di tipo economico. Sicilia, sveglia.

http://droghe.aduc.it/articolo/salvare+sicilia+cannabis_20560.php
 

M-UNG

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In sicilia tutto cio' non succedera' mai! La conosco troppo bene la sicilia... Speravo facesse da "apripista" per le altre regioni pero'.. lasciamo stare!
 

pasqsn

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La disinformazione sulla Cannabis ad ogni costo

In questi giorni abbiamo visto con quanta solerzia il capo del dipartimento antidroga Giovanni Serpelloni intervenga quando si inizia a trattare l’argomento ‘legalizzazione della cannabis’, dibattito (ri)aperto in queste ultime settimane dall’oncologo Umberto Veronesi, dai magistrati Deidda e Ingroia, e da Saviano.

Non risultando ormai credibile come unica voce contraria, il capo del dipartimento politiche antidroga Serpelloni è andato infatti alla ricerca dell’aiuto e delle firme di 18 presidenti di “alcune” società scientifiche italiane (tra cui Silvio Garattini), “alcune” perchè le Società scientifiche italiane sono centinaia, di cui solo 176 iscritte alla Fism (Federazione delle società medico scientifiche italiane http://www.fism.it/soci/list.jhtml). Una sorta di conferma alle sue teorie come a mettere a tacere una volta per sempre chi invece invoca la regolamentazione/legalizzazione della sostanza. Ci chiediamo semmai se chi ha apposto la firma abbia verificato le informazioni che il DPA voleva veicolare, o se sono state prese per oro colato. http://www.politicheantidroga.it/comunicazione/comunicati/2012/luglio/dpa-18-luglio.aspx (Da questo link è possibile scaricare anche il documento in questione: Statement Cannabis)

E’ oramai evidente di come la posizione di Serpelloni sia totalmente ideologica e totalmente asservita all’ex sottosegretario Giovanardi, e di come sia sganciata da qualsiasi razionalità medica, di prevenzione e salute, in quanto in questi giorni Serpelloni, sentendo forse minacciata la sua posizione di zar antidroga, ci ha sciorinato una serie di ‘prove scientifiche’ intervenendo senza contraddittorio a gettare acqua sul fuoco del nascente dibattito.

Pur di dimostrare di stare nella ragione il capo del DPA non si sottrae certamente ad alcune ‘operazioni’ sporche, come quella di citare gli studi che gli più fanno comodo, o di travolgerne il significato in totale malafede.

Così come è accaduto con l’affermazione contenuta nel documento Statement Cannabis: “L’uso di queste sostanze inoltre può facilitare la comparsa di comportamenti antisociali e criminali.” citando uno studio Norvegese (Pedersen W., Skardhamar T., “Cannabis and crime: finding from a longitudinal study” Addiction, 2010) ed in effetti lo studio conclude dicendo che aumenta la criminalità relativamente al possesso, uso e distribuzione della cannabis. Pare proprio che il solerte Serpelloni voglia prenderci per i fondelli, dichiarando a chi chiede la legalizzazione, che la cannabis aumenta la possibilità di atti criminali, quando gli stessi crimini commessi sono quelli del possesso stesso della sostanza. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19839964

Ma il tema più battuto è sicuramente la questione che il consumo di ‘marijuana’ possa provocare il cancro, tema ricorrente per infondere paura. Viene affermato: “Studi approfonditi molto recenti hanno evidenziato un rischio di cancro del polmone associato al fumo di cannabis venti volte superiore oltre alla presenza di altre importanti patologie respiratorie” e viene citata come fonte il rapporto della British Lung Foundation “The Impact of cannabis on our lungs (Giugno 2012)”, che non è esattamente uno Studio (come vorrebbe farci credere il DPA), ma un sondaggio in cui è stato chiesto ai britannici cosa ne pensassero della pericolosità della cannabis.

Lo studio, in sintesi, scopre l’acqua calda, dimostrando che c’è bassa percezione del rischio sulla pericolosità della marijuana (il 32% degli intervistati, infatti, ritiene che la canapa sia meno dannosa del tabacco), ma partendo dal presupposto che la cannabis fa venire il cancro (da loro stessi deciso), è chiara la “bassa percezione del rischio”!

Per creare il presupposto sono stati selezionati alcuni studi, i soli e i pochi che facevano chiaramente comodo al DPA.

Serpelloni, che già aveva citato questo documento appena fu pubblicato, lo ritira fuori dal cassetto per convalidare le sue ‘tesi’ ed ecco che afferma: “Condividiamo pienamente non solo la preoccupazione della British Lung Foundation ma anche l’invito di aumentare la divulgazione di linee di indirizzo per la salute pubblica riguardo i numerosi danni che l’uso di cannabis e le sostanze stupefacenti possono produrre soprattutto tra i più giovani.”

In Gran Bretagna la giornalista Keelan Balderson ha accusato la BLF di “spacciare un mito sfatato da tempo”, sostenendo che non era la prima volta che la British Lung Foundation faceva simili affermazioni senza alcuna prova, difatti già in un precedente rapporto del 2002 la BLF dichiarava che “fumare tre spinelli al giorno produrrebbe un danno ai polmoni equivalente a quello causato dal consumo di 20 sigarette al giorno.” http://www.fuoriluogo.it/arretrati/2002/nov_03.html , ed ora da tre ‘spinelli’ si è passati addirittura ad uno, nonostante che nell’ultimo periodo gli studi sugli effetti antitumorali della cannabis, sia a livello curativo che preventivo, stiano emergendo in tutto il mondo e lo stesso dicasi anche per l’assoluta estraneità tra tumore polmonare e uso di cannabis, come comprovato dalle recenti ricerche in GB e in USA.

Alla richiesta di citare la ricerca che ha sostenuto l’affermazione che uno spinello aumenta il rischio di cancro come venti sigarette, la BLF non ha proferito parola e quindi è stata accusata di “mettere in circolazione informazioni false per catturare i titoli di stampa”.

Nel Rapporto della BLF ‘stranamente’ non vengono neanche citati (e il DPA e Serpelloni non sono da meno), tutti gli studi di un certo spessore che affermano esattamente l’opposto come quello, presentato dal Dr Donald Tashkin della UCLA nel 2006 alla American Thoracic Society International Conference e che esaminava 2252 casi tra malati e gruppo di controllo.

In questo studio il Dott. Tashkin dimostra che anche un consumo massiccio per lungo tempo della sostanza, usata anche oltre le 22.000 volte nell’arco dell’esistenza, non ha mostrato alcun aumento dell’incidenza dei tumori. Non è stata trovata nessuna associazione tra il fumare cannabis ed il cancro, nei risultati dello studio, mentre è stato trovato un aumento di 20 volte della probabilità di cancro polmonare tra i fumatori di tabacco che consumavano due o più pacchetti di sigarette al giorno.

Inoltre lo studio è arrivato alla conclusione che coloro che fumano esclusivamente cannabis hanno meno possibilità di sviluppare tumori ed altre affezioni polmonari, e quelli che fumano cannabis mischiata al tabacco hanno meno possibilità di contrarre queste patologie rispetto ai fumatori di solo tabacco, per un effetto protettivo che la cannabis fornisce contro gli effetti cancerogeni ed altri danni dei polmoni.

Un altro studio autorevole interessante, condotto negli Stati Uniti, ha interessato un numero di 5016 partecipanti, che sono stati seguiti per un tempo di 20 anni e anche questo studio è arrivato alla conclusione che il consumo di marijuana non è associato a problematiche polmonari: “Association Between Marijuana Exposure and Pulmonary Function Over 20 Years” http://jama.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1104848

Ci sarebbe da fare anche un’osservazione forse abbastanza ovvia, ma che mai viene esaustivamente trattata: lo spinello normalmente è fatto con tabacco (dal 50% al 95% a seconda che si tratti di marijuana o hashish), ed il resto è cannabis (il presunto colpevole), normalmente senza il classico filtro delle sigarette che trattiene moltissime sostanze nocive, quindi sarà abbastanza ovvio dire che il consumo di spinelli (contenenti tabacco e comunque combustione) è nocivo per la salute, volendo ignorare però che la cannabis può essere assunta anche attraverso i vaporizzatori e quindi annullando gli effetti del fumo.

Il documento proposto da Serpelloni, con la controfirma dei 18 presidenti di Società Scientifiche italiane, contiene talmente tante esagerazioni, falsità, citazioni di comodo (come quella autoesplicativa nel citare precedenti affermazioni di se stessi) da non avere nessuna validità scientifica, semmai bisognerebbe chiedersi come sia possibile, per alcuni personaggi oltre a Serpelloni di comprovata responsabilità, perseverare nelle convinzioni ideologiche senza alcuna razionalità e in palese contrasto con qualsiasi coerenza deontologica.

Sull’argomento è interventuto anche Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano, che dà man forte a Serpelloni affermando laconico: “..i medici, in particolare gli oncologi responsabili, dovrebbero incitare i potenziali consumatori e quelli attuali, sulla falsa riga della campagna anti fumo della sigaretta, a desistere da questo comportamento sbagliato e deleterio e a sollecitare il legislatore a non compiere interventi dannosi per la salute pubblica come quelli della legalizzazione delle droghe cosiddette leggere”.

Se fosse coerente con le sue dichiarazioni non si capisce il perchè allora il dott.Tirelli non si faccia promotore di una campagna per rendere illegale anche il Tabacco, visto che lo cita come esempio, di contro non avrebbe senso il suo ‘sollecitare’ al legislatore dichiarando di “non compiere interventi dannosi per la salute pubblica come quelli della legalizzazione delle droghe cosiddette leggere”, non considerando che con l’illegalità la sostanza è comunque in vendita in tutte le piazze d’Italia, e non sapendo esattamente la sua composizione la sua pericolosità è altamente maggiore, così come è capitato con le partite di marijuana scadente arrivate dall’Albania addizionate con altri composti chimici, oppure quella addizionata da polvere di vetro per aumentarne il peso.

Il dibattito sulla legalizzazione è oramai aperto a livello mondiale, dove tutti si domandano se è ancora possibile continuare con quest’inutile repressione verso i consumatori della cannabis, per contro, il proibizionismo sta affilando le unghie contro le proposte giunte da varie parti del mondo di legalizzazione, come quella proposta in Uruguay.

Continuare con questa politica di far smerciare la sostanza attraverso il mercato nero, con bassissima qualità e senza controllo, è il vero crimine contro la salute.

Il documento Statement Cannabis contiene talmente tanti argomenti da trattare e smontare che in un articolo sarebbe impossibile essere esaustivi, abbiamo trattato qualche aspetto, con maggior rilevanza alle affermazioni sulla pericolosità sui tumori, ritorneremo sicuramente sugli argomenti trattati da questo documento nei prossimi giorni, analizzando altre affermazioni, e denunciando la ‘guerra sporca’ condotta dietro le quinte del proibizionismo che non sa più dove appigliarsi per evitare di ammettere il proprio fallimento.

Davide Corda – ASCIA

http://www.ascia-web.org/home/?p=553

Legalizziamolacanapa Org Team
 

elune

Member
Verrà un giorno in cui la gente si ricorderà con ilarità dei militari in divisa che armati se ne andavano per campi a sradicare l'erba e a manganellare qualche coltivatore "immorale".
In questo giorno come si potrebero reimpiegare le immense risorse di polizia, giudiziare, cioè finanziarie? Gli sradicatori a zappare e raccogliere erba o a prendere i veri criminali?

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http://www.youtube.com/watch?v=UhgmxlgMZDY&feature=related
Se le cose vanno avanti cosi' qualcuno perderà un po' di autorità
 

M-UNG

Well-known member
ICMag Donor
Veteran
Bha.. il mondo va a rotoli per questo.. che cazzo.. non si puo' andare avanti cosi', stanno togliendo delle piante di canapa. e vabè
 
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