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Fondamenti Chimici per la Coltivazione

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
Ok, sei fortunato, hai beccato me prima di tutti..... benvenuto, sarebbe carino che almeno ti presentassi......
Succede che usi aceto o limone per regolare il ph. Il discorso è ampio, diciamo che oltre a non essere proprio proprio indicati, non sono stabili come regolatori di ph, con il passare dei minuti "perdono potenza".
Ti consiglio di passare ad un negozio di acquari e comprare li un "PH down". Quelli contengono acido solforico che è stabile ed è più apprezzato dalla pianta.
Io usavo l'aceto, ci mettevo quasi 1 ora a preparare l'acqua, perchè se adesso è a 6.5 tra 3 minuti è salito di nuovo. Da quando ho comprato il PH down preparo l'acqua una volta a settimana. Ovvio che prima di annaffiare controllo, ma finora è rimasto sempre stabile.
In più, non sò se incida, ma io prima decanto e poi correggo il ph.
Descrivici il setup, grow, luce, terriccio e via dicendo. Felice grow!!!

Con qualsiasi acido che utilizzerai, dopo un tempo determinato tornerai più o meno al pH di prima, sia l'acetico, che il solforico.
Per stabilizzare il pH di una soluzione serve un tampone.
Gli acidi apprezzati dalla pianta sono il Nitrico e il Fosforico perchè rilasciano anioni che aiutano il ciclo essendo N e P.
L'acido solforico non è invece graditissimo dalle piante, perchè mentre per gli animali solfati e solfiti rappresentano normali metaboliti digestivi, per la pianta rappresentano il segno della decomposizione radicale dovuta agli acidi umici e fulvici tipici dell'autunno quando la pianta muore.
Principio base su cui si basa il Ripen ad esempio, che apporta proprio P e K ma in forma di solfati P2SO4 e K2SO4... ;)


Se il pH- per le piante è HNO3 oppure H3PO4 o un mix, C'E' un motivo, come c'è un motivo se quello degli acquari è solforico.
Alla fine non succede nulla ma la pianta gradisce molto di più quelli giusti, garantito.

Nel nostro caso in dettaglio, io correggo il pH della soluzione solo quando devo irrigare, MAI prima.

:wave:
 

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
Scusa Micro..un'altro dubbio..quindi regoli il ph ogni volta che devi riempire l'umidificatore?
io regolo il ph prima di innaffiare, poi l'acqua che resta la uso per l'umidificatore.

Io di quella dell'umidificatore me ne sbatto, la pianta non l'assorbe direttamente ma serve per fare rimanere più acqua nei tessuti...

Caro shama buonasera...l h20 corretta sicuramente è meglio di quella normale , ma se vuoi un consiglio se usi l h20 normale devi sbatteri a pulirlo molto bene ogni 3 giorni, te lo dico perchè ho gia mandato a f****** ujn umidificatore...Se vuoi evitare tutto lo sbatti di smontarlo e togliere il calcare ogni volta usa acqua distillata e non avrai mai nessun problema...

Buonasera a te Shiva..si ..di solito do acqua phata nell'umi ed ho notato l'accumulo di calcare sulla valvola..come dici tu è uno sbatti a pulirlo sempre.
Proverò con acqua distillata..grazie per il consiglio!

Peace & LOve!


Ma quanto spendete a mettere la demineralizzata nell'umidificatore?
Il mio si fa fuori un gallone al giorno (2,8L) sarebbe una follia!
Ci sono due rimedi fondamentali per gli umidificatori:

1) Candeggina: serve per funghi, muffe e soprattutto le alghe che si attaccano alle cisterne dell'acqua e delle soluzioni.
Ne versate 1/4 di bicchiere diluita in acqua e lasciate una notte. Il mattino sciaquate il tutto et voilà!
2) il pH-: serve per sciogliere rapidamente ogni incrostazione di calcare senza intaccare i metalli o le plastiche; ne metti un goccio sulla membrana fino a riempire l'incavo e lasci agire finche non vedi più bolle, a quel punto aggiungi acqua di rubinetto fino al limite dell'umidificatore e lasci altri 30'. Poi sciacqui bene il tutto e il tuo umidificatore sarà come nuovo!!! Dipende dalla durezza dell'acqua. La decalcificazione la faccio 1 volta ogni 25-30gg.

:wave:
 

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
visto che siamo in tema, ti va di dare qualche delucidazione su: ph dell'acqua demineralizzata/ro/distillata???
e sulla fantasmagorica "pioggia"?????
tnx

In teoria non esiste acqua distillata al 100%, anche nella preparazione migliore il tester darà sempre una piccola misura di conduttività, così per le acque di osmosi, idem per la demineralizzata.
Ogni tipologia di acqua, comunque vicina allo stato puro, ha sempre pH7 ed è peraltro il riferimento mediano della scala che inizia da 0 e termina a 14. Infatti l'acqua è un cosiddetto 'anfotero', una molecola capace di comportarsi da acido o da base a seconda delle condizioni, inserendo un acido si comporta da base riducendosi, viceversa si ossida.

Quando si dice ''faccio bollire l'acqua così scende il pH ed elimino i sali'' si sta parlando di stregoneria, non di fisica.
Se ho la pazienza di condensare l'evaporato posso considerare di avere un prodotto demineralizzato medio, ma il rimanente è il concentrato di sali e calcare rimasto dopo l'evaporazione dell'acqua!!!

La pioggia (o la neve) hanno quasi sempre un pH tendente all'acido, circa 6.5 dalle mie parti... credo che possa variare parecchio con la latitudine e la vicinanza di grandi impianti chimici, comunque è ampiamente sufficiente, in un tempo ragionevolmente lungo, a dissolvere i vari monumenti, fatti di....???

Carbonato di Calcio
E siamo tornati al punto di partenza!!!
;)


:wave:
 

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
scusate l intromissione ma mi sembrava stupido aprire un 3d per una domanda eccola
qnto puo stare l aqcua a decantare in bott da due lit?

Se è di rubinetto e la tieni al buio anche un mese...
Se prende luce in pochi giorni comincia a puzzare e a produrre alghe verdi.

é possibile conoscere anche quali sono i parametri da tenere conto per i dosaggi di fertirrigazione,anche per quanto riguarda la frequenza?non sono riuscito a trovare niente a riguardo.

Grazie!

I parametri sono molti, ma più o meno in ordine a cascata:

-Temperatura
-Umidità
-Estrazione/Ventilazione
-Tipo di illuminazione
-Età e metabolismo della pianta.

La frequenza dipende da ciò che vedi, in genere un buon metodo empirico è pesare i vasi con le mani... più o meno si sente se è ora di irrigare o meno.
Però incrocia sempre questo dato con l'aspetto della pianta.

:wave:
 

BadSeed

Active member
Veteran
Fondamenti Chimici per la Coltivazione

Ora tocca a te Prof. Microspy

Questo thread è dedicato come da titolo ai fondamenti chimici per la coltivazione ossia a tutto quello che c'è di chimica in quello che è la nostra passione e come capire maggior mente e in maniera scientifica i gesti e i prodotti che usiamo.

Siete pregati di non inquinare =) Grazie e buon forum a tutti :wave:
 

mds

Member
ciao micro ...
per il prossimo ciclo volevo fare un terreno con una percentuale di cocco ... anche abbondante .... il ph avrebbe le stesse conseguenze di un terreno con troppa perlite ??? leggevo negli sticky la guida per le coltivazioni con substrati inermi ma poi dentro c'è solo per idro e aero..
HASTA.
 

lulucania79

New member
ti ringrazio per la precisazione micro...piu' l'acqua si avvicina a livelli di purezza assoluta e piu il ph si avvicinerà al valore di 7, che rappresenta il perfetto equilibrio di scambi cationici ed anionici...nel mio caso ho capito che l'acqua di scolo raggiunge livelli altissimi (8.2) per l'alta percentuale di perlite che, credo, assorba parecchi carbonati, e per il tipo di acqua che in questo periodo è particolarmente dura...una domanda..il flora micro della ghe che sto usando, contiene calcio sottoforma di ossido al 7% (purtroppo ho quello per acque soft)..e con l'acqua molto dura non va molto bene, credete sia il caso di non usarlo o puo' essere sufficiente abbbassare il dosaggio?? grazie..
 

MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
Acqua


L'acqua è un composto chimico di formula molecolare H2O, in cui i due atomi di idrogeno sono legati all'atomo di ossigeno con legame covalente. In condizioni di temperatura e pressione normali si presenta come un sistema bifase – costituito da un liquido incolore e insapore (che viene chiamato "acqua" in senso stretto) e da un gas incolore (detto vapore acqueo) – ma anche come un solido (detto ghiaccio) nel caso in cui la temperatura sia uguale o inferiore alla temperatura di congelamento. Essendo l'acqua un ottimo solvente, le acque naturali contengono disciolte moltissime altre sostanze, ed è per questo motivo che con il termine "acqua" si intende comunemente sia il composto chimico puro di formula H2O, sia la miscela (liquida) formata dallo stesso, con altre sostanze disciolte al suo interno.

L'acqua è una sostanza anfotera, ovvero capace di comportarsi sia da acido che da base. A pH 7 (condizione di neutralità) la concentrazione di ioni idrossido OH- è uguale a quella di ioni idrogeno H+ (o idronio o ossonio H3O+).
Quando questo equilibrio viene alterato, la soluzione diventa acida (maggiore concentrazione di ioni idrogeno) o basica (maggiore concentrazione di ioni idrossido).

Secondo la teoria di Brønsted-Lowry, un acido è una specie chimica capace di donare uno ione H+ ed una base è una specie chimica capace di addizionarlo a sé. In presenza di un acido più forte di essa, l'acqua si comporta da base, in presenza di un acido più debole di essa, l'acqua si comporta da acido.

Lo ione H3O+, presente sempre in piccole quantità insieme alla normale molecola d'acqua, si forma in seguito alla reazione chimica di autoprotolisi dell'acqua:

2H2O H3O+ + OH-

Questa reazione è anche nota come autoionizzazione, semi-ionizzazione o autodissociazione dell'acqua, e spiega la natura anfotera dell'acqua: essa si comporta sia da acido (libera ioni H3O+) sia da base (libera ioni OH-).

Acqua Potabile

I parametri analitici di legge italiani definiscono i valori massimi e gli intervalli in cui devono rientrare le misurazioni chimico-fisiche e batteriologiche per poter definire un'acqua "potabile".
Per ottemperare ai requisiti microbiologici stabiliti dalla normativa, un'acqua potabile primariamente non deve contenere microrganismi patogeni che possono rappresentare un rischio per la salute degli utenti (casi ed epidemie sono segnalati dai sistemi di sorveglianza delle malattie in altri paesi, meno in Italia dove è in ritardo l'applicazione di un sistema di sorveglianza delle malattie di origine idrica. Inoltre, Escherichia coli, enterococchi, indicatori di contaminazione fecale, devono essere assenti in 100 millilitri di acqua; Clostridium perfringens e Coliformi, presenti nella Parte C dell'Allegato I della normativa italiana, sono da considerarsi parametri indicatori "indesiderabili" che dovrebbero essere assenti in un'acqua con buone caratteristiche di qualità. In acque potabili imbottigliate è richiesta anche l'assenza di Pseudomonas aeruginosa e sono stabiliti valori limite definiti per il parametro "conteggio delle colonie" a 22 °C e a 37 °C.

La presenza di ammoniaca, nitriti e nitrati (possono essere sia di origine minerale, sia provenire da concimi sintetici) è indice di inquinamento batterico.

La radioattività legata al trizio non deve essere superiore a 100 Becquerel/L, mentre la dose totale indicativa è di 0,2 mSv/anno.

Le sostanze disciolte che per legge si possono trovare in un'acqua potabile sono el seguenti con rispettive quantità.

• Acrilammide 0,10μg/L
• Antimonio 5μg/L
• Arsenico 10μg/L
• Benzene 1μg/L
• Benzo(a) pirene 0,01μg/L
• Boro 1mg/L
• Bromato 10μg/L
• Cadmio 5μg/L
• Cromo 50μg/L
• Rame 1mg/L
• Cianuro 50μg/L
• 1,2-dicloroetano 3μg/L
• Epicloridrina 0,1μg/L
• Fluoruro 1,5mg/L
• Piombo 10μg/L
• Mercurio 1μg/L
• Nichel 20μg/L
• Nitrato (NO3-) 50mg/L
• Nitrito (NO2-) 0,5mg/L
• Antiparassitari 0,1μg/L
• Antiparassitari totali 0,5μg/L
• Idrocarburi policiclici aromatici 0,1μg/L
• Selenio 10μg/L
• Tetracloroetilene + Tricloroetilene 10μg/L
• Trialometani totali 30μg/L
• Cloruro di vinile 0,5μg/L
• Clorito 700[5]μg/L
• Vanadio 50μg/L

E' sempre triste constatare come la ''civiltà'' consenta la presenza in un'acqua potabile definita sicura di IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI in senso generico, compreso pure il famigerato benzene che è il padre di tutte le sventure moderne...


Acqua Osmotica

Un'acqua già passata al depuratore avviata all'uso domestico, può essere ulteriormente 'raffinata' mediante l'applicazione di un particolare filtro basato sul processo fisico naturale della Pressione Osmotica. Questo filtro, eliminerà gran parte degli inquinanti permessi per Legge, come i nitriti, i metalli pesanti eccetera.

La pressione osmotica è una proprietà colligativa associata alle soluzioni. Quando due soluzioni con lo stesso solvente ma a concentrazioni diverse di soluto sono separate da una membrana semipermeabile (cioè che lascia passare le molecole di solvente ma non quelle di soluto), le molecole di solvente si spostano dalla soluzione con minore concentrazione di soluto (quindi maggiore concentrazione di solvente) alla soluzione con maggiore concentrazione di soluto (quindi minore concentrazione di solvente), in modo da uguagliare (o meglio, rendere vicine) le concentrazioni delle due soluzioni. La pressione che occorre applicare alla soluzione affinché il passaggio del solvente non avvenga è detta appunto "pressione osmotica".

I normali filtri a osmosi per uso domestico utilizzano il principio di Osmosi Inversa. L'osmosi inversa (abbreviazione: RO, dall'inglese Reverse Osmosis), detta anche iperfiltrazione (abbreviazione: IF), è il processo in cui si forza il passaggio delle molecole di solvente dalla soluzione più concentrata alla soluzione meno concentrata ottenuto applicando alla soluzione più concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica. In pratica, l'osmosi inversa viene realizzata con una membrana che trattiene il soluto da una parte impedendone il passaggio e permette di ricavare il solvente puro dall'altra. Questo fenomeno non è spontaneo e richiede il compimento di un lavoro meccanico pari a quello necessario per annullare l'effetto della pressione osmotica.

In pratica, un setaccio molecolare.
Sicuramente utile in caso di utilizzo centralizzato per tutta la casa, oppure se si possiedono acquari; certamente opinabile se dispositivo di sola irrigazione.
 
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MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
MACRO e MICRO nutrienti e loro forma di assimilazione.

Ciao a tutti, di seguito troverete una piccola rassegna dei principali elementi che troveremo SEMPRE durante il percorso e che più o meno conosciamo un pò tutti se abbiamo preso in mano almeno una volta un flacone di fertilizzante. Descriveremo anche la forma in cui la pianta lo assimila, anche per rendersi conto delle incredibili trasformazioni che ogni elemento subisce grazie alle sole ''luce ed acqua'', un vero laboratorio di sintesi organica e inorganica.

MACRONUTRIENTI


Elemento (Forma di assorbimento) Funzioni

Azoto (NO3; NH4+) Acidi nucleici, proteine, ormoni, etc.

Ossigeno (O2 H2O) Vari composti organici

Carbonio (CO2) Vari composti organici

Idrogeno (H2O) Vari composti organici

Potassio (K+) Cofattore nella sintesi di proteine, equilibrio idrico, etc.

Calcio (Ca2+) Sintesi e stabilizzazione delle membrane

Magnesio (Mg2+) Elemento essenziale della clorofilla

Fosforo (H2PO4–) Acidi Nucleici, Fosfolipidi, ATP

Zolfo (SO42–) Costituente di proteine e coenzimi


MICRONUTRIENTI

Elemento (Forma di assorbimento) Funzioni

Cloro (Cl-) Favorisce la crescita delle radici

Boro (H BO3) Ha effetti sulla riproduzione

Manganese (Mn2+) Coinvolto nell'attività di alcuni enzimi

Zinco (Zn2+) Coinvolto nella sintesi di enzimi e clorofilla

Rame (Cu+) Presente negli enzimi per la sintesi della lignina

Molibdeno ( MoO4--) Coinvolto nella fissazione dell'Azoto, riduzione dei nitrati

Nichel (Ni2+) Cofattore enzimatico per il metabolismo dei composti azotati

Se notate dei problemi alle foglie, di colorazione o di mutamento dei tessuti, probabilmente avrete un eccesso oppure un carenza di questi elementi.
In caso di problemi e per la loro risoluzione seguite questo link (grazie a noreason):
https://www.icmag.com/ic/showthread.php?t=153531
 
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MicroSpy

Weed Warfare
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Durezza dell'Acqua

Spesso, quando parliamo di pH o di 'decantazione' (erroneamente, come vedremo in seguito), sentiamo tirare in ballo questo parametro così inusuale per un fluido, di così difficile rappresentazione.
Con Durezza Totale dell'acqua, per definizione, si intende un valore che esprime il contenuto di ioni di calcio e magnesio (provenienti dalla presenza di sali solubili nell'acqua) oltre che di eventuali metalli pesanti presenti nell'acqua.

La Durezza Totale è a sua volta suddivisa in Durezza Permanente che è rappresentata dalla concentrazione di sali rimasti in soluzione dopo ebollizione prolungata e Durezza Temporanea che è la differenza tra le altre due ed esprime il contenuto in HCO (idrogenocarbonato) secondo la relazione:

Ca(HCO3)2 (liq.) ⇌ CaCO3 (s) + CO2(g) + H2O (liq.)

I sali disciolti che determinano la durezza sono solitamente presenti nell'acqua come solfati, cloruri, nitrati, carbonati o idrogenocarbonati, che generalmente sono solubili ma per riscaldamento o per evaporazione precipitano formando incrostazioni di calcare o di altro genere.

La durezza viene generalmente espressa in gradi francesi (°f, da non confondere con °F, che sono i gradi Fahrenheit), dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua (1 °f = 10 mg/l = 10 ppm - parti per milione).
Altre unità di misura della durezza sono i gradi tedeschi (°T o °d) molto usati dagli acquariofili con 1° T = quantità di sali equivalenti a 10 mg/l di ossido di calcio CaO (1 °T = 1,79 °f),
Attualmente si usa anche il grado MEC, che corrisponde a 1 g di CaCO3 in 100 litri ed è perciò uguale al grado francese.

Le acque dure sono dannose ad esempio per il bucato in quanto gli ioni Calcio disciolti si combinano con le molecole di detergente e oltre a rendere il detersivo meno efficace (un pò come fanno con l'acido) lo trasportano dentro le fibre dei capi facendoli infeltrire.

La durezza di un'acqua può venire abbassata facendola passare attraverso l'addolcitore (manuale o automatico) su una resina a scambio ionico, che consiste di un polimero recante ioni sodio (Na+) che vengono scambiati al passaggio con gli ioni calcio e magnesio dell'acqua. Gli ioni calcio e magnesio risultano quindi trattenuti dalla resina, che viene poi successivamente rigenerata per trattamento con acqua salata (NaCl) concentrata (salamoia).

Wikipedia classifica le durezze in gradi francesi in questo modo:

• Fino a 7 °f: molto dolci
• da 7 °f a 14 °f: dolci
• da 14 °f a 22 °f: mediamente dure
• da 22 °f a 32 °f: discretamente dure
• da 32 °f a 54 °f: dure
• oltre 54 °f: molto dure.

Come abbiamo detto la presenza cospicua di questi sali carbonatici rende l'acqua di partenza molto alcalina e necessaria di correzioni del pH in funzione dell'uso che se ne andrà a fare.

:wave:
 
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MicroSpy

Weed Warfare
Veteran
pH e Trattamento dell'acqua di irrigazione.

L'importanza del pH nella coltivazione, risiede nel fatto che in natura gli organismi vegetali ricevono il vettore dei nutrimenti (che è l'acqua) attraverso cicli naturali e caratteristiche oro-geografiche, come presenza di sorgenti, falde acquifere e precipitazioni meteoriche.
Ricevono quindi un fluido con caratteristiche spesso parecchio stabili nel tempo, poco inquinato, poco duro, a pH sostanzialmente stabile e invariabile.

Quello che noi amatori della coltivazione indoor cerchiamo di ricreare nei nostri piccoli ambienti, è una condizione quanto più possibile simile a quello che le nostre piante troverebbero se crescessero come natura ha disposto per loro.
Per questo, a prescindere dai fertilizzanti che utilizzeremo, dalle lampade o dall'impianto di estrazione, dalla grandezza della serra o dalla nostra esperienza, ci sarà sempre utile conoscere che cos'è e come agisce il pH della nostra soluzione di irrigo, i meccanismi che ne regolano il bilanciamento, ovvero la sua stabilità nel tempo e infine i metodi per correggerlo.

pH
Il pH è erroneamente definito come la ''misura dell'acidità o alcalinità di una data sostanza''. Erroneamente perchè in natura esistono sostanze in grado di comportarsi da acido o base a seconda del reagente che si trovano di fronte (anfoteri): una di queste è proprio l'acqua. A me è sempre piaciuto più definirlo come ''la misura della concentrazione dello ione ossonio (H+) nel composto da analizzare''.
Occorrerebbe aprire una breve parentesi sulla concentrazione delle soluzioni ma facciamo senza.

La definizione matematica è:

pH = -log [H+]

cioè l'inverso del logaritmo in base dieci della concentrazione degli ioni H+ in soluzione, che se uno ha un minimo di dimestichezza con le funzioni trigonometriche capisce che calando la concentrazione aumenta il pH (>n) se invece aumenta il pH diminuisce (<n).

Il pH solitamente assume valori compresi tra 0 (acido forte) e 14 (base forte). Al valore intermedio di 7 corrisponde la condizione di neutralità, tipica dell'acqua pura a 25 °C.
In realtà il pH può assumere valori compresi tra meno e più infinito in particolari soluzioni; ad esempio una soluzione di "oleum" (acido solforico concentrato saturato con triossido di zolfo) presenta un pH di -13.

Il pH nelle piante

Il terreno è un sistema acido-base la cui acidità è determinata dal rapporto quantitativo fra ioni idrogeno e ioni ossidrile nella soluzione circolante. Tale rapporto è la risultante di una dinamica in cui concorrono i composti chimici disciolti nell'acqua che arriva al terreno, i materiali che vengono incorporati nel terreno, l'attività biologica delle piante e dei microrganismi e, infine, i fenomeni fisico-chimici di superficie che si sviluppano nell'interfaccia di separazione tra frazione solida e soluzione circolante.

Il pH è fondamentalmente regolato dal complesso dei colloidi del terreno e dalle basi di scambio assorbite.
Il complesso di scambio del terreno, rappresentato dai minerali argillosi e l'humus si comporta come acido debole, ai valori di pH che ordinariamente si riscontrano nei suoli.

Questo equilibrio interagisce con la biosfera del terreno e con gli equilibri acido-base della soluzione circolante: un aumento dell'attività degli ioni idrogeno, dovuto ad esempio al loro rilascio da parte delle radici o all'apporto di sali che danno idrolisi acida, sposta l'equilibrio di dissociazione del complesso di scambio verso sinistra, con l'adsorbimento di ioni idrogeno da parte dei colloidi. Viceversa, una diminuzione dell'attività idrogenionica, dovuta fondamentalmente all'apporto di sali a idrolisi basica, sposta l'equilibrio verso destra, con il rilascio di ioni idrogeno dal complesso di scambio. La formazione delle cariche elettriche negative sulla superficie dei colloidi è alla base della capacità di scambio cationico: le basi di scambio presenti in eccesso nella soluzione circolante saranno adsorbite sul complesso di scambio al posto dell'idrogeno.
A causa di questa complessa dinamica la determinazione del pH del terreno può dare risultati estremamente diversi secondo la procedura adottata per la misura, perciò deve seguire procedure standard in modo da disporre di dati normalizzati correttamente interpretabili.

Penso che tutti più o meno, se almeno al secondo-terzo ciclo, conosceranno il diagramma di assorbimento delle sostanze nutritive in funzione del pH della soluzione:

picture.php


-Pur con diverse eccezioni, gli elementi nutritivi sono direttamente assimilabili nella loro forma solubile. In altri termini, la maggior parte delle piante assorbe i nutrienti minerali disciolti nella soluzione circolante. Molti di questi elementi sono soggetti ad equilibri acido-base tra una forma solubile e una insolubile, il cui bilanciamento è subordinato al pH; ne consegue che il pH interferisce sull'assorbimento degli elementi nutritivi.

-l pH interferisce con la capacità di scambio cationico condizionando la proprietà del terreno di trattenere i cationi per adsorbimento: al diminuire del pH la capacità di scambio si riduce a causa della neutralizzazione delle cariche elettronegative da parte degli ioni H+. Ne consegue che a valori di pH piuttosto bassi la dotazione di elementi nutritivi si riduce sensibilmente a causa del più basso potere assorbente.

-Il pH interferisce con il tasso di saturazione in basi e, soprattutto, con la ripartizione percentuale delle basi adsorbite dal complesso di scambio del terreno. A valori di pH molto bassi la struttura del terreno è instabile a causa dell'assenza del calcio nel complesso di scambio, mentre a pH eccessivamente alti (oltre 8,5-9) l'eccessiva presenza del sodio causa la dispersione dei colloidi e la conseguente distruzione della struttura.

-Il pH interferisce con il potere tampone e con gli interventi di correzione: la proprietà di opporsi a brusche variazioni del pH, sia in aumento sia in diminuzione, dipende dalla capacità di scambio e dal tasso di saturazione in basi. Terreni con pH leggermente inferiore alla neutralità mostrano in genere le condizioni migliori, purché abbastanza dotati di colloidi, per opporsi sia all'acidificazione sia all'alcalinizzazione. Terreni con pH anomalo mostrano un potere tampone più alto, ma solo nella direzione che si vorrebbe seguire con la correzione: ad esempio, ad un pH basso il terreno è vulnerabile ai fattori (negativi) di acidificazione mentre si oppone efficacemente ai fattori di alcalinizzazione.

-Il pH influenza l'attività biologica di alcuni gruppi funzionali di microrganismi che intervengono direttamente nei cicli biogeochimici di alcuni elementi (in particolare azoto e zolfo).

La nostra amata gradisce i terreni neutri e sono terreni neutri quelli che hanno pH prossimo a 7. Per estensione si avvicinano ai terreni neutri anche quelli che hanno reazione leggermente acida o leggermente basica.
I terreni neutri sono i più vocati per l'esercizio dell'agricoltura in quanto la maggior parte delle specie agrarie si adatta in modo ottimale a valori di pH compresi fra 6,5 e 7,5. In questi terreni, infatti, si verificano le migliori condizioni per la nutrizione minerale. Solo alcuni microelementi trovano migliori condizioni per l'assorbimento in ambiente acido (ferro) o basico (molibdeno); rame, zinco, manganese, boro e i macroelementi in generale hanno invece un assorbimento ottimale nei terreni neutri e, secondo i casi, leggermente acidi.

Nei terreni dotati di una buona capacità di scambio cationico il tasso di saturazione in basi è moderatamente alto, perciò alla reazione neutra si ha una buona dotazione di basi di scambio e una ripartizione bilanciata fra ioni monovalenti (potassio) e bivalenti (calcio e magnesio); a questi valori di pH si riduce anche l'antagonismo del calcio nei confronti del potassio.
Il potere tampone è elevato (purché la capacità di scambio sia abbastanza alta) perché nel complesso di scambio sono presenti sia ioni idrogeno da rilasciare in caso di tendenza all'alcalinizzazione, sia basi di scambio in caso di tendenza all'acidificazione. Questa proprietà, tuttavia, si manifesta in modo ottimale in terreni con reazione leggermente acida, in corrispondenza di un grado di saturazione basica del 50%.

''Decantazione'' e Preparazione della soluzione.

Nella coltivazione abbiamo essenzialmente 2 sorgenti di approvvigionamento idrico:

1) La sorgente (o la bottiglia)
2) Il rubinetto

Sembrano la stessa cosa ma sono diametralmente opposte.
La prima è acqua di alta montagna e sgorga passando attraverso un breve filtro di rocce che disciolgono pochissimi elementi.
Da questa caratteristica nasce la dicitura 'oligominerale' da cui il prefisso oligo indica la quasi assenza di minerali, cosa che evidentemente fa immenso piacere ai reni.
Ha un pH praticamente stabile e costante, che di solito non oltrepassa il 7.5 (per acque NON gassate naturalmente), un tenore nullo in metalli pesanti, carica fecale assente.
E' la migliore per l'irrigazione, ma alla lunga la penuria di sali si fa sentire soprattutto nel trasporto dei macroelementi.
Diverso il discorso per l'acqua di pozzo di pianura o di falda: qui gli inquinanti possono essere diversi, così come i metalli pesanti e deve sempre essere sottoposta ad un'analisi da parte dell'Arpa prima di essere destinata al consumo umano. Presumibilmente il Ph di questa sarà variabile in funzione degli strati geologici che incontra; possiamo supporre che sia vicina al leggermente acido per via del contatto con agrille e limi.

Il rubinetto è la sorgente più utilizzata in assoluto perchè la più diffusa.
Ogni abitazione infatti per ottenere abitabilità deve avere un allaccio d'acqua, quindi se coltivate indoor il problema non sussiste.
Sussiste però il problema della provenienza della materia prima Gli acquedotti italiani pescano quasi tutti da bacini idrici di collina/montagna, soltanto alcuni direttamente dai fiumi.

Tutti gli acquedotti però hanno bisogno di superare un limite fisso: la carica batterica.
La carica batterica nell'analisi dell'acqua si compone di coliformi fecali (prodotti zootecnici di scolo e fognature) e altri batteri.
La misura della carica batterica di effettua attraverso il B.O.D. (Biochemical Oxygen Demand) e si definisce come la quantità di O2 che viene utilizzata in 5 giorni dai microorganismi aerobi per decomporre (ossidare) al buio e alla temperatura di 20 °C le sostanze organiche presenti in un litro d'acqua o di soluzione acquosa.
Viene normalmente espresso in mg di O2/l consumati in 5 giorni (120 ore).

Il BOD è quindi una misura indiretta del contenuto di materia organica biodegradabile presente in un campione d'acqua o soluzione acquosa ed è uno dei parametri più in uso per stimare il carico inquinante delle acque reflue. Per la sua misura sono disponibili in commercio numerosi kit d'analisi di semplice utilizzo.

A partire da questo dato, l'azienda che gestisce l'impianto stabilirà l'ammontare di Ipoclorito di Sodio (NaClO) da immettere nella vasca da trattare in funzione di T e UR e seguendo la norma UNI EN 901:2002, che prevede un tenore massimo di 0,2mg/l come residuo di disinfezione. A partire da questo valore l'acqua subirà una trasformazione di pH in un range che dal 6.0 può arrivare anche a 8.5 a seconda delle tubazioni che incontra nel percorso, dalla loro età, infiltrazioni ecc ecc..

Nel 70% dei casi il pH sarà da abbassare.
Ma prima dobbiamo riempire la cisterna e dire 2 parole sulla cosiddetta ''decantazione''.
La vera decantazione si ha quando due parti immiscibili sono finemente miscelate tra di loro come ad esempio un'emulsione, o una polvere fine dentro un liquido.
Mediante riposo del fluido, o centrifuga (a seconda dei casi e ovviamente quantità) si ha il deposito della parte più pesante e una drastica riduzione della torbidità.
Nel nostro caso, avremo una cisterna d'acqua, supponiamo di 10l per comodità di acqua già decantata dall'impianto di depurazione, con all'interno sali, metalli pesanti e inquinanti secondo precisi limiti di legge. Quello che noi poveri contadini possiamo fare è riempire un bidone e lasciar riposare l'acqua.
Ma perchè lo facciamo??

•Primo per consentire l'evaporazione del cloro in soluzione, che a 20°C è un gas;
Bastano 12-18h (in funzione della temperatura) per la pressochè totale evaporazione.

•Secondo per consentire ''in teoria'' ai sali pesanti e metalli di accumularsi sul fondo.
Questa pratica è utile SOLO se la cisterna è rimasta perfettamente immobile, lontano da fonti di calore e si dispone di un sifone per il prelievo dell'acqua a partire dalla superficie, e in ogni caso si dovrebbe aver cura di lasciarne almeno 3-4litri sul fondo. E' praticamente inutile.
A questo fine esiste una classe di correttori chelanti specifici (biocondizionatori) per ovviare a questo problema ma la loro azione è temporanea poi per un fattore di equilibrio occorre tornare ad aggiungerne. Per un organismo animale come un pesce potrebbe essere indispensabile, per una pianta dovrebbe bastare l'evaporazione del cloro.

Correzione del pH
Dopo aver riempito la nostra cisterna e fatto evaporare il cloro, ci appresteremo ad aggiungere i nutrienti e gli additivi, oppure ad irrigare solamente con acqua. Le aziende che producono i nutrienti conoscono molto bene i tenori carbonatici medi degli acquedotti e sviluppano prodotti a partire da questa certezza.

Il miglior modo di utilizzare una quantità d'acqua per l'irrigo (su substrato) è correggere soltanto il pH dell'unità che utilizzeremo per il singolo pot o la loro somma se la quantità di fertilizzante da utilizzare non è diversa da pianta a pianta, AL MOMENTO dell'irrigo. Questo perchè correggendo il pH anzitempo, si verificano una serie di reazioni di equilibrio.

''Perchè correggendo il pH tempo prima poi risale???''
Il perchè regolando il pH della vostra cisterna, dopo poche ore risalga è da ricercarsi nella velocità e stechiometria di reazione nonchè dagli equilibri di dissociazione degli acidi in soluzione acquosa. Tralasciamo questi ultimi perchè sconfineremmo nella matematica e il discorso diventerebbe noioso.
Diciamo che quando aggiungiamo acido ad un'acqua succedono diverse cose in funzione dell'acqua di partenza.
Tutto si basa sulla durezza: più un'acqua è dura, più sali di carbonato ha disciolti, più basica è.

Supponiamo di partire da un'acqua a pH8.
Per portare la nostra cisterna da 10L a pH6.5 ci occorreranno approssimativamente 10ml di acido (che mediamente è ad una concentrazione del 7% in volume, tenete conto che in laboratorio si utilizza la forma glaciale che si aggira attorno al 98%, concentrazione alla quale aprendo la bottiglia esce gas, dato che tutti gli acidi sono gassosi quando sono puri, il fatto che noi li conosciamo liquidi è solo per una forma di commercializzazione e stabilizzazione): innanzitutto occorre considerare l'infima mole di correttore in una massa d'acqua 1000 volte più grande; poi occorre considerare che questa piccolissima quantità di acido impiegherà almeno 10 ore in Condizioni Standard (20°C e 1atm) per completare la reazione RAGGIUNGENDO L'EQUILIBRIO COI CARBONATI, cioè ne solubilizza un pò e facendo ciò sparisce.

A questo punto è chiaro perchè il nostro pH è risalito a 8.
La quantità di pH- è assolutamente insufficiente per abbassare il pH in modo stabile, non ho fatto il calcolo ma ad occhio e croce ne servirebbe un bel pò....

In conclusione:

•la funzione del pH- è quella di ''ingannare'' l'apparato radicale in modo temporaneo per far si che la pianta assorba la maggior quantità di nutrienti durante le prime ore di somministrazione;
•Si capisce quanto sia importante irrigare con parsimonia evitando i ristagni d'acqua per gli stessi motivi (adesso capite perchè il pH di scolo è sempre più alto??);
•Terricci calcarei o addizionati di troppa perlite, potrebbero peggiorare la situazione;
•Alcuni terricci svolgono la stessa funzione mediante una quantità di torba acida, che li rende leggermente acidi.
(Devono SEMPRE essere preparati da professionisti, in quanto la nostra specie NON E' un'acidofila.)
•E' sempre meglio preparare la quantità di irrigo per ogni vaso e correggere solo quella, ovviamente a bisogno.


Un vero casino....??
:)

No, occorre fare una premessa.
Quasi tutti i fertilizzanti più pregiati per uso cosiddetto 'alimentare' hanno all'interno un ''trucco'' per stabilizzare il pH ad una valore prescelto dalla casa, indipendentemente dalla durezza dell'acqua di partenza: il tampone pH.

Una soluzione tampone è definita come una soluzione che si oppone alla variazione del pH per aggiunte moderate di acidi o basi.

Si tratta generalmente di soluzioni con:
• un acido debole e il suo sale con una base forte (per esempio il sistema acido acetico - acetato di sodio);
• una base debole e il suo sale con un acido forte (per esempio il sistema ammoniaca - cloruro d'ammonio);
• un sale, di una base debole e di un acido debole
di acidi e basi forti concentrate.

Le soluzioni tampone sono ampiamente impiegate in chimica analitica e in quei processi dove è utile o necessario stabilizzare il pH su un valore desiderato. Caratteristica di questo genere di soluzioni è il potere tamponante, definito comunemente come la quantità di acido o base forte da aggiungere a una soluzione tampone per ottenere una variazione di pH unitaria.

- I fertilizzanti minerali sono composti quasi sempre da acidi o loro sali in forma acida, quindi o sono già tamponi per costituzione oppure vengono creati aggiungendo acetato d'ammonio (da qui l'odore un pò acetico di alcuni).

-I fertilizzanti organici, se non hanno già all'interno acidi organici di origine come quelli della pollina vengono aggiunti di acidi della frutta ricavati da pomodori, limoni e altri frutti acidi.

-Alcuni additivi come i radicanti, contengono ceneri e aumentano drammaticamente il pH anche di un'acqua dura: occorre fare molta attenzione nella correzione perchè servirà una quantità di acido maggiore e quasi certamente sballerà anche il tampone del fertilizzante se (eventualemente) aggiunto.

A questo punto, seguendo il dosaggio del produttore (e qui non voglio aprire una sub-discussione sui dosaggi :) ) aggiungiamo al nostro ''litro'' o l'unità di miscelazione che abbiamo scelto per le nostre specifiche esigenze, la quantità di fertilizzante che ci occorre e se è la prima volta che lo usiamo, anche a distanza di cicli

MISURIAMO IL pH SOLO DOPO L'AGGIUNTA.

Per misurare il pH il metodo migliore, più preciso ed economico è il colorimetrico a liquido. Un semplice kit che si può trovare in qualsiasi negozio di acquari o Pet in genere. Soi seguono le istruzioni e in 2 minuti si ha il valore di pH.
 
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MicroSpy

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Cenni sui Metaboliti Secondari e Composti Organici

Metaboliti Secondari

I metaboliti secondari sono composti chimici organici del metabolismo che non sono essenziali per la semplice crescita, sviluppo o riproduzione dell'organismo;
Per questo senso sono detti "secondari". La funzione, o l'importanza, di questi prodotti per lo sviluppo del organismo è normalmente di natura ecologica in quanto sono usati o come meccanismi di difesa contro predatori (erbivori, patogeni etc…), o per la competizione interspecifica o per facilitare i processi riproduttivi.
Esempi di MS di origine vegetale sono i pigmenti che conferiscono colorazioni specifiche a fiori e frutti (principalmente antociani e carotenoidi), giocando un ruolo nell'attrazione degli animali implicati nell'impollinazione e nella dispersione dei semi, oppure le micotossine nei funghi.

In contrasto ai metaboliti primari questi prodotti non sono ubiqui nell'organismo vivente che li produce, né sono espressi in continuo. Ad esempio, alcuni MS di origine vegetale implicati nella difesa chimica della pianta, denominati fitoalessina, sono prodotti solo in risposta all'attacco da parte di un patogeno. La biosintesi di fitoalessine è indotta dalla presenza di molecole, dette elicitori, che segnalano alla pianta l'attacco patogenico. Un esempio di fitoalessina è rappresentato dal resveratrolo, uno stilbene prodotto da alcune specie vegetali, tra cui la vite (Vitis vinifera), in risposta ad un attacco fungino. L'elicitore metilgiasmonato è in grado di indurre, anche in assenza di attacco fungino, la biosintesi di resveratrolo.

Classi Principali:

• Alcaloidi
Sono sostanze organica di origine vegetale avente gruppi amminici tali da impartire alla struttura un carattere basico, e dotata di grandi effetti farmacologici in relazione all'assunzione di piccole dosi di sostanza (p. es. caffeina, morfina, stricnina). Tra i costituenti delle piante più studiati e utilizzati dalla farmacologia, gli alcaloidi sono senza dubbio le sostanze che inducono maggiori effetti negli organismi animali.

• Terpeni (olii essenziali)
Sono biomolecole costituite da multipli dell'unità isoprenica (sono chiamati anche isoprenoidi), e possono essere lineari, ciclici o entrambi.
Quando i terpeni sono modificati con reazioni tali da portare alla formazione di gruppi funzionali contenenti atomi diversi dal carbonio, come gruppi idrossilici, carbonilici o contenenti azoto, vengono chiamati terpenoidi. Molti autori con il termine terpene indicano anche i vari terpenoidi.
Vengono prodotti da molte piante, soprattutto conifere e da alcuni insetti, sono i componenti principali delle resine e degli oli essenziali delle piante, miscele di sostanze che conferiscono a ogni fiore o pianta un caratteristico odore o aroma. Rappresentano anche i precursori biosintetici degli steroidi. Molti aromi usati nei cibi o nei profumi sono derivati da terpeni o terpenoidi naturali. Sono terpeni il geraniolo, il mentolo, il mircene, la canfora, il limonene, l'isoprenolo e lo squalene. Quest'ultimo si trova libero in quantità elevate (90%) nell'olio di fegato di squalo e in tracce (0,1-0,7%) nell'olio di oliva, nel lievito, nel sebo umano e nel cerume.

• Acidi Organici
-Acidi MonoCarbossilici
Gli acidi carbossilici (o acidi organici) sono composti organici che contengono il gruppo carbossilico o carbossile (-COOH),
-Acidi Dioci (dicarbossilici)
Sono una classe di composti organici costituiti da una catena idrocarburica con le due estremità carbossiliche (-COOH).
Si distinguono due sottoclassi:
*acidi alcandioici
*acidi alchendioici
-Periacidi
-Acidi Sulfonici, Sulfinici eccetera eccetera... ci si perde nell'abisso organico! :D

• Fenoli
I fenoli sono sostanze derivate dagli idrocarburi aromatici per la sostituzione di uno o più atomi di idrogeno con gruppi ossidrile -OH.
Capostipite di questa classe, da cui prende anche il nome, è il fenolo, di formula C6H5OH, in cui un atomo di idrogeno del benzene è sostituito da un gruppo -OH.
I fenoli semplici come lo sono il Cresolo, il Guaiacolo, il Floroglucinolo, il Catecolo, non sono frequenti nei tessuti. Il più raro è il Resorcinolo ritrovato in aghi di Pinus rigida, mentre il più comune è l'Idrochinone. Alcuni chinoni (Plastochinone, Ubichinone, etc.) presenti nei cloroplasti e nei mitocondri delle cellule vegetali, sono coinvolti nelle reazioni del metabolismo primario.

• Iridoidi
Gli iridoidi sono una classe di metaboliti secondari che si trovano in una grande varietà di piante e in alcuni animali. Sono monoterpeni biosintetizzati a partire dall'isoprene e sono spesso intermedi nella biosintesi di alcaloidi. Chimicamente gli iridoidi di solito consistono in un anello ciclopentano fuso ad un anello esatomico eterociclico contenente ossigeno. La struttura chimica è esemplificata da iridomirmecina, una sostanza chimica difensiva prodotta da formiche del genere iridomirmex, da cui il nome iridoidi. La rottura di un legame sull'anello ciclopentano dà luogo a una sottoclasse nota come seco-iridoidi. Gli iridoidi sono tipicamente presenti nelle piante come glicosidi, il più delle volte legati a glucosio.

• Steroidi (ormoni)
Gli steroidi sono dei derivati ossidati degli steroli: possiedono il nucleo sterolico (composto da quattro anelli fusi, tre a sei atomi e uno a cinque), ma non la catena alchilica. Sono steroidi gli ormoni sessuali (es. testosterone, diidrotestosterone, estradiolo, progesterone), e gli ormoni corticosurrenali (ad es., cortisolo, androsterone). Gli steroidi sono biosintetizzati attraverso la via metabolica dell'acido mevalonico.

• Saponine
Le saponine (o saponosidi) sono dei glicosidi terpenici di origine vegetale che prendono il nome dalla Saponaria officinalis, che veniva coltivata un tempo per il lavaggio della lana. Centinaia di piante contengono saponine, e quest'ultime possono essere così abbondanti da raggiungere anche il 30% del peso secco della pianta. Si ritiene che le saponine siano utilizzate dalle piante come sistemi difensivi contro organismi patogeni, in particolare funghi. In alcuni casi esse sono già presenti; altre volte vengono sintetizzate da dei precursori nel caso in cui la pianta abbia subito un danno. Unico tra i cereali che contiene saponine è l'avena, che infatti risulta il più resistente fra i cereali alle muffe ed ai funghi. È stato accertato che l'azione fungicida è dovuta alla reazione delle saponine con steroli presenti nelle membrane delle ife dei funghi, alla rottura della membrana ed alla conseguente morte del fungo.

Composti Organici

• Acidi Umici
Gli acidi umici sono delle sostanze naturali che si formano a seguito della biodegradazione microbica di materia organica (vegetale o animale).
Si trovano frequentemente nel suolo e nelle acque, e sono anche presenti nell'humus (il fertilizzante naturale che si forma nel suolo in seguito alla biodegradazione di foglie, tronchi e radici in presenza di un certo grado di umidità). Non si tratta di un acido singolo, bensì di una miscela complessa di diversi acidi contenenti gruppi carbossilici e fenolici, cosicché la miscela si comporta come un acido diprotico e a volte addirittura come triprotico. In generale le sostanze umiche possono essere suddivise in tre categorie principali: umina (strettamente legata alla matrice minerale), acidi umici e acidi fulvici, secondo la solubilità in acqua a diversi livelli di pH.

• L'humus è un componente chimico del terreno. È pedologicamente omogeneo, di colore bruno e formato da prodotti di vario grado di polimerizzazione, frutto della degradazione e rielaborazione della sostanza organica del terreno. È un eteropolimero con peso molecolare che va da poche centinaia a migliaia di Dalton. L'humus rappresenta la parte più attiva, sotto l'aspetto chimico e fisico, della sostanza organica del terreno e interagisce con la frazione minerale e con la soluzione circolante influenzando le proprietà chimiche e fisiche del terreno.

• Acidi Fulvici
Gli acidi fulvici sono acidi deboli prodotti dal decadimento del materiale organico presente nel terreno. In particolare, sono la frazione della sostanza umica solubile a qualsiasi pH.
In generale gli acidi fulvici differiscono dagli acidi umici per un più basso peso molecolare, una struttura molecolare meno complessa, un contenuto minore di anelli aromatici, e una maggiore percentuale di ossigeno e di gruppi acidi, in particolare ossidrili e carbossili. Come tutte le sostanze umiche, non essendo entità chimiche discrete, non sono rappresentabili da formule di struttura.
 
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MicroSpy

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Gli Amminoacidi e il loro ruolo

• In chimica gli amminoacidi sono molecole organiche che nella loro struttura recano sia il gruppo funzionale amminico (delle ammine) (-NH2) sia quello carbossilico (degli acidi carbossilici) (-COOH).
• In biochimica il termine amminoacidi si riferisce più spesso agli L-α-amminoacidi, di formula generica NH2CHRCOOH, cioè quelli il cui gruppo amminico ed il cui gruppo carbossilico sono legati allo stesso atomo di carbonio (chiamato appunto carbonio α) in configurazione L (con l'unica eccezione della glicina, achirale, in cui -R = -H).

Gli amminoacidi che compaiono nelle proteine di tutti gli organismi viventi sono 20 (anche se evidenze recenti suggeriscono che questo numero potrebbe aumentare fino a 23, vedi più sotto) e sono sotto il controllo genetico, nel senso che l'informazione del tipo e della posizione di un amminoacido in una proteina è codificata nel DNA. Talvolta, nelle proteine compaiono anche altri amminoacidi, più rari, detti occasionali che vengono prodotti per modifiche chimiche successive alla biosintesi della proteina, che avviene sul ribosoma.

In natura sono stati finora scoperti oltre 500 amminoacidi diversi che non fanno parte di proteine e svolgono ruoli biologici diversi. Alcuni sono stati addirittura trovati nelle meteoriti. Piante e batteri sono in grado di biosintetizzare amminoacidi particolari, che possono essere trovati, per esempio, negli antibiotici peptidici, ad esempio la nisina e l'alameticina. La lantionina è un solfuro dimero dell'alanina che si trova insieme ad amminoacidi insaturi nei lantibiotici, ovvero antibiotici peptidici di origine batterica. L'acido 1-amminociclopropan-1-carbossilico (ACC) è un semplice amminoacido ciclico disostituito che funge da intermedio nella sintesi dell'etilene, che per gli organismi vegetali è un ormone.

La pianta è in grado di sintetizzare gli aminoacidi di cui necessita per produrre i tessuti vegetali, ma deve spendere energia per la loro sintesi.
Gli aminoacidi sono parte integrante delle cellule. Nelle piante svolgono un ruolo soprattutto a livello enzimatico, partecipando a diversi processi come la fotosintesi, la sintesi proteica, la respirazione.

Si è notato che è possibile somministrare direttamente gli aminoacidi alle piante perché l'assorbimento da parte dei tessuti vegetali è ottimo, per cui si hanno, oltre al risparmio energetico, anche reazioni biologiche in tempi immediati.
Nei formulati che li contengono svolgono due funzioni principali e fondamentali:

1) funzione di trasporto e chelazione di elementi nutritivi minerali.
2) funzione specifica di influenza in particolari meccanismi della biochimica vegetale.

Proprio dallo studio delle funzioni specifiche dei singoli aminoacidi sulla fisiologia vegetale, si sono messi a punto i biostimolanti dell'ultima generazione.

Non tutte le materie prime che possono dare origine a formulati a base di aminoacidi sono idonee.
Risulta fondamentale a questo scopo utilizzare aminoacidi liberi, cioè forme molecolari ben distinte e slegate fra loro, in grado perciò di influire direttamente sui meccanismi particolari ai quali sono preposti.

picture.php
 
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Bibio

Member
Ciao a tutti
Molti hanno il problema del PH alto.. A me capita l'opposto, ma non ne capisco il motivo.. Vi spiego la situazione: irrigo sempre a ph corretto con ph down a 6.8 misurato con tester digitale, quando misuro acqua di scolo pero' il ph si aggira sui 6.3 come mai?
Il terreno che uso e' il c4nna professional con aggiunta di perlite (quanta?)

Grazie a tutti!!
Buon cultivo!!



post fantastico, ma devo farti una domanda..
cosa ne pensi del mio problema? perchè si verifica questo?
https://www.icmag.com/ic/showthread.php?t=259569

Grazie

In conclusione:

•la funzione del pH- è quella di ''ingannare'' l'apparato radicale in modo temporaneo per far si che la pianta assorba la maggior quantità di nutrienti durante le prime ore di somministrazione;
•Si capisce quanto sia importante irrigare con parsimonia evitando i ristagni d'acqua per gli stessi motivi (adesso capite perchè il pH di scolo è sempre più alto??);
•Terricci calcarei o addizionati di troppa perlite, potrebbero peggiorare la situazione;
•Alcuni terricci svolgono la stessa funzione mediante una quantità di torba acida, che li rende leggermente acidi.
(Devono SEMPRE essere preparati da professionisti, in quanto la nostra specie NON E' un'acidofila.)
•E' sempre meglio preparare la quantità di irrigo per ogni vaso e correggere solo quella, ovviamente a bisogno.

Magari il tuo problema sta proprio nel fatto che hai usato perlite (plausibilmente troppa/scarsa qualità/partita fallata, ecc ecc.)

Spero di esserti stato di aiuto.

Gran bel lavoro Micro! rep+ meritatissima.

Saluti
tiphat.gif
 

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Active member
Ciao Mycro, davvero grazie per questa guida illuminante, ho letto tutto, ma ho bisogno di rileggerla più volte per capirci qualcosa e soprattutto memorizzare certi parametri/dati...
Ho notato una cosa nella primissima fase di crescita/vegetativa, quando tengo l'umidificatore acceso, ovviamente gli metto acqua corretta a ph6,5 e decantata 24/48h, ma non capisco perchè mi si crei una patina bianca sopra le foglie, quasi come fosse un alone calcareo. Anche se poi non ho notato stress e particolari problemi, è una mia curiosità, sapresti dirmi cos'è?
Grazie ancora!:tiphat:
 

MicroSpy

Weed Warfare
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E' semplicemente calcare, Carbonati di Calcio, un insieme di molecole che ovviamente nell'acqua piovana non c'è.
Ma c'è in ogni pozzo in falda, canale o rubinetto, quindi non impazziteci e guardate SEMPRE la risposta della pianta: potrebbe non avere le vostre stesse paranoie e potreste cedergliele!!!!

:bigeye:

OCIO!

;)
 
Ciao micro ottina guida volevo chiederti due cose l'acqua del "depuratore" quello di casa e' osmotica?ho a solo la funzione di togliere il calcare? e' buona cosa usarla per lo meno per il umidificatore?
Poi ho visto che tipo canna fa il ph down bio con l'acido citrico cosa ne pensi ?
 

MicroSpy

Weed Warfare
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Ciao micro ottina guida volevo chiederti due cose l'acqua del "depuratore" quello di casa e' osmotica?ho a solo la funzione di togliere il calcare? e' buona cosa usarla per lo meno per il umidificatore?
Poi ho visto che tipo canna fa il ph down bio con l'acido citrico cosa ne pensi ?

Dipende dal tipo di filtro e dal tipo di depuratore.
In genere il calcare lo eliminano tutti.

Brothers che dire........ come al solito rimango senza parole e mi riempio di informazioni, anche se di chimica non c'ho mai capito na cippa, ma in ogni caso molti passaggi erano comprensibili anche ad un SUPERNABBO come me !
Micro complimenti, grazie per aver messo a disposizione le tue conoscenze ad un ignorante come me, cercherò di metterle in pratica al meglio!

:thank you:

Grazie a te per esserti sorbito tutto il poema!
:wave:
 

Bluesmell

Member
Ciao, in relazione ad una discussione sull'influenza del cloro e del ph dell'acqua per il flush, vi chiedo delle nozioni relative al cloro.
Ho letto un po' di discussioni e nozioni in materia, ma mentre il senso del ph è massimizzare l'assorbimento dei nutrienti dalle radici, per il cloro non ho trovato granché.

In molte discussioni si dice di far decantare l'acqua per eliminare il cloro, quasi fosse una panacea per tutto, ma non sono riuscito a trovare un fenomeno specifico descritto in maniera seria.

L'unico legame che ho trovato con la pianta è che può causare ingiallimento delle foglie e ingiallimenti tra le vene, ma come influenza la fioritura?

Grazie
 
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