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Discussione sui semi autoprodotti

pomacco

Member
growerseed l'albinismo di una pianta non ha alcuna differenza con l'albinismo degli altri esseri viventi.
consiste nella mancanza di pigmentazione.
basta che cerchi con google e ti chiarisci un po' le idee... :)
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
growerseed l'albinismo di una pianta non ha alcuna differenza con l'albinismo degli altri esseri viventi.
consiste nella mancanza di pigmentazione.
basta che cerchi con google e ti chiarisci un po' le idee... :)


Non credo sia così. L'albinismo in una pianta solitamente è mancata produzione di clorofilla per condizioni di stress, come troppo calore o troppa luce insieme.
Non è una funzione o disfunzione genica, manca solo qualcosa che la pianta non ha potuto produrre in determinate circostanze. A dimostrazione di ciò, solitamente i fiori bianchi vengono proprio nel punto più stressato della cima, quello che prende più luce, mentre il resto della pianta rimane perfettamente normale.

Se si copre un ramo di una pianta e lo si oscura completamente, dopo pochi giorni le nuove crescite saranno bianche o di un verde molto lieve. La pianta in mancanza di luce non produce clorofilla, o meglio, dovrebbe solo produrre un precursore della clorofilla, ma i tessuti rimangono bianchi. Questo è una risposta ad uno stress esterno proprio come nel caso dell'albinismo delle piante.

Genoma e fiori privi di clorofilla non sono collegati secondo me, non c'è una sequenza di geni che codifica l'albinismo come può essere per il carattere viola delle piante, che è una conseguenza dell' espressione di una sequenza di geni vera e propria.

Differente è il caso dell'albinismo in alcune specie di piante come le cactacee, che IMHO, per intrinseca evoluzione sono maggiormente soggette a mutazioni genetiche nel corso della loro vita e attraverso la progenie.
A volte le cactacee possono produrre polloni albini, che non hanno nessuna speranza di vita perchè non avendo clorofilla, non possono fare fotosintesi. Ma finchè restano attaccati alla pianta madre, possono sfruttare la fotosintesi di quest'ultima e continuare a vivere e crescere per un pò. Se vengono recisi dalla madre e innestati su un altra cactacea verde, in grado di fare fotosintesi possono essere conservati per molti anni.
Tutti i polloni che verrano prodotti saranno tutti privi di pigmentazione e a loro volta potranno essere innestati ed essere venduti come piante ornamentali sugli scaffali di ikea :biggrin:

L'albinismo in questa forma, ovvero genetica, può trasmettersi anche attraverso la progenie, ma i germogli albini hanno una vita molto breve. Una volta terminate le poche risorse all'interno del seme, moriranno senza energia.

:wave:
 
grazie per la concreta risposta nor's , ora ho capito completamente grazie
rep +

un'ultima cosa mi puoi mica aiutare col discorso che non riesco a mandare e ricevere messaggi?
dove ce' scritto enaeble message devo mettere la croce o no?
 

pomacco

Member
Non credo sia così. L'albinismo in una pianta solitamente è mancata produzione di clorofilla per condizioni di stress, come troppo calore o troppa luce insieme.
Non è una funzione o disfunzione genica, manca solo qualcosa che la pianta non ha potuto produrre in determinate circostanze. A dimostrazione di ciò, solitamente i fiori bianchi vengono proprio nel punto più stressato della cima, quello che prende più luce, mentre il resto della pianta rimane perfettamente normale.

Se si copre un ramo di una pianta e lo si oscura completamente, dopo pochi giorni le nuove crescite saranno bianche o di un verde molto lieve. La pianta in mancanza di luce non produce clorofilla, o meglio, dovrebbe solo produrre un precursore della clorofilla, ma i tessuti rimangono bianchi. Questo è una risposta ad uno stress esterno proprio come nel caso dell'albinismo delle piante.

Genoma e fiori privi di clorofilla non sono collegati secondo me, non c'è una sequenza di geni che codifica l'albinismo come può essere per il carattere viola delle piante, che è una conseguenza dell' espressione di una sequenza di geni vera e propria.

Differente è il caso dell'albinismo in alcune specie di piante come le cactacee, che IMHO, per intrinseca evoluzione sono maggiormente soggette a mutazioni genetiche nel corso della loro vita e attraverso la progenie.
A volte le cactacee possono produrre polloni albini, che non hanno nessuna speranza di vita perchè non avendo clorofilla, non possono fare fotosintesi. Ma finchè restano attaccati alla pianta madre, possono sfruttare la fotosintesi di quest'ultima e continuare a vivere e crescere per un pò. Se vengono recisi dalla madre e innestati su un altra cactacea verde, in grado di fare fotosintesi possono essere conservati per molti anni.
Tutti i polloni che verrano prodotti saranno tutti privi di pigmentazione e a loro volta potranno essere innestati ed essere venduti come piante ornamentali sugli scaffali di ikea :biggrin:

L'albinismo in questa forma, ovvero genetica, può trasmettersi anche attraverso la progenie, ma i germogli albini hanno una vita molto breve. Una volta terminate le poche risorse all'interno del seme, moriranno senza energia.

:wave:

Noreason non sono d'accordo con te perche' c'e' differenza tra una foglia bianca perche' non colpita dalla luce e una bianca perche' albina.
da bambino facevo le scrtte con il nastro isolante sulle foglie di ficus e di filodendro che avevo a casa e dopo alcuni giorni rimosso il nastro rimanevano le lettere bianche sulle foglie.
anche la clorosi rende le foglie delle piante tutte bianche.
ma queste cose non hanno nulla a che vedere con l'albinismo poiche' il fenomeno in questi casi e' dovuto alla assenza di fotosintesi o a problemi nutrizionali.
ci sono invece tante piante orticole, ornamentali, cactacee o succulente (es. agrifoglio, bosso, acero americano, edera, ecc...) che possono manifestare tale carattere e che puo' essere tramandato alle generazioni successive.
in questo caso la mancanza di clorofilla pare sia dovuta a processi enzimatici e non a fattori ambientali o chimici e pertanto puo' essere trasmessa dai geni alla stessa maniera del colore "purple" o rosso di alcune varieta' di maria.
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Noreason non sono d'accordo con te perche' c'e' differenza tra una foglia bianca perche' non colpita dalla luce e una bianca perche' albina.
da bambino facevo le scrtte con il nastro isolante sulle foglie di ficus e di filodendro che avevo a casa e dopo alcuni giorni rimosso il nastro rimanevano le lettere bianche sulle foglie.
anche la clorosi rende le foglie delle piante tutte bianche.
ma queste cose non hanno nulla a che vedere con l'albinismo poiche' il fenomeno in questi casi e' dovuto alla assenza di fotosintesi o a problemi nutrizionali.

Questo è fondamentalmente quello che sostengo io con la differenza che l'albinismo ''genetico'' non è coinvolto, bensì i fiori bianchi sono affetti da clorosi e ne deriva l'osservazione del ''finto albinismo'' per la non produzione di clorofilla.



ci sono invece tante piante orticole, ornamentali, cactacee o succulente (es. agrifoglio, bosso, acero americano, edera, ecc...) che possono manifestare tale carattere e che puo' essere tramandato alle generazioni successive.

Ho cercato ognuna di queste piante, associando come parola di ricerca anche albinismo ma non sono riuscito a trovare nulla a riguardo. Hai qualche link?

Poi non riesco a capire come una pianta albina possa germinare e riuscire a sopravvivere. Posso concepire quelle piante che sono nate parzialmente ''albine'' ma che comunque hanno un pò di verde per andare avanti come questa per capirci:

Dieffenbachia.bowmanni.Camilla.jpg



in questo caso la mancanza di clorofilla pare sia dovuta a processi enzimatici e non a fattori ambientali o chimici e pertanto puo' essere trasmessa dai geni alla stessa maniera del colore "purple" o rosso di alcune varieta' di maria.

Una pianta totalmente albina, da seme, non può vivere a lungo.
Una pianta parzialmente albina, si vede ridotta la fotosintesi, ma potrebbe continuare a vivere.

Detto ciò continuo a credere, che il 99% dei fenomeni in cui la pianta mostra dei fiori bianchi, sia dovuta solo alla non produzione di clorofilla per via di un ambiente ostile (troppo caldo - troppa luce) e che ciò non influenzi il genoma della pianta, ma si limiti a contrastare la produzione di clorofilla.

Inoltre non mi è mai capitato di osservare fiori bianchi se non in forti condizioni di stress. Di foglie non ne ho mai vista nessuna albina...neanche parzialmente. Voi?

Interessante questo discorso cmq ;)

:wave:
 

M-UNG

Well-known member
ICMag Donor
Veteran
Io credo, come Noreason che il discorso albinismo non sia un carattere genetico perchè comunque in natura a parere mio non ci sono le condizioni adatte per far si che questo accada, se parliamo di piante viola possiamo dire che sono delle piante che hanno vissuto per anni e anni in luoghi dove le temperature basse facevano acquisire questa colorazione e andando avanti con il tempo si è impresso come carattere genetico quindi la ritroveremo nelle altre generazioni! L'albinismo io l' ho visto molto raramente, cosa che mi fa pensare che non sia un carattere genetico perchè se lo fosse molte banche come con le purple farebbero incroci con delle piante albine. Io non lo chiamerei neanche albinismo, alla fine è un semplice stress causato dall'uomo e dalle lampade, credo che sia l'eccesso di lumen in un area troppo ristretta e piccola dove anche il calore si accumula (come del resto ha detto Noreason)
Per le piante che ha elencato pomacco alcune come qualche specie di edere bianca l' ho vista ma solo parzialmente come nella foto sopralinkata di noreason! Hola
 

sgapetti

Active member
Veteran
Grazie a tutti per gli interventi. Per quello che mi riguarda penso proprio sia una mutazione genetica. L'interessante per me in questo cross, e sopratutto che la mutazione del maschio blue mystic, potrebbe confermare il fatto che la blue mystic di Nirvana e effettivamente un cross che contiene parzialmente genetica blue berry di dj short. Dico questo perche' o visto/letto da qualche parte su la' blue berry con questa mutazione genetica.

Il pheno piu' interessante delle hazy99 aveva dominanza haze e cime tipiche ( foxtail ) di questa genetica,
picture.php

con questo cross spero di mantenere il vigore di crescita delle hazy99 ma spero in cime piu' compatte per poter fare un ciclo con monocime.Vi tengo aggiornati.
Peace S
 

homero

Señor Member
Veteran
ciao a tutti io per albinismo intendo questo:

piccolina

picture.php


cresciuta

picture.php


questa cosa, che ho notato varie volte nel corso degli anni, appartiene, secondo me, alle genetiche purple/thailandesi, vedi anche la blueberry......... infatti questa delle foto è una lambo aka rambo (Jamaican Haze X Jamaican Purple X Super Afghan)....... sono chiaramente osservazioni empiriche.......... mio parere ciao ciao
 

Fi_Di_Bot

Son Of Botany - Green Block Original Shrdana
Veteran
a livello di "botanica" il fenomeno dell'"albinismo" parziale si chiama variegazione e funziona come ha detto Noreason.

photo of the month marzo 2011, cannawinner con Blueberry x Amnesia Haze
picture.php


questa presenta foglie normali, variegate e completamente albine
tread relativohttps://www.icmag.com/ic/showthread.php?p=4321531#post4321531

Homero: anche a noi in alcuni strains, con grosso modo gli stessi progenitori, abbiamo avuto segni come i tuoi ma davamo la colpa al fatto che ci è apparso solo nelle piante in cui non abbiamo preparato bene il terriccio (maledetta fretta)
 

pomacco

Member
Noreason un esempio di albinismo (parziale) lo trovi postato da Sgapetti a pag 7 di questo tread (post 103).
ho trovato anche questo link: http://www.treccani.it/enciclopedia/albinismo_(Enciclopedia-Italiana)/
questo invece sui gerani: http://www.photomazza.com/?Gerani-da-foglia-foglie-con&lang=it
googolando esce di sicuro anche altro.
l'albinismo nelle piante cosi' come negli animali puo' essere totale o parziale. gli uomini che sono totalmente albini presentano anche gli occhi privi di pigmento. queste forme molto accentuate del fenomeno incidono anche sulla probabilita' di sopravvivenza dell'individuo.
allo stesso modo capita per i vegetali.
come ben dici, se una pianta e' totalmente albina una volta esauriti i nutrimenti dati dal seme muore.
ma se l'albinismo e' parziale ci sono buone possibilita' che la pianta viva tranquillamente.
l'albinismo parziale (screziature e altre forme) e' comune in molte piante (come la dieffembachia postata da te) e non influenza la loro vitalita'.
nell'albinismo parziale si possono notare anche venature del gambo di colore bianco o giallastro.
essendo un carattere altamente recessivo (sia negli animali sia nelle piante) e' facile che si manifesti molto ma molto di rado. ma non e' impossibile.
le foto postate da Homero sono un perfetto esempio di albinismo parziale.
@Mungio: la caratteristica dell'albinismo non credo possa essere di interesse per le seed bank proprio perche' se una pianta nasce totalmente albina muore sicuramente dopo pochi giorni dalla germinazione e quindi sarebbe totalmente inutile provare a coltivarle e sopratutto venderle.
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Noreason un esempio di albinismo (parziale) lo trovi postato da Sgapetti a pag 7 di questo tread (post 103).
ho trovato anche questo link: http://www.treccani.it/enciclopedia/albinismo_(Enciclopedia-Italiana)/
questo invece sui gerani: http://www.photomazza.com/?Gerani-da-foglia-foglie-con&lang=it
googolando esce di sicuro anche altro.

Cosa fosse l'albinismo lo sapevo già e non mi riferivo all'albinismo parziale, che come ho già spiegato è possibile e anzi, sopravvalutato esteticamente dall'uomo.
Intendevo studi o articoli di un qualche interesse dalle piante da te citate.


come ben dici, se una pianta e' totalmente albina una volta esauriti i nutrimenti dati dal seme muore.
ma se l'albinismo e' parziale ci sono buone possibilita' che la pianta viva tranquillamente.

Bhè...che viva tranquillamente non è detto. Di sicuro il tasso di fotosintesi è ridotto tanto più vi è assenza di clorofilla. In più si deve vedere se questa caratteristica si trascina dietro altri effetti collaterali.

l'albinismo parziale (screziature e altre forme) e' comune in molte piante (come la dieffembachia postata da te) e non influenza la loro vitalita'.

Cosa intendi con vitalità? A parità di superficie disponibile, due piante della stessa specie, una parzialmente albina e una perfettamente verde non possono produrre la stessa quantità di energia e di conseguenza la crescita sarà ridotta in quella parzialmente albina.
In base alla crescita ridotta, le piante avranno bisogno di meno fertilizzanti e vedranno il loro metabolismo ridotto a sua volta.
 

pomacco

Member
Noreason io non avevo alcun dubbio riguardo al fatto che tu sapessi gia' benissimo cosa sia l'albinismo.
pero' forse qui si sta facendo confusione tra albinismo indotto dall'uomo o da fattori ambientali e/o chimici e quello dovuto alla genetica.

articoli scientifici al riguardo non ne ho ancora trovati ma mi mettero' alla ricerca al piu' presto (magari cercando in inglese visto che in italiano non si trova granche').

io a casa mia ho diverse piante che sono parzialmente albine come la dieffembachia e ti assicuro che vivono tranquillamente. l'unica cosa a cui si deve stare attenti e' non esporle alla luce diretta del sole pena bruciature estese a tutte le parti bianche delle foglie.
anche se la fotosintesi puo' essere ridotta a causa dell'albinismo questo non significa che la pianta non riesca a vivere bene ugualmente.
se una specie vegetale ha sviluppato e mantiene determinate caratteristiche avra' sicuramente anche un metabolismo adeguato alle caratteristiche stesse.
in altre parole non e' detto che una minore capacita' di fotosintesi di parte dei tessuti sia di per se un handicap.
forse puo' essere una forma di adattamento alle condizioni climatiche/ambientali piu' che un handicap.
se uno e' piccolo di corporatura per esempio, avra' minor bisogno di cibo e nutrimento rispetto ad uno che e' molto piu' grosso.
un effetto collaterale e', come detto, una grande fotosensibilita' che porta le foglie e bruciarsi se esposte alla luce del sole diretta (ho fatto un esperimento proprio sulla mia dieffembachia 2 anni fa rovinandole di conseguenza alcune foglie... :( ).
la stessa cosa accade negli animali albini che non possono esporsi alla luce diretta.
nel caso delle piante non so se esistono altri effetti collaterali.
ritornando all'esempio dieffembachia le foglie nuove appena prodotte sono quasi del tutto verdi e poi man mano che crescono cominciano a perdere la colorazione nella parte centrale della foglia stessa.
questo non significa che la pianta perda di vitalita' o che non riesca a produrre clorofilla a sufficienza per le proprie necessita. credo invece che sia l'esatto opposto ossia che la pianta "sbianchi" parte delle foglie proprio perche' non ha bisogno di produrre cosi' tanta "energia" per vivere tranquillamente. se un essere (una pianta in questo caso) ha un metabolismo inferiore ad altre non significa che questo sia per forza un difetto e non e' detto che questo metabolismo riduca la vitalita', la crescita e lo sviluppo dello stesso.
se ho bisogno di poca energia per vivere perche' l'adattamento mi ha portato ad avere un determinato tipo di metabolismo e di caratteristiche fisiche non mi serve mangiare la quantita' di carne che mangia un leone per avere uno sviluppo sano e regolare.
 

noreason

Natural born Grower
ICMag Donor
Veteran
Noreason io non avevo alcun dubbio riguardo al fatto che tu sapessi gia' benissimo cosa sia l'albinismo.
pero' forse qui si sta facendo confusione tra albinismo indotto dall'uomo o da fattori ambientali e/o chimici e quello dovuto alla genetica.

In effetti è proprio quello che cercavo di spiegare dall'inizio. La differenza tra mancata pigmentazione per via di stress esterni (99% dei casi) e mancata pigmentazione a causa di un difetto genetico (1% dei casi).
In questo 1% dei casi la mancata pigmentazione però non può essere totale, ma SOLO parziale.

In parole povere...l'albinismo totale non è una possibilità nella cannabis, così come in tutte le altre piante che non producono polloni.
Le uniche piante in grado di essere prive di clorofilla e continuare a vivere, sono proprio i polloni delle cactacee innestati su dei portainnesti come echinopsis o opuntia, che ripeto essere soggetti a mutazioni genetiche per evoluzione ma soprattutto perchè hanno una vita considerevolmente lunga e l'errore di replicazione cellulare ha più probabilità di avvenire.



articoli scientifici al riguardo non ne ho ancora trovati ma mi mettero' alla ricerca al piu' presto (magari cercando in inglese visto che in italiano non si trova granche').

Ho letto di una ricerca in cui veniva usata la streptomicina per inibire la produzione di clorofilla. I ricercatori sono riusciti ad ottenere delle piante sia parzialmente che totalmente albine.
Le piante totalmente albine ovviamente sono destinate alla morte o al massimo alla coltura in vitro.
Le piante parzialmente albine, in alcuni casi, continuavano a rimanere parzialmente albine anche dopo averle trapiantate in un medium privo di streptomicina.

Se ti/vi interessa: Stable albinism induced without mutagenesis: a model for ribosome-free plastid inheritance

Mikhajlo K. Zubko, Anil Day



io a casa mia ho diverse piante che sono parzialmente albine come la dieffembachia e ti assicuro che vivono tranquillamente. l'unica cosa a cui si deve stare attenti e' non esporle alla luce diretta del sole pena bruciature estese a tutte le parti bianche delle foglie.

Non metto in dubbio che una pianta parzialmente albina possa vivere bene, anzi, ne ho qualcuna anche io sparsa in giro dentro e fuori casa :)
Ricorda però che alcune piante mal tollerano la luce diretta del sole, a prescindere dalla mancanza di clorofilla.
Altre invece, possono resistere al sole più forte della Terra e continuare a vivere anche completamente prive di clorofilla e l'esempio è rappresentato proprio dai polloni delle cactacee.

anche se la fotosintesi puo' essere ridotta a causa dell'albinismo questo non significa che la pianta non riesca a vivere bene ugualmente.

Certo, ma vista la pianta come un sistema energetico, dove vi è un input di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica e vi è un output di energia sotto forma di tessuti organici, si può dedurre che una pianta parzialmente albina è sfavorita in un'ottica evoluzionistica.
La natura è magica e pochi fotoni possono fare la differenza ;)


se una specie vegetale ha sviluppato e mantiene determinate caratteristiche avra' sicuramente anche un metabolismo adeguato alle caratteristiche stesse.

Non stai considerando l'uomo però. Quando qualcuno innesta un pollone albino su un portinnesto verde, si sostituisce al dna e a madre natura. Quel pollone avrebbe avuto speranze di vita brevi, l'uomo lo ha reso praticamente immortale. Ti rendi conto della differenza? Lo stesso è accaduto con tante altre piante e non puoi non considerare l'uomo nell' ''equazione''.

in altre parole non e' detto che una minore capacita' di fotosintesi di parte dei tessuti sia di per se un handicap.
forse puo' essere una forma di adattamento alle condizioni climatiche/ambientali piu' che un handicap.


La specie, di qualsiasi regno sia, si evolve direttamente a causa delle condizioni ambientali in cui si trova, ma soprattutto si evolve perchè quegli stessi fattori ambientali fanno da ''falce mortale'' per tutte le modifiche genetiche non favorevoli a quel determinato ambiente.
Cerco di spiegarmi meglio con il primo esempio che mi salta in mente:


La savana offre una vita dura per i leoni. Un leone nasce senza i denti canini, che rappresentano una delle due armi a disposizione del leone per nutrirsi e difendersi.
senza quei denti, difficilmente riuscirà ad azzannare la preda e ammesso e non concesso che ci riesca o che qualche altro leone ci riesca, senza i canini gli risulterà difficile strappare bene la carne come gli altri magari e alla fine sarà il leone più magro del gruppo.
Quante speranze avrà quel leone di accoppiarsi vincendo le battaglie con altri maschi? Poche. Poche come le possibilità che da quel leone ne venga fuori una progenie senza canini, la quale sequenza di geni, che ne codifica l'espressione fisiologica, venga tramandata ''indebolendo'' la specie da un punto di vista evoluzionistico.

L'evoluzione agisce per caso e a volte crea degli individui svantaggiati. A volte, raramente, possono proliferare e dare vita a specie che ci sorprendono e meravigliano :)



ritornando all'esempio dieffembachia le foglie nuove appena prodotte sono quasi del tutto verdi e poi man mano che crescono cominciano a perdere la colorazione nella parte centrale della foglia stessa.
questo non significa che la pianta perda di vitalita' o che non riesca a produrre clorofilla a sufficienza per le proprie necessita. credo invece che sia l'esatto opposto ossia che la pianta "sbianchi" parte delle foglie proprio perche' non ha bisogno di produrre cosi' tanta "energia" per vivere tranquillamente. se un essere (una pianta in questo caso) ha un metabolismo inferiore ad altre non significa che questo sia per forza un difetto e non e' detto che questo metabolismo riduca la vitalita', la crescita e lo sviluppo dello stesso.
se ho bisogno di poca energia per vivere perche' l'adattamento mi ha portato ad avere un determinato tipo di metabolismo e di caratteristiche fisiche non mi serve mangiare la quantita' di carne che mangia un leone per avere uno sviluppo sano e regolare.

Quello che scrivi ha un senso e non lo si può escludere, anche perchè la verità la possiamo solo supporre. Quello che continuo a pensare però è che solitamente l'albinismo sia uno ''sbaglio'' e che sarebbe stato ''efficientemente'' più vantaggioso non essere albini, un pò come nell'uomo alla fine.

Green vibes :wave:
 

pomacco

Member
Noreason prima di tutto voglio chiedere scusa a Sgapetti per avergli "inquinato" il tread con un discorso OT o al limite dell? OT. se vogliamo continuare a parlarne di albinismo forse sarebbe il caso di aprire un tread a parte.

riguardo al link da te postato purtroppo non funziona:
hai un altro link? sarebbe interessante poter leggere quello studio.

a quanto pare stiamo girando in tondo dicendo piu' o meno le stesse cose anche se in forme differenti.
l'albinismo animale o vegetale che sia e' un "difetto" genetico e come tale e' solo svantaggioso per l'essere che ne e' portatore.
per le piante poi l'albinismo e' molto piu' di un difetto perche' nei casi in cui e' totale e' causa stessa della morte della pianta poiche' impossibilitata a trasformare luce e acqua in zuccheri attraverso la fotosintesi.

tralasciando i casi in cui e' indotto dall'uomo (pare anche che alcuni trattamenti antifungini dai ai semi possono essere causa di albinismo) non ci sono solo i polloni di alcune cactacee a manifestare casi di albinismo totale.
anche la sequoia pare presenti caratteristiche simili ossia rami totalmente albini che sopravvivono solo perche' nutriti dalla pianta stessa (come nel cactus da te citato).
http://blogs.discovermagazine.com/discoblog/2010/12/08/a-creepy-monster-of-the-forest-the-albino-vampiric-redwood-tree/#.USKr6x2sjTp
http://www.npr.org/2010/12/05/131826715/Ghostly-Redwoods-Are-Forest-s-Rare-Haunting?ft=1&f=1025

questo studio invece e' a pagamento ma sarebbe interessante poterlo leggere: http://pubs.rsc.org/En/content/articlelanding/1879/ct/ct8793500033

riguardo le piante parzialmente albine come gia' detto ho fatto io stesso esperimenti con una dieffembachia mettendola in pieno sole in estate con il risultato di avere alcune foglie bruciate (ma solo nella parte bianca).

riguardo l'evoluzione della specie sono d'accordo, la natura lavora in modo casuale (fa esperimenti per dirla terra terra) e i risultati possono essere vantaggiosi o svantaggiosi. quelli buoni o utili vanno avanti e proseguono la specie mentre quelli svantaggiosi vanno persi o diventano recessivi.
ma l'adattamento degli esseri (animali e vegetali) alle condizioni ambientali puo' far si che la stessa variazione possa essere utile in un ambiente e nociva in un altro ambiente. in questo modo la stessa mutazione puo' sparire in una zona del mondo mentre si sviluppa e si afferma in altre zone con fattori ambientali differenti.
pensiamo al colore della nostra pelle: come esseri umani abbiamo diversi colori di pelle e se e' vero che discendiamo tutti dagli stessi progenitori e' vero anche che abbiamo sviluppato mutazioni genetiche che si sono rivelate utili o quanto meno non svantaggiose e le abbiamo portate avanti. se consideriamo che tra il "bianco" e il "nero" il carattere dominante e' il nero possiamo dire che i caucasici per esempio hanno portato avanti un gene piu' recessivo rispetto a quello nero che piu' probabilmente avevano i nostri progenitori.

ritornando alle piante pare che il fenomeno dell'albinismo sia presente solo nelle angiosperme e che sia piu' frequente nelle piante poliploidi dato il molto piu' elevato corredo genetico di cui dispongono. questo fa si che il corredo genetico di una singola pianta poliploide, essendo molto piu' ricco del normale, possa portare a mutazioni o variazioni che si manifestano con differenze fenotipiche tra un ramo e gli altri, tra una foglia e le altre, tra un fiore e gli altri, ecc...

:tiphat:
 

sgapetti

Active member
Veteran
il topic della discussione sono in pratica discussione su' genetiche e botanica applicabile alla canapa e in particolare spiegare in maniera comprensiva come pensare quando si fanno i semi autoprodotti, cosa succede. Discutere su mutazioni o tutto quello che succede quando si fanno i cross penso sia interessante , almeno per me. Io voglio essere autosufficente non solo nella produzione di weeda , ma anche nella produzione dei semi. Aparte il fatto che sono paranoico e non voglio farmi spedire semi dove coltivo , vedo questo come un hobby.
E' un work in progress , si continua a imparare e condividere per aiutare e essere aiutati a capire .

Grazie a tutti per i contributi, molto apprezzati

Peace S
 

sgapetti

Active member
Veteran
5 gg di 12/12

5 gg di 12/12

picture.php


Ecco i cross bm x hazy99 ( maschio bm le 2 femmine dietro angolo dx e sx ) e il cross hazy99 x bm , maschio hazy99 con fiori femminili ) al centro dietro , la piu' grande e vigorosa. Impollinero' 2 piante e faro' un cross e un bx1 , saro' piu' dettagliato quando sara' il momento.

Peace S
 

sgapetti

Active member
Veteran
Ci sono tanti modi per raccogliere il polline , questo e' uno dei piu' semplici e comodi. Ho tolto la maggiorparte delle foglie per facilitare la caduta del polline .Questo maschio e stato trovato nei semi omaggio di sam the skunkman e tenuto da talea.Come il ramo/cima del maschio comincia a stretchare lo taglio e lo metto cosi' come nella foto.

picture.php

Questo lo tengo vicino una finestra e continuera' a fiorire e lasciare il polline per una decina di giorni. Con questo polline faccio un backcross ; bx1 e impollinero' sua figlia . Questo mi dara' piante che hanno il 75% della genetica del maschio . Se riesco a tenerlo lo incrocero' di nuovo con le figlie fino ad arrivare a 99% di genetica proveniente sempre dallo stesso maschio.
Al prossimo up le piante da impollinare

Peace S
 

pomacco

Member
Sgapetti posso sapere in base a cosa hai scelto quel maschio piuttosto che un altro?
piu' chiaramente, in base a cosa selezioni un maschio "da monta"?
 
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