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interessante articolo da sito giuridico

zomboweed

UnDead Member
Veteran
posto dato che mi sembra molto ben strutturato , essendo un'esercitazione per avvocati è scritto in modo molto basilare ..( :whistling:) , si occupa di un caso teorico ma che ben si può accordare alla realtà. Lo posto anche perchè c'e' gente che ancora si ostina a pensare che al massimo si rischia una ramanzina.. e secondo me questo atteggiamento leggero è pericoloso per tutti.

il link :
http://www.percorsi.giuffre.it/psix...tto penale/Singoli reati/default.aspx?id=9270

il testo (spero il signor giuffrè se se ne accorge non si incazzi ... tanto mica siamo avvocati concorrenti ..!!) .. non ho visto copyright e poi cito la fonte. mi sembra tutto regolare. siamo peggio del cremlino qui in fatto di burocrazia, ostia !!

C0ltivazion3 d0m3stica di s0stanz3 stup3fac3nt1

Tizio e Caio, due studenti universitari di Firenze, sono consumatori abituali di cannabinoidi. Stanchi di entrare a contatto con balordi d’ogni specie per approvvigionarsi delle sostanze stupefacenti, decidono di “mettersi in proprio”. questa è la parte migliore.. pure gli avvocati lo sanno qual'e' uno dei veri motivi !!
Acquistano via internet dei semi di canapa indiana ed un kit per la coltivazione e trasformano la cantina dell’appartamento che dividono in una piccola serra.
A distanza di pochi mesi, i carabinieri, allertati da una chiamata anonima, fanno irruzione nel locale e rinvengono 9 piantine di marijuana. I vegetali, alti oltre il metro e mezzo e in piena fioritura, vengono sequestrati e i due studenti dal pollice verde denunciati all’autorità giudiziaria
Esami il candidato, in ragione degli ultimi orientamenti giurisprudenziali intervenuti sul punto, la posizione di Tizio e Caio.

Giurisprudenza

 Cassazione penale, Sezioni Unite, 24 aprile 2008, n. 28605: Costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, anche quando sia realizzata per la destinazione del prodotto ad uso personale, atteso che è impossibile determinare "ex ante" la potenzialità drogante ricavabile dalla coltivazione, così da rendere ipotetiche e comunque meno affidabili le valutazioni in merito alla destinazione della droga all’uso personale piuttosto che alla cessione. Spetterà, comunque, al giudice verificare se la condotta, di volta in volta contestata all’agente ed accertata, sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio il bene giuridico protetto, risultando in concreto inoffensiva.
 Cassazione penale, sez. IV, 28 novembre 2007, n. 871: L'attività di coltivazione di piante da cui possono ricavarsi sostanze stupefacenti, in base al d.P.R. n. 309 del 1990 art. 73 comma 1 come modificato dalla l. 21 febbraio 2006 n. 49 art. 4 bis comma 1, di conversione del d.l. 30 dicembre 2005 n. 272, è vietata e sanzionata penalmente, anche qualora la finalità dell'agente sia di destinare il prodotto della coltivazione a consumo personale.
 Cassazione penale, sez. VI, 18 gennaio 2007, n. 17983: Relativamente al trattamento sanzionatorio della coltivazione di piante da cui possono ricavarsi stupefacenti, occorre distinguere la coltivazione in senso tecnico-agrario ovvero imprenditoriale, che è presa in considerazione dal d.P.R. 9 ottobre 1990 n. 309 (cfr. gli art. 26 e ss.), caratterizzata da una serie di presupposti, quali la disponibilità del terreno, la sua preparazione, la semina, il governo dello sviluppo delle piante, la presenza di locali destinati alla raccolta dei prodotti, dalla coltivazione cosiddetta domestica, la quale ricade, pur dopo la novella introdotta con il d.l. 30 dicembre 2005 n. 272, conv., con modificazioni, dalla l. 21 febbraio 2006 n. 49, nella nozione, di genere e di chiusura, della detenzione, e rispetto alla quale occorre quindi verificare se, nella vicenda concreta, essa sia destinata a un uso esclusivamente personale del ricavato della coltivazione.
 Tribunale di Bologna, sentenza 25 settembre 2007, n. 1392: La coltivazione di piante da cui possano ricavarsi sostanze stupefacenti, sempre che non rilevi una coltivazione di carattere “imprenditoriale”, rientra, anche a seguito della novella introdotta con la L. n. 49 del 2006 di conversione del D.L. n. 272 del 2005, nella nozione della detenzione. Ne consegue la necessità di verificare in concreto se essa sia destinata ad uso esclusivamente personale.

Svolgimento

L’art. 73 del Dpr 309/1990, tra le varie condotte prese in considerazione, sanziona la coltivazione di piante dagli effetti stupefacenti.
Atteso il pesante trattamento sanzionatorio, ci si interroga, in presenza di colture estremamente limitate (una o poche piante), funzionali al soddisfacimento di esigenze meramente personali, se il reato risulti comunque consumato o, se, sulla scorta di quanto previsto per alcune delle condotte indicate all’art. 73 (importazione, esportazione, acquisto, ricezione a qualsiasi titolo, detenzione), sia possibile ritenere rilevante, ex art. 75 del medesimo decreto, tale condotta sul semplice crinale amministrativo.
Sul punto si sono registrati due contrastanti orientamenti.
Stando ad un primo approccio ermeneutico, in presenza di un numero esiguo di piantine, il delitto andrebbe escluso, poiché tale forma di coltivazione risulterebbe inidonea a ledere i beni giuridici oggetto di tutela nella legge sugli stupefacenti.
A sostegno della tesi si aggiunge che la coltura di uno o pochi esemplari di pianta non realizzerebbe la condotta tipica della coltivazione sanzionata, ma, sempre che sia destinata a soddisfare esigenze personali, sarebbe riconducibile nella logica della detenzione per la quale è prevista espressamente dall’art. 75 la non punibilità in sede penale.
Tanto premesso, la Suprema Corte ha in passato tracciato una distinzione tra la coltivazione industriale–agricola e quella meramente domestica (Cassazione penale, sez. VI, 18 gennaio 2007, n. 17983).
Penalmente perseguibile sarebbe la prima ipotesi, poiché funzionale al soddisfacimento, attraverso la cessione, di esigenze di consumo di terzi.
Non rilevante penalmente, invece, risulterebbe la seconda ipotesi che, effettuata in via approssimativa e rudimentale, vedrebbe i suoi frutti funzionali ad un utilizzo meramente personale e, pertanto, sebbene l’art. 75 non contempli espressamente anche la coltivazione, non sarebbe punibile che con una sanzione di carattere amministrativo.
In tale direzione, la Suprema Corte ha individuato alcuni fattori la cui ricorrenza assume rilievo allo scopo di distinguere le due tipologie di coltivazione (coltura in vaso o in spazi aperti; disponibilità di attrezzi, strutture e materiali concimanti; ricorso a tecniche di coltivazione specializzata…) e, conseguentemente, la rilevanza penale o meno di una data condotta.
A conclusioni diametralmente opposte perviene un altro orientamento che ritiene integrato il reato anche a fronte di un numero ridotto di piante destinate a soddisfare esigenze di natura personale (Cassazione penale, sez. IV, 28 novembre 2007, n. 871).
A suffragio dell’assunto si evidenzia, in primo luogo, come la lettera dell’art 73 del Dpr. 309/1990 si riferisca alla condotta di coltivazione tout court, a prescindere dal dato quantitativo e da quello della destinazione dello stupefacente.
Osterebbe all’accoglimento della tesi più garantista, inoltre, la natura giuridica del delitto di coltivazione che, inteso quale reato di pericolo presunto, risulterebbe integrato indipendentemente da qualsivoglia accertamento in relazione a fattori quali il quantitativo di stupefacente ricavabile, l’effettivo grado di tossicità della pianta….
Il legislatore, quindi, sanzionerebbe tale tipologia di condotta in ragione della sua semplice astratta idoneità ad aumentare il pericolo di diffusione delle sostanze droganti.
Discende da ciò l’irrilevanza della destinazione della sostanza ricavabile dalla sostanza coltivata.
In ragione del descritto contrasto ermeneutico sono recentemente intervenute le SS UU che, sposando l’approccio più rigoroso e superando la proposta distinzione tra coltura domestica e coltura tecnico agraria, hanno sostenuto la rilevanza penale di qualsivoglia tipologia di coltivazione, anche se realizzata per soddisfare esigenze di carattere personale (Cassazione penale, Sezioni Unite, 24 aprile 2008, n. 28605).
A sostegno dell’assunto la Suprema Corte ha nuovamente fatto riferimento alla lettera della disciplina sugli stupefacenti che si occupa di coltivazione, anche dopo l’intervento normativo del 2006, solamente nel comma l dell’art. 73.
In ragione del contenuto della disposizione che si riferisce in termini generici all’attività di coltivazione, ritiene la Suprema Corte, risulterebbe del tutto arbitraria la distinzione tra coltivazione in senso tecnico-agrario ovvero imprenditoriale e coltivazione domestica.
Viene quindi disattesa la tesi della equiparabilità della c.d. coltivazione domestica alla detenzione per uso personale, dal momento che le due condotte risultano "ontologicamente distinte sul piano della stessa materialità".
La distinzione delle condotte è dato apprezzare anche in considerazione del fatto che la coltivazione, comporta comunque un accrescimento della sostanza stupefacente esistente con conseguente pericolo di lesione dei beni giuridici oggetto di tutela (ordine pubblico e la salute collettiva).
Ne consegue l’impossibilità di accostare la coltivazione alla detenzione, onde fruire, in caso di provata destinazione personale della prima, della trattamento sanzionatorio più lieve previsto per la seconda.
Tuttavia, sebbene la Cassazione abbia da ultimo spostato l’orientamento in materia più rigido, non può trascurarsi come la stessa abbia puntualizzato la necessità di apprezzare ogni condotta alla luce del principio di offensività.
Secondo le Sezioni Unite, infatti, in ossequio al principio de quo, compete al giudice verificare se la condotta, di volta in volta contestata all'agente ed accertata, sia assolutamente inidonea a porre a repentaglio il bene giuridico protetto risultando in concreto inoffensiva.
Tanto premesso, nell’esaminare la posizione dei due studenti universitari risulta immediatamente evidente che, per il numero delle piantine, per la loro altezza e per il loro grado di maturazione, la loro condotta non possa dirsi assolutamente inidonea secondo i noti parametri dell’offensività.
Alla luce del rigoroso revirement della Suprema Corte, inoltre, risulta difficilmente percorribile la via, sopra descritta ed in passato praticata da una parte della giurisprudenza, della distinzione tra coltivazione agricola e coltivazione domestica.
Ne consegue, pertanto, la sicura integrazione della fattispecie penale.
A favore di Tizio e Caio, quindi, non resta che evidenziare la particolare tenuità della condotta posta in esser perché venga loro riconosciuta la circostanza di cui al quinto comma dell’art. 73 che prevede un trattamento meno severo (reclusione da uno a sei anni la multa da euro 3.000 a euro 26.000 in luogo della reclusione da sei a venti anni e della multa da euro 26.000 a euro 260.000), quante volte i fatti di cui al primo comma siano “ per i mezzi, per la modalità o le circostanze dell'azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, di lieve entità”.

(di Michele Ciociola)
 
A

azz.ciccio

a me sti articoli mi mettono sempre un cattivo umore...
e aggiungo che tutto cio' e' semplicemente scandaloso.
ditemi che tutto cio' non e' diverso dalla schiavitu' o altra forma dittatoriale....
siamo nel 2010 ma ci comportiamo (si comportano) peggio delle scimmie nelle caverne!
tutto cio' mi mette un'amarezza.....
A.
 

Imparo

Member
...E se i carabinieri trovano i vasi, la serra, ma le piante già a seccare?:biggrin:

(Non è per fare il furbo, ma siccole ma Legge a volte si discosta dalal Giustizia, per particolari che ai più possono sembrare irrilevanti, se qualcuno sapesse rispondere mi leverebbe il dubbio^_^)
 

fumo

Active member
Veteran
se non trovano niente ,o solo le lampade, si incazzano perche se devono fumà lo schifo de strada che sequestrano
 

Imparo

Member
se non trovano niente ,o solo le lampade, si incazzano perche se devono fumà lo schifo de strada che sequestrano


Nooooh, io le piante magari le ho, ma a seccare... E c'ho i vasi, e ch'ho la terra etc... A quel punto però non è più coltivazione ai termini di legge, o sbaglio? Questa è la mia domanda :D
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
e poi , sempre parlando in via teorica... non è meglio dirgli che l'hai fatta tu piuttosto che ti "chiedano" da chi l'hai avuta?
 

Shadino

Shadow Member
Veteran
Magari ti perquisano il pc e trovano le foto che hai gentilmente inviato su icmag... i casi sono tanti, il messaggio è di sforzarsi di evitarle proprio ste situazioni pesanti... Calcola che pure loro non cascano dalle nuvole, il prodotto casareccio lo riconoscono...

Stay safe

=K

Quoto...

http://www.icmag.com/ic/showpost.php?p=3047844&postcount=3


e ringrazio zombo per queste info...sempre meglio ricordarsele bene.

Shade
 

Imparo

Member
Non mi son spiegato: se ti voglio fare il culo, te lo fanno, e a strisce. Aprono pc, macchine foto, pennette usb etc etc... La mia domanda era ed è di carattere puramente tecnico: una pianta messa a essiccare, e le luci, i vasi, etc etc a parte(diciamo in cantina) è coltivazione o è semplice possesso? Perchè sapete com'è, ma la posizione giuridica cambia, e parecchio...
Ma forse per rispondere ci vorrebbe un "tecnico" :dunno:
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
Sono delle questioni di lana caprina.... e parti da delle conoscenze che o non hai o non ti sono entrate in testa. Stavo per scrivere : "allora non ci siamo spiegati" ... invece scrivo "ALLORA NON VUOI CAPIRE : avendo della cannabis in casa, che non siano tre canne, il NORMALE POSSESSO sai dove te lo mettono? ma li leggi i giornali o guardi studio aperto? lo sai qual'e' il quantitativo minimo per cui ti danno DETENZIONE PER SPACCIO ???? lo sai che già con 5 grammi di erba di casa tua ... hai sorpassato quel limite e ti danno DETENZIONE PER SPACCIO???? L'ignoranza è pericolosa... non cambia un cazzo con le attuali leggi che tu abbia delle piante fiorite , che tu abbia un banchetto con cartelli e menu. ti danno DETENZIONE PER SPACCIO . e ti dico di più ... nel momento che hai vasi , lampade, etc non solo ti danno detenzione per spaccio, ti danno anche produzione. per cui lo prendi in culo due volte. non mezza come pensi tu.

NORMALE POSSESSO.... MA NORMALE COSA ??????????????????

scusa se mi incazzo, ma sembra che vivete su marte ...
 

fumo

Active member
Veteran
è vero ,zombo a pienamente ragione,sembra che coltivate gerani,la legge lo dice esplicitamente,qualsiasi derivato dalla cannabis e in particolare ,tutto il complesso thc,che siano esse torte ,farina,biscotti,erba essicata,tutto e dico tutto cio che appartiene alla famiglia dei cannabinoli,e vietatoooooooo,porca zozza ma lo capite e reato,per lo meno adesso,con questa giuristizione,avvolte qualche giudice e stato tollerante,ma cio non sifnifica depenalizzata,la prudenza non e mai troppa,non riesco a fare un ordine prima che ci penza tremila volte,anzi per l'occasione,consigliatemi un sito sicuro per acquisti,magari in,mp grazie,peace for all,un saluto a tutto il forum
 

Imparo

Member
Nessun problema Zombo, capisco che tu prenda a cuore la questione sicurezza, e che quindi ti possa infervorare:huggg:

Ora, non è che non abbia capito, non è che tu non ti sia spiegato. Sei stato chiarissimo, e io sono completamente daccordo con te, coltivare una pianta può rovinare la vita, per sempre.


Ti assicuro che io della mia vita mi preoccupo eccome.
Vero che con 500 MILLIGRAMMI (10g di un erba al 20% di thc) Sei già fuori dalle tabelle della detenzione a uso personale.
Ma passando al pratico, uno che chiude un ciclo di una sola pianta, magari AF, tirerà fuori quanto? Diciamo 40g? IO, calcolando uno 0.2 al giorno, con 40g ci campo 200 giorni fumando SEMPRE (cosa che non accade mai...).
Ora: se mi trovano in casa UNA pianta è COMUNQUE COLTIVAZIONE, e quindi mi becco fino a 26 anni e fino a 26000 euro di multa (mi pare. Ma comunque vita rovinata). Questo QUALSIASI tipo di giudice io mi trovi davanti.

Se invece mi entrano in casa, e trovano 40g, ma nessuno strumento di misurazione/di suddivisione dosi etc, SE trovo il pulotto zelante, vengo comunque indagato per detenzione ai fini di spaccio e sta a me l'onere della prova per dimostrare che non sono uno spacciatore (lavoro-famiglia-incensutrato...). Cose che chiunque faccia un lavoro normale-conduca una normale vita e stia attento a non tenersi la bilancia elettronica in casa, può (chi piu facilmente, chi meno) dimostrare. Avere 40g in casa vuol dire che automaticamente sei indagato per possesso ai fini di spaccio, non che tu non possa dimostrare il contrario.


Quello che io chiedevo è: quei maledetti 40g, IN SENSO GIURIDICO, hanno differenza che si tratti di una pianta interrata o di una pianta a essiccare? A mio avviso no, ma siccome ho sentito pareri discordanti (anche di gente vicina all'ambiente dei pubblici poteri), mi chiedevo se qualcuno avesse la sua opinione in proposito, e magari se qualche tecnico, o semplicemente più informato, sapesse citarmi qualche sentenza, tutto qui :hide:

Spero di essermi chiarito, e di non farti incazzare troppo un altra volta, che sei uno che ragiona, e non ha senso farsi il sangue amaro per qualche incomprensione che purtroppo il verbo scritto a volte fisiologicamente porta :D
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
guarda.
io non sono incazzato.
e parlavo proprio di 5 grammi d'erba.
visto che all'inizio parti con una inesattezza terrificante... tutto il resto del tuo messaggio non l'ho neanche letto. tanto ridomandi la stessa cosa come se non ti fosse già stata spiegata almeno 3 volte. e vorrei capire dove vuoi arrivare . vuoi che ti dica che hai ragione tu e che non ti devi preoccupare per niente ? per come tu la metta, è detenzione ai fini di spaccio. e per come stanno andando le cose lasceranno sempre meno discrezionalità al giudice e applicheranno le tabelle.
ps La cazzata che hai scritto all'inizio la correggi da solo così edito questo post inutile o ti devo proprio dire che ........ ?
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
continuo a pensare che stai facendo delle questioni di lana caprina.
Non siamo in spagna. Ma chi se ne frega se è secca, umida, nella terra o nell'armadio di casa tua . ma cos'e' che non ti entra in testa , scusa? cos'e' , tra un ciclo e l'altro butti via tutto ? lampade, vasi, fertilizzanti, etc ?

il mio thread era per far capire a chi ancora si ostina a pensare che ..." se hai solo una pianta tanto cosa vuoi che ti facciano? " oppure .."ho una pianta sul balcone me la vedono tutti i vicini ma tanto è solo una" e via così .. tutti i tuoi " ma se io "... "ma se lui.".. sono solo domande inutili. Se ti dico che se viaggi a 200 all'ora è pericoloso, mi domandi se è pericoloso viaggiare a 198 km/h con i finestrini chiusi e con un cornetto portafortuna sullo specchietto?

e per continuare ti posto un bell'articolo nuovo nuovo.. così vedi come si comportano con un tranquillo contadino di 80anni suonati che coltiva della cannabis/paglia per le sue galline. come facevano una volta. guarda come gli sta andando a lui.
http://www.corriere.it/cronache/10_...ne_ed8412e2-01b6-11df-866a-00144f02aabe.shtml

poi la pianto li. non è mio interesse farti capire delle cose. ne rispondere alle tue stupide domande. chiama la stazione dei cc più vicino e domanda a loro. Vedrai che qualcosa ti dicono.. di più chiaro.
 

Imparo

Member
continuo a pensare che stai facendo delle questioni di lana caprina.
Non siamo in spagna. Ma chi se ne frega se è secca, umida, nella terra o nell'armadio di casa tua . ma cos'e' che non ti entra in testa , scusa? cos'e' , tra un ciclo e l'altro butti via tutto ? lampade, vasi, fertilizzanti, etc ?

Sono le questioni di lana caprina a mio avviso che fanno la differenza tra dentro o fuori dal gabbio. Credimi, avere le lampade e i vasi, e avere della ganja in casa, non corrisponde GIURIDICAMENTE al fatto che tu l'abbia coltivata.

e per continuare ti posto un bell'articolo nuovo nuovo.. così vedi come si comportano con un tranquillo contadino di 80anni suonati che coltiva della cannabis/paglia per le sue galline. come facevano una volta. guarda come gli sta andando a lui.
http://www.corriere.it/cronache/10_g...4f02aabe.shtml
E questo che c'entra? :dunno:

poi la pianto li. non è mio interesse farti capire delle cose. ne rispondere alle tue stupide domande. chiama la stazione dei cc più vicino e domanda a loro. Vedrai che qualcosa ti dicono.. di più chiaro.

A zombo, mavaffanculo vah.

Ci si lamenta che c'è un clima teso, che i toni sono alti, che non si può fare una discussione senza che si scada nel flame... Ma quando la discussione si cerca di farla, c'è sempre qualcuno che si crede piu furbo/saggio/intelligente degli altri. Ti auguro di non dover mai scoprire che al mondo c'è qualcuno di più intelligente/ preparato/saggio e furbo.

Ciò detto, saluto tutti, il clima generale non mi piace, (non è questione di questa discussione), e per venire su icmag a trovare le solite domande, la solita gente che non usa il search, i soliti post dove non dovrebbero stare, i soliti flame, i soliti saccenti, preferisco starmene fuori:smokeit:.

In bocca al lupo ai nuovi mods, spero che riusciate a cambiare le cose, se così sarà, sarò felice di tornare a far parte attivamente della community :grouphug:
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
gradirei non si scadesse negli insulti. io non ti ho insultato prima ne lo farò ora.

Non commenterò il tuo post perchè non c'e' bisogno. Chi legge questo thread si farà da solo le sue opinioni su quali sono le questioni e le domande INUTILI E STUPIDE.

d'altronde... sangue dalle rape è impossibile.. e se a uno il click nel cervello non scatta non è un mio problema. Evidentemente è una questione fisica o genetica.
 

zomboweed

UnDead Member
Veteran
tanto per restare in tema... un'altra storia di ordinaria follia (criminale, aggiungo io... perchè quando le forze dell'ordine invece che proteggere e servire si comportano così il loro comportamento è CRIMINALE. )

la lettera a g.fini:

"Egregio Signor Presidente,
ho 56 anni, sono un artigiano, sposato da venticinque anni e felicemente nonno. Ho iniziato la mia vita politica in Lotta Continua e l'ho terminata con il PCI e mai avrei potuto pensare di poter scrivere ad un leader della Destra, ma oggi penso sinceramente che Lei sia la persona più saggia ed equilibrata dell'intero panorama politico. Le scrivo a proposito della legge che porta la Sua firma con quella dell'On. Giovannardi per la repressione contro l'uso delle droghe. Le posso giurare di non aver assunto mai polveri o sostanze chimiche in vita mia, non bevo superalcolici e non fumo sigarette da venticinque anni. Ho educato i miei figli a diffidare e sospettare di chi propone "paradisi artificiali" e mi ritengo una persona consapevole e responsabile, ma la sera, quando ho terminato il mio lavoro, amo fumare quella che viene comunemente chiamata una "cannetta", con mia moglie mentre ci godiamo un poco di relax davanti alla TV e questo in Italia sembra sia un crimine non tollerabile. Mi permetto di inviarLe un resoconto di una vicenda che ha visto protagonisti me e mia moglie solo pochi giorni fa, che ha causato due giorni di detenzione ad ambedue e che poteva creare i presupposti per ulteriori seri problemi. Spero che abbia il tempo per concedere un poco di attenzione al problema, perché con troppa estrema facilità e per equivoci mai chiariti, si rischia di subire dei trattamenti da Santa Inquisizione da parte di chi, preposto a far rispettare la legge, non è in grado di usare il buon senso, e fino ad ora già troppe vittime innocenti hanno pagato per un ingiustificato pregiudizio. La ringrazio anticipatamente, mi ritenga a Sua disposizione. Cordialmente." Giancarlo Cecconi

GALERA IN MODICA QUANTITÀ
By sottoosservazione
«Non siamo mica spacciatori». Due notti di follia italiana, inutile detenzione, ordinario intasamento di celle. Una coppia di coniugi. Colpevoli di rilassarsi davanti alla tv

Stiamo tornando a casa.Abbiamo passato una bellissima giornata, tutto procede con fatica ma per il meglio. Vale e Gianluca sono andati a vedere una casetta e il prezzo accessibile. Gaietta ha esibito le nuove parole appena imparate, Jaco ha a trovato un appartamentino da condividere per frequentare l’università a Roma. Un cliente ci ha appena commissionato alcune vetrate, lo stipendio di novembre. Appena svoltato per una strada di collegamento per la Cassia, veniamo fermati da una pattuglia dei carabinieri.
Cintura allacciata, velocità 50 km/h. Lucidi: quando lavoriamo o viaggiamo ci teniamo. «Buonasera, è un trasloco?» «Buonasera, le scatole che vede sono i depliant per promuovere il nostro lavoro». «Patente e libretto». È sempre difficile dare una buona impressione se si ha una treccia, un orecchino. L’agente prende i documenti, sale sulla vettura dell’arma. Il precedente per coltivazione di marijuana ad uso personale, che ci ha visto assolti in fase processuale, è una miccia lenta. «Signora, favorisca i documenti anche lei». «Trasportate qualcosa di illecito?» «No, non siamo mica spacciatori, come avrà avuto modo di sapere, siamo solo consumatori di marjuane». «Procediamo con il test». Spiego all’agente che noi amiamo fumare uno spinello la sera, ci rilassiamo davanti alla tv. Il test risulterebbe comunque positivo, avendo fumato la sera prima. «Se rifiuta di fare il test ci deve seguire in caserma». «Io non vorrei rifiutare, ma se mi dite che il rischio è il ritiro della patente ed il sequestro della macchina, non vedo altra scelta». E così, io nell’auto dei carabinieri e Marisa nella nostra condotta dall’altro agente, arriviamo nella caserma di Barbarano Romano. Domande di rito, finta amichevolezza. «Si spogli… anche gli slip…si giri e si fletta». Mi sento umiliato. Chiaramente non ho niente, niente in macchina, ma… dalla borsa di Marisa esce fuori 1 (una) cannetta. Da lì a decidere di fare 100 chilometri per venire a perquisire la nostra abitazione è un attimo. «A casa cosa avete?» Non mi sento un criminale. «Poche piante in coltivazione artificiale». Risultato della perquisizione: 2 piante in fioritura alte 1 metro, altre 4 di 30 centimetri e 12 piantine di 3 centimetri.
Dopo 7 ore di via crucis, ci arrestano. Mari ed io ci abbracciamo. Verbali, foto segnaletiche, impronte «Ma come potete trattarci come se fossimo criminali? Non beviamo superalcolici, piantiamo un po’ di marijuana per non dover mischiare la nostra correttezza con i mercati illeciti»
Mari viene trasferita a Civitavecchia, io a Grosseto. E il lavoro? La casa, i figli, i cani? «Potevate pensarci prima». Ma prima di cosa? Non eravamo alterati alla guida e avevamo solo una cannetta dispersa, non siamo né assassini, né ladri, né trafficanti.
A Grosseto le guardie carcerarie mi accolgono con gentilezza. Arrivo in isolamento, cella n.7. Non riesco neanche ad essere preoccupato, tanto è assurda tutta la storia, soffro solo per Marisa. La cella: una branda attaccata al muro con le lenzuola bicolori e non a causa del naturale ingiallimento del cotone. Un bugliolo screziato di marrone, un lavabo spartano, un comodino, un tavolo e una sedia. Sono stremato, ho un freddo cane. Mi butto sulla branda, penso a Mari, sperando che non subisca inutili umiliazioni. Non si dorme, sembra di subire in continuazione piccole scosse elettriche. Ce la farà l’avvocato a tirarci fuori domani? Ma domani è già oggi. Il cielo dalla finestra a più di due metri di altezza è un triangolino di 10 per 5.
Provo a rimanere sdraiato ancora un po’ per rubare un po’ di tempo. Sento dei passi, una guardia penitenziaria si affaccia dalle sbarre, mi guarda e poi mi chiede se ho bisogno del Sert. Mi sento sporco, cerco di rassettarmi come posso, una pettinata, una lavata sotto le ascelle, non ho dentifricio e di sapone neanche a parlarne.
Sento rumore di stoviglie e un un ragazzo detenuto si affaccia e mi chiede se voglio un po’ di caffè. È da ieri che non metto in bocca niente. Dopo un po’ arriva un’altra guardia e mi chiede se tutto va bene. È possibile avere un libro? «Penso di sì». Incredibile, mi porta è Arcipelago Gulag” di Solzenicyn: primo capitolo: l’arresto.
Passa lo spesino, ma io non ho ancora disponibilità di spesa, gli chiedo una sigaretta e mi regala un paio di Marlboro, un secondino me ne regala un altro paio e i detenuti che non ho ancora conosciuto, quando la guardia chiede se hanno qualche sigaretta per me, me ne fanno arrivare cinque rollate a mano.
Non so che ore sono, forse le 16, dal triangolino vedo che si fa buio.Devo prepararmi al momento peggiore, quando l’unica luce sarà quella lassù in alto, al neon. Mi hanno appena detto che l’interrogatorio del Gip ci sarà domani mattina. «Mari, amore mio, come stai?» Guardo la cella un’altra volta, le misure sono 4×2, una parete è piena di scritte. Una elenca 54 modi di chiamare la vagina. Un’altra dice di evitare il Frignone perché è un infame. Sopra il letto c’è una scritta molto grossa, è marrone, fatta con un dito sporco di sangue o …merda e dice: «mi ano arestato – marco 15 eroina. E io che c’entro con questa gente? Provo a leggere un altro po’, forse un’ora la freghiamo. Sento da una cella la sigla del Tg1, la giornata è passata.
È strano parlare da cella a cella: «Ehi tu laggiù, ciao, io sono Giordano, te le ho mandate io le sigarette. Stai tranquillo per tua moglie, Civitavecchia è un buon carcere. Stasera ti porto io la cena». Gli dico che non ce la faccio a mangiare, almeno non dovrò usare il bugliolo. Mi bastano due clementine. Neanche 5 minuti e sul tavolo ne ho un piatto pieno.
La luce è troppo forte e non ho sonno. Mi sdraio comunque. Forse mi assopisco. Con il chiaro, i rumori dei chiavistelli, e i passi pesanti nel corridoio. Arriva una guardia: «Cecconi alle 9 in tribunale». Passi nel corridoio, rumori di chiavi, aprono la cella, andiamo verso il destino. Dopo un breve parcheggio in una cella all’aperto tipo zoo, vengo perquisito, ammanettato e condotto sul furgone che mi porterà in tribunale.
Nessuno dei tre agenti penitenziari mi rivolge la parola. Arriviamo, il tribunale è deserto, è sabato. Ci sono le mie splendide sorelle, i miei straordinari cognati, i nostri insuperabili figli e il mio simpaticissimo genero, hanno tutti l’aria preoccupata, d’altronde con la barba incolta e trasportato come un barboncino al guinzaglio non faccio una buona impressione.
Sorrido a tutti, e strizzo l’occhio «mi dispiace avervi creato questa preoccupazione per una cosa così idiota, ma credetemi non è colpa mia». Mando il messaggio telepatico, spero che qualcuno lo riceva, ma già lo sanno, nessuno di loro fuma, ma sanno chi siamo.
Intravvedo Mari già nell’aula in attesa di essere interrogata, gli sguardi si incorciano un sorriso mesto. Mi ritrovo di nuovo parcheggiato in una stanzetta, sento che Marisa viene interrogata. Tocca a me. Portano via Marisa. Io e Marisa non abbiamo nulla da nascondere e le risposte concordano. Fanno rientrare Mari. Il nostro avvocato motiva il nostro modo di vivere e la nostra lealtà. Tutti in piedi, la sentenza: «Il processo si farà, ma gli imputati sono liberi fin da ora». Gli agenti ci permettono di abbracciarci e per due secondi sembra più una festa di matrimonio che un processo.

Giancarlo Cecconi

avevo scritto no comment... invece un commento lo faccio... le uniche persone UMANE di questa faccenda mi sembrano i detenuti ....
 
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